USA: Una delegazione di alleati di Orban dai Repubblicani per cessare l’invio di armi

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Secondo quanto riportato da The Guardian, alleati del Primo Ministro ungherese Viktor Orban si sono recati a Washington per partecipare a un incontro con membri del Partito Repubblicano, con l’obiettivo di promuovere la cessazione del supporto militare degli Stati Uniti all’Ucraina. Questo incontro di due giorni, tenutosi a porte chiuse e organizzato dal think tank Heritage Foundation, ha visto la partecipazione di funzionari e accademici ungheresi per discutere del conflitto ucraino e di altre questioni rilevanti.

La situazione a Washington è tesa riguardo al futuro dell’Ucraina, specialmente dopo che i senatori repubblicani hanno recentemente impedito l’approvazione di un disegno di legge per finanziare il conflitto ucraino. Orban, noto per la sua posizione critica nei confronti del sostegno all’Ucraina e per la sua alleanza con Putin, sta cercando di ostacolare gli aiuti dell’Unione Europea e si oppone all’ingresso dell’Ucraina nell’UE. Una fonte diplomatica vicina all’ambasciata ungherese ha affermato che Orban è convinto che il Congresso statunitense non approverà gli aiuti all’Ucraina, motivo per cui sta tentando di bloccare anche il supporto dell’UE.

La Heritage Foundation, che ha organizzato l’evento, si è espressa contro gli aiuti americani all’Ucraina e i suoi leader hanno lodato le politiche di Orban. L’ambasciata ungherese a Washington sta lavorando attivamente con i repubblicani, anche se l’effettiva influenza dell’ambasciata sul finanziamento americano all’Ucraina rimane incerta.

Anche il presidente ucraino Zelensky martedì sarà negli States

Martedì Zelenskyj incontrerà anche alcuni leader del Congresso. Biden ospiterà Zelenskyj martedì “per sottolineare l’impegno costante degli Stati Uniti nel sostenere il popolo ucraino mentre si difende dalla brutale invasione della Russia“, ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre.

Secondo quanto riportato dal Financial Times, la strategia comunicativa del presidente ucraino Vladimir Zelenskyj si basa sul mantenimento di un messaggio ottimista, sia in Ucraina che all’estero, sotto il motto “stiamo andando avanti”. Questo approccio viene adottato a tutti i livelli del governo, dai ministeri alle amministrazioni locali, fino al comando militare, e comporta una rigida censura delle notizie negative, come il numero delle vittime ucraine o i successi militari russi.

Tuttavia, questa politica di comunicazione sta creando una frattura tra l’amministrazione presidenziale e la leadership militare, soprattutto in considerazione dei limitati successi militari. “Dobbiamo essere più realistici e coraggiosi, come lo eravamo il 24 febbraio [2022]”, ha dichiarato un membro del team di comunicazione del presidente. I leader militari, dal canto loro, ritengono che la discrepanza tra le dichiarazioni ufficiali e la realtà sul campo stia diventando sempre meno convincente, non motivando né la popolazione ucraina né i partner occidentali.

Zelenskyj, però, è convinto che un messaggio positivo sia essenziale per mantenere la fiducia degli alleati occidentali e delle imprese ucraine, queste ultime fondamentali per le entrate fiscali necessarie allo sforzo bellico. “Se diventiamo pessimisti, rischiamo che le persone smettano di investire e pagare le tasse in Ucraina, compromettendo così la nostra capacità di continuare a combattere”, ha affermato un funzionario.

La franchezza del comandante militare ucraino Valerii Zaluzhny in un articolo per The Economist ha sorpreso molti in Ucraina e all’estero, al punto che alcuni leader occidentali hanno contattato Kiev per chiarimenti, interrogandosi sulla possibilità che i negoziati diventino una priorità. Secondo Irina Zolotar, responsabile delle comunicazioni presso il Ministero della Difesa ucraino, l’attuale strategia comunicativa lascia perplesso il pubblico occidentale, che si chiede perché dovrebbe continuare a investire risorse se l’Ucraina sembra essere sempre “sul punto di vincere”.

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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