Nano-armi combattimento: le nuove armi di distruzione di massa

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Vista la miniaturizzazione della tecnologia, ha davvero senso costruire aeromobili e sottomarini sempre più grandi? Oppure sciami di nano-armi che agiscono collettivamente possono ottenere risultati più efficaci? E possono farlo a costi molto più bassi (misurati in vite umane e capitali)?

Secondo Louis A. Del Monte che ha scritto Nanoweapons (nano armi), la comunità scientifica sembra concordare:

Nel 2008 gli esperti intervistati alla Global Catastrophic Risk Conference dell’Università di Oxford hanno suggerito che è possibile l’estinzione umana con una probabibilità del 19%  entro la fine di questo secolo, citando le quattro cause più probabili:

  1. Armi molecolari con l’impiego della nanotecnologia: probabilità del 5%
  2. Superintelligent AI èimpiego di mezzi da guerra automatici con intelligenza artificiale]: 5% di probabilità 
  3. Guerre: 4 percento di probabilità
  4. Pandemia ingegnerizzata: probabilità del 2%

Ovviamente in questo elenco l’utilizzo della nano tecnologia nelle armi da guerra “nanoweapons” sono in cima alla lista, avendo una probabilità su 1 di provocare l’estinzione umana entro la fine di questo secolo. Notate che le armi biologiche (item 4), che sono state un tema fondamentale apocalittico sia nella finzione sia nella saggistica, arrivano con un lontano quarto posto, con solo una probabilità su 1 su 50 di causare l’estinzione umana.

Le conseguenze potrebbero essere allarmanti. Considera i seguenti esempi di possibili nanoweapon:

  • Sorveglianza: migliaia di piccoli droni, ognuno dei quali misura 1 x 1 x 1 mm, trasmettono viste tridimensionali del campo di battaglia a un centro di comando remoto per fornire un vantaggio tattico
  • Spie: droni appositamente progettati, di dimensioni simili, entrano di nascosto nelle strutture nemiche. Lo fanno attraverso sistemi HVAC (ventilazione) o “tailgating” surrettiziamente quando gli umani entrano ed escono dalla struttura. I droni spia possono quindi disattivare le contromisure difensive, ad esempio attaccare sistemi di allarme, sbloccare barriere o eseguire autonomamente attività più maligne
  • Agenti patogeni: progettati per infiltrarsi nel corpo umano, arrestare meccanicamente gli organi chiave e quindi smantellare in sottoelementi non rintracciabili
  • Armi cinetiche: droni brulicanti destinati ad attaccare motori, sensori, sistemi di propulsione missilistica, ecc. Per disabilitarli o distruggerli

A complicare ulteriormente le cose, la produzione di tali dispositivi potrebbe essere semplice come usare una stampante 3D.

Rispondere a questi progressi richiederà l’innovazione delle contromisure difensive. Queste potrebbero includere l’uso di sensori avanzati per il rilevamento e “killzones”, punti perimetrali in cui le tecnologie dei droni sono disabilitate tramite mezzi acustici, ottici ed elettronici.

Tuttavia. è sicuro che l’ascesa di nanoweapons sarà accompagnata dalla ridefinizione di quelle che oggi sono comunemente definite come “armi di distruzione di massa”.

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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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