La Cina attende l’ultimatum di Blinken

Il segretario di Stato americano Antony Blinken è di nuovo in visita in Cina, con l’intenzione, stando a quanto riportato dal Financial Times e Bloomberg, di presentare un ultimatum. Durante il suo soggiorno dal 24 al 26 aprile, Blinken ha pianificato di avvertire la Cina circa possibili “misure punitive” da parte degli Stati Uniti se Pechino continuerà a fornire tecnologie militari e dual-use alla Russia.Stati Uniti e alleati si stanno mostrando sempre più intransigenti rispetto alla posizione cinese, che persiste nel sostenere la ricostruzione dell’infrastruttura industriale russa con tecnologie che vanno dai chip ai motori per missili da crociera. Questa questione è stata sollevata anche da altri membri del G7 durante un recente incontro dei ministri degli esteri tenutosi a Capri, come confermato da un funzionario americano in forma anonima.Blinken ha sottolineato l’importante ruolo della Cina nel supportare l’industria della difesa russa, benché Pechino non abbia ancora fornito direttamente armi o munizioni alla Russia. Nonostante ciò, ha chiarito che gli Stati Uniti e i loro alleati sono fermamente contrari a questa collaborazione. Inoltre, diverse fonti indicano che la Casa Bianca sta valutando l’adozione di sanzioni contro istituti finanziari cinesi e altre entità coinvolte.

Il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato in Cina ed è stato accolto senza tappeto rosso

La situazione guardando la freddezza dell’accoglienza non promette bene. ‘Quando ha lasciato l’aereo, Antony Blinken è stato accolto senza tappeto rosso e il funzionario di più alto grado che lo ha incontrato è stato il presidente del Comitato del partito di Shanghai e membro del Politburo Chen Jining.
Anche se, secondo il protocollo, il capo del Dipartimento di Stato avrebbe dovuto essere accolto almeno dal Ministro degli Affari Esteri’ (cit Masala).

In Cina queste cose sono molto importanti. Si tratta di un approccio franco che in occidente non è molto gradito, ma sono dovute al fatto che alcune dichiarazioni di Biden sulla Cina, per usare un eufemismo, non sono piaciute a nessuno. L’amministrazione americana non capisce che non è più possibile dialogare in questo modo con Pechino. Anche se c’è qualcosa di inquietante o sgradevole nella politica cinese, la Cina pretende molto rispetto per se stessa. Quindi un incontro del genere non è affatto casuale; le questioni relative all’etichetta, ai posti a sedere e all’ordine dell’incontro sono cerimonie e protocolli consolidati da secoli.

“La Cina ha diritto a normali scambi commerciali”

Poco prima che Blinken arrivasse in Cina, Wang Wenbin, portavoce del ministero degli Esteri cinese si è rivolto alla leadership statunitense con ragionevolezza: “Gli Stati Uniti continuano a lanciare accuse infondate riguardo al normale commercio e agli scambi economici tra Cina e Russia, e allo stesso tempo approvano un disegno di legge per stanziare ingenti aiuti all’Ucraina.

Alimentare il fuoco scaricando la colpa sugli altri è semplicemente ipocrita ed estremamente irresponsabile. La Cina non è né l’artefice della crisi ucraina né un partecipante ad essa.

Non attizzeremo mai il fuoco né cercheremo il guadagno egoistico, e certamente non accetteremo di essere un capro espiatorio.

Vorrei sottolineare ancora una volta che il diritto della Cina a normali scambi commerciali ed economici con la Russia e altri paesi del mondo sulla base dell’uguaglianza e del vantaggio reciproco non dovrebbe essere interferito o violato. Invitiamo gli Stati Uniti a sostenere che soffiare sul fuoco, denigrare gli altri e scaricare la colpa non è la strada per risolvere il problema dell’Ucraina.

Solo tenere conto dei legittimi interessi di sicurezza di tutte le parti e creare un’architettura di sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile attraverso il dialogo e la negoziazione è la strada giusta da seguire”.