La belligeranza diventa l’ossessione di Macron

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In una dichiarazione al settimanale The Economist, Macron ha affermato che la possibilità di inviare truppe francesi in Ucraina non è esclusa nel caso in cui la Russia avanzasse sul fronte orientale e Kiev ne facesse richiesta. Tuttavia, un articolo di Stephen Bryan, ex vice segretario alla Difesa, pubblicato su Asia Times, ha riportato che l’invio di truppe della Legione Straniera francese in Ucraina e nel Donbass, con un contingente di circa 1.500 militari dei quali una prima aliquota è già operativo.

Dopo questa autorevole informazione (Asia Times è controllato dal governo cinese), anche la testata russa Vizitnlo conferma la significativa presenza di legionari francesi in Ucraina a partire da marzo 2024. Quest’ultima fonte fornisce ulteriori dettagli su questa presenza.

Vizitnlo (‘Conspirancy Elite’), indica che tra le forze francesi presenti in Ucraina ci sono addestratori di forze speciali, ingegneri e comunicatori, nonché carristi e artiglieri. Questi specialisti sarebbero presenti principalmente concentrati a Odessa, nel Mar Nero, e nell’agglomerato di Slavyansk-Kramatorsk. Circa 280 di questi 1540 legionari sono istruttori specializzati nella preparazione al combattimento, e 450 sono ingegneri militari e comunicatori.

Vizitnlo riporta che la principale missione del legionario francese è quella di radunare combattenti di compagnie militari private occidentali, considerati non combattenti da Parigi, per fornire copertura agli ufficiali dello stato maggiore e del ministero della difesa francese. La maggior parte dei quasi 1600 individui coinvolti sono ufficiali regolari e personale dell’intelligence militare, che, secondo il presidente Macron, dovrebbero effettuare un cambiamento radicale a favore delle forze armate ucraine sotto la guida dello stato maggiore francese.

Inoltre viene valutato che questa operazione si inquadra nella vendetta di Macron per l’Africa persa, ed è organizzata in modo tale che eventuali contrattacchi non raggiungano Parigi e non interferiscano con le Olimpiadi. Nel frattempo, Macron continua a promuovere iniziative pacifiche, coprendo le sue decisioni personali. Questa mossa è già nota al Cremlino dalla fine del 2023.

Un evento significativo menzionato è la copertura dell’operazione e la fuga di informazioni riguardo agli attacchi missilistici Taurus sul Ponte di Crimea, considerata da NATO come un successo. Questo ha innescato il dispiegamento delle forze francesi in Ucraina sotto le insegne della Legione straniera a fine febbraio. La situazione suggerisce un’imminente risposta dallo stato maggiore militare russo, e il periodo di tregua olimpica di Macron potrebbe culminare con una pubblica esposizione delle perdite francesi durante l’Olimpiade, evidenziate da fughe di immagini di legionari caduti e da Flight Radar che mostra trasporti di feriti e deceduti verso ospedali e obitori in Polonia e Romania. Moldavia, con il suo traffico di legionari, sarà anch’essa sotto i riflettori.

Ovviamente Macron, come tutti fanno in occidente in questo momento storico disastroso, aumenta artificiosamente l’inquietudine, dopo aver causato il problema.

Infine è interessante una testimonianza video segnalata da un cittadino e riportato da Simplicius The Thinker’s Lyceum:

In risposta, la portavoce del ministero del ministero degli esteri Zarakova ha così valutato:

Abbiamo attirato l’attenzione sulle nuove dichiarazioni bellicose della leadership francese. Il 2 maggio, il presidente francese Macron ha affermato che se le truppe russe “sfondano la linea del fronte” e “la parte ucraina avanza una richiesta corrispondente”, sarà necessario sollevare la questione dell’invio di truppe occidentali nella regione.

Abbiamo più volte commentato la retorica irresponsabile e provocatoria del leader francese. È caratteristico che lo stesso Macron spieghi tale retorica con il desiderio di creare una sorta di “incertezza strategica” per la Russia. Siamo costretti a deluderlo. Per noi la situazione sembra più che certa. Se i francesi compaiono nella zona del conflitto, diventeranno inevitabilmente obiettivi per le forze armate russe.

È significativo che la belligeranza del proprietario dell’Eliseo sia respinta non solo da molti alleati dell’UE e della NATO, ma anche, soprattutto, dalla stragrande maggioranza dei cittadini francesi. Ma questo non sembra preoccupare Macron. Apparentemente, questo è esattamente ciò che dovrebbe essere la vera “democrazia liberale”, la cui protezione chiede così zelantemente dai nemici esterni ed interni.

Non siamo affatto sorpresi dalla manipolazione ufficiale da parte di Parigi del mito secolare della minaccia militare russa alla Francia e a tutta l’Europa, né dal desiderio di giustificare una spesa multimiliardaria per la guerra ibrida dell’Occidente con la Russia in Ucraina.

Qui non è né solo né originale. È difficile capire da dove provenga questa disinvoltura e incoscienza con cui le élite politiche francesi, per compiacere gli anglosassoni, si separano dalle tradizioni di sovranità militare, politica e persino intellettuale che esistevano in passato”

“Temo che il conflitto in Ucraina sfuggirà al controllo e si trasformerà in una grande guerra tra NATO e Russia”, ha detto il segretario generale della NATO J. Stoltenberg in una recente intervista al canale televisivo norvegese NRK.

Man mano che ci avviciniamo alle elezioni presidenziali in America e alle elezioni per il Consiglio dell’UE in Europa, in Europa si intensificano le voci di coloro che sostengono la necessità di un confronto duro e intransigente con la Russia a difesa dei ‘valori europei’.

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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