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USA: rimuovere il proprio passato e sostituirlo con il niente?

by Redazione online
9 Giugno 2020
Reading Time: 4 mins read
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Nonostante il paese sia in rivolta negli States continua ad andare in scena l’assurdo. Qui, nel video che segue – pubblicato su twitter – vedete  la polizia che buca le gomme delle auto parcheggiate perchè – spiegherà il comando al giornale Morning Star – le auto “potrebbero essere di dimostranti che poi le getterebbero a grande velocità sulla polizia” o “potrebbero contenere sassi o corpi contundenti da usare in modo offensivo contro le forze dell’ordine“. Queste le giustificazioni addotte.

Videos show cops slashed car tires at protests in Minneapolis. According to one reporter, officers grinned as they informed him that his tires had been punctured: “They were laughing. They had grins on their faces.” https://t.co/1rQsKEjA9P pic.twitter.com/zladu5ieAm

— Mother Jones (@MotherJones) June 9, 2020

Sembra abbastanza evidente che solo con una revisione completa degli attuali sistemi di polizia negli Stati Uniti potrà cambiare qualcosa in modo sostanziale.

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Qui una serie di altri episodi delle forze dell’ordine compiuti durante le manifestazioni di questi giorni, secondo documenti redatti dagli attivisti:

https://docs.google.com/spreadsheets/d/1YmZeSxpz52qT-10tkCjWOwOGkQqle7Wd1P7ZM1wMW0E/edit#gid=0

Continua intanto l’imbrattamento di monumenti dedicati a personaggi significativi dei confederati che hanno avuto un ruolo significativo nella guerra di secessione. Inoltre, come era già iniziato da circa un anno , i monumenti vengono rimossi dalle autorità.

Down it goes. A monument dedicated to Confederate soldiers who died at a Union prison camp in Indianapolis is being dismantled from Garfield Park Monday morning. pic.twitter.com/Yi53OAQOvi

— Mykal McEldowney (@mykalmphoto) June 8, 2020

 

Qui la si vede  la statua di John Castleman. La gente ha cercato di sbarazzarsi di questa statua da un paio d’anni, la città ha rinunciato a cercare di rimuovere la vernice arancione con cui la gente continuava a vandalizzarla.

Breaking: The statue of Confederate soldier John Castleman is currently being removed by the city of #Louisville at Cherokee Triangle. pic.twitter.com/3yPyELbXvf

— Ben Tobin (@TobinBen) June 8, 2020

A tale rimozione che mira cancellare il passato con un cuneo di odio e ignoranza, si aggiunge l’isteria collettiva dell’inginocchiamento, un rito che ha in realtà poco significato. Perché negli USA è da condannare la violenza generalizzata delle istituzioni e da mettere mano ad una riforma della polizia e delle procedure di arresto, ma il prostrarsi davanti alla comunità nera, in quanto tale, non ha significato. Perché in realtà non è che nella comunità di colore non ci siano colpevoli di crimini e reati. I comportamenti non possono essere classificati in base alle razze. Quindi simili gesti dimostrano solo una subordinazione culturale che non solo è illogica, ma è anche pericolosa ed ingiusta. Il male è nel cuore dell’uomo e c’è strutturalmente e non dipende dal colore della pelle. Per rimuovere effettivamente le ingiustizie e le disparità sociali , ci sarebbero ben altri modi, più efficaci e meno teatrali.

Intanto da un sondaggio della CNN, sembra che il presidente Trump abbia davvero poca speranza di essere rieletto:

NEW POLL: 84 percent of Americans say peaceful protests justified
60 percent say Trump’s response to protests harmful
38 percent approval rating for Trump=same number Carter & George H. Bush were at during same point in their presidencies and they both lost re-election
🙏🙏🙏 pic.twitter.com/WmmNIIQ2H7

— Joseph Kapsch (@JosephKapsch) June 8, 2020

I democratici hanno saputo cavalcare la protesta ad arte, facendola scivolare sui temi del razzismo. Del resto l’antifa è un movimento che si prepara dal 2017 a mettere in atto questo genere di operazione. La maggior parte della protesta però è sincera, c’è gente che non era scesa mai in strada prima. Proprio per questo, è impressionante lo smarrimento di queste folle, sono nello stesso tempo sincere ma indifese e manipolabili.
Non essendoci nessun leader carismatico – che possa nello stesso tempo essere critico del sistema e dare una prospettiva migliore – , la protesta, inevitabilmente, è destinata a sgonfiarsi senza cambiamenti sostanziali. Continuando come si sta procedendo, la struttura statale ‘distorta’ ed ‘autoritaria’ rimarrà intatta e la popolazione avrà il proprio ‘contentino’.

E’ abbastanza grottesco che personaggi come Bush e Obama si facciano ora paladini della rivolta, quando essi stessi sono stati parte del problema. In particolare, Bush è l’artefice della militarizzazione dell polizia e ha dato inizio alla guerra al terrore che ha trasformato gli Stati Uniti in uno stato in perenne ‘emergenza sicurezza’ (in cui a pagare sono stati ogni giorno gli onesti cittadini). Dell’opera di Bush, Obama è il prosecutore e non ha mai rappresentato una vera alternativa politica sostanziale.

Trump, ha avuto inizialmente buone prospettive ma per lungo tempo è apparso ostaggio proprio di quel Deep State che aveva promesso di voler prosciugare come uno stagno. Ma questo non è avvenuto ed  adesso l’alligatore ha dato il colpo di coda e non è solo il colpo di coda finale. A subirne le conseguenze  è Trump.  Non è riuscito a conquistare i cuori della gente,  ripetendosi di essere nel giusto. Ma per vincere in questo mondo, bisogna comunicare ed informare. Sono questi i due elementi decisivi.

@vietatoparlare

Tags: attacco ambasciata USAFloydUSA
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Patrizio Ricci associato Freelance International Press (FLIP), autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Coofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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