La pandemia non può essere il Warm Hall per far passare misure o leggi che nulla hanno a che fare con l’emergenza

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[su_dropcap style=”default” size=”3″ class=””]I[/su_dropcap]n Italia non si riesce a sapere cosa succede nonostante ore di trasmissioni televisive sull’argomento coronavirus. Apprendiamo continuamente che sta succedendo qualcosa di terribile, ma paradossalmente, è impossibile sapere cosa stia succedendo esattamente.

[su_section border=”3px double #ffe01c” margin=”20px 0″] I media diffondono panico e preoccupazione ma non spiegano i dettagli. Ad ogni obiezione che cerca di basare il giudizio su presupposti razionali ,  la risposta è ” che gli ospedali sono già saturi  e ” non possono farcela’…” (ma la situazione era già critica prima dell’emergenza covid, con code di mesi di attesa per una prestazione…).[/su_section]

In proposito, ecco cosa diceva la Repubblica edizione di Roma il 23 di ottobre circa lo stato degli ospedali nella Capitale:

[su_quote style=”flat-light” cite=”La Repubblica” url=”https://roma.repubblica.it/cronaca/2020/10/24/news/coronavirus_roma_medici_e_infermieri_stremati_nei_pronti_soccorso_siamo_a_un_passo_dalla_catastrofe_l_emergenza_e_inges-271710454/?ref=fbpr&fbclid=IwAR3qB3eCea-sE52TmOmkO5LV4eExnRWnAkp9hUBEq9cOU5uikmYRLieCtOg”]Coronavirus, Roma. “Pazienti covid intubati ricoverati in sala operatoria”, l’sos degli ospedali del Lazio
Noi che lavoriamo in ospedale stiamo vivendo una dicotomia in certi momenti insostenibile: qui dentro abbiamo una percezione chiara di quello che sta succedendo e della situazione tragica in cui ci troviamo. Ma appena usciamo di qui troviamo una città che non ha capito niente” dice un medico dell’ospedale Sant’Eugenio, stremato dai doppi turni, preoccupato dai numeri che lievitano imballando i pronto soccorso della città.
Proprio i numeri, però, non collimano con la percezione generale: i positivi ricoverati ieri, in tutta la regione, erano 1.354, più 135 in terapia intensiva. La regione il 20 ottobre aveva comunicato di aver riattivato posti covid in tutti gli ospedali, incrementando di 1.035 posti letto per arrivare a un totale di 2.518 posti letto di cui 503 in terapia intensiva. Al 15 ottobre i posti nella regione erano 866 ordinari covid, 200 in terapia intensiva e 61 in terapia semintensiva per un totale di 1.127. La sensazione quindi non dovrebbe essere quella di un affollamento che sta per far collassare tutta la struttura. Eppure quasi tutti medici con cui ha parlato Repubblica si sentono così: a un passo dalla catastrofe.(…)[/su_quote]

Come vedete lo stesso articolista dopo i titoli allarmistici dice “Proprio i numeri, però, non collimano con la percezione generale…” e commenta  “però i medici si sentono così, una catastrofe”.

“I medici si sentono così….”?

Ho cercato quindi un altro giornale che esce con la cronaca locale con maggiori dati. Il Messaggero fornisce una valutazione diversa: “Covid, D’Amato: «Roma e il Lazio stanno tenendo»” – L’articolo è di due giorni dopo quello di Repubblica.  Oltre che il Lazio sta tenendo, dice che la quasi totalità dei deceduti è costituita da ultraottantenni con altre patologie che hanno contratto il virus. Una situazione ben lontana da quella descritta su Repubblica:

[su_quote style=”flat-light” cite=”Il Messaggero” url=”https://www.ilmessaggero.it/salute/focus/covid_lazio_roma_bollettino_oggi_25_ottobre_2020_nuovi_casi_contagi_morti_tamponi-5545511.html?fbclid=IwAR3-lKpg2vu0P3_PhHX3WNIJnzSI7L8fjv4NTyNZK6es86nR-ylon8lnH1M”]

Nella Asl Roma 1 sono 158 i casi nelle ultime 24h e si tratta di centoquarantanove casi a domicilio e nove sono ricoveri. Si registrano sei decessi di 81, 82, 84, 87, 89 e 96 anni con patologie.
Nella Asl Roma 2 sono 410 i casi nelle ultime 24h e si tratta di sessantadue casi con link familiare o contatto di un caso già noto e centocinquantasei i casi individuati su segnalazione del medico di medicina generale.
Nella Asl Roma 3 sono 64 i casi nelle ultime 24h e si tratta di trentatre casi con link familiare o contatto di un caso già noto. Si registra un decesso di 88 anni con patologie.
Nella Asl Roma 4 sono 86 i casi nelle ultime 24h e si tratta di trentasette casi con link familiare o contatto di un caso già noto, quattordici i casi individuati su segnalazione del medico di medicina generale.
Nella Asl Roma 5 sono 142 i casi nelle ultime 24h e si tratta di casi con link familiare, contatto di un caso già noto e isolati a domicilio.
Nella Asl Roma 6 sono 100 i casi nelle ultime 24h e si tratta di casi con link familiare o contatto di un caso già noto e casi isolati a domicilio. Si registra un decesso di 70 anni con patologie.
[/su_quote]

Quindi non esiste nessun problema? Affatto.  Le notizie devono soddisfare in un momento di emergenza il requisito dell’equilibrio.

Se  guardiamo i dati ufficiali dei decessi degli scorsi anni vediamo che  nel 2019 in Italia sono morte 650mila persone, ovvero in media, 54.000 persone muoiono nel paese ogni mese. A febbraio e marzo, 11mila persone sono morte per il coronavirus, altre 100mila per altre cause.

Un’altra affermazione da verificare è che l’aumento della mortalità sarebbe senza precedenti, il che significa che questo non è stato mai visto prima in Italia.

Ma se osserviamo le statistiche ufficiali sulla mortalità nel paese negli ultimi anni:

[su_section border=”1px solid #000000″ margin=”20px 0″]
2014 – 598 364
2015 – 647 571
2016 – 615 261
2017 – 649 061
2018 – 633 133
2019 – 647 000
[/su_section]

Nella lista vediamo che il tasso di mortalità in Italia differisce di diverse decine di migliaia di anno in anno, nel 2015 sono morte 50mila persone in più rispetto al 2014. E non c’è stata nessuna paralisi di ospedali e obitori, nessuna chiusura di frontiere, nessuna psicosi. Morirono 50mila persone in più, ma non ci fu nessun allarme.

Non si può davvero dire che negli anni precedenti la situazione in Italia sia stata proprio ‘ del tutto pacifica’:

Si stima che circa 55 milioni di persone muoiano ogni anno in tutto il mondo. Circa il 7% delle persone muore di alcol ogni anno e circa il 13% nella fascia di età 20-39 anni. Questi sono i dati ufficiali dell’OMS .

Il tabacco causa il 15% di tutti i decessi mondiali ogni anno, sono 8 milioni di vite, 200 volte più del coronavirus. Complessivamente, l’alcol e il tabacco uccidono 15 milioni di persone ogni anno. Questo è circa un terzo di tutte le morti sul pianeta.

Vi domanderete a questo punto ma perchè le autorità non proibiscono il tabacco e fanno leggi per lenire questo disastro?

Rispondo a questa domanda con un’altra domanda:  quale attività è più redditizia per lo stato dopo il commercio di petrolio e armi? Sono le bevande alcoliche e tabacco.

Questo è solo un esempio, per dimostrare che ogni notizia va letta con equilibrio e paragonandola ai dati.

Le decisioni politiche vanno prese razionalmente. Ciò vuol dire che tenere la mattina i trasporti stracolmi  e chiudere la sera alle 18 i ristoranti, le palestre i bar e quant’altro, è una misura irrazionale, casuale, inutile.

Questa misura viene giustificata non in base alla razionalità ma sull’onda della psicosi che le stesse persone hanno contribuito a generare.

[su_section border=”3px double #ffe01c” margin=”20px 0″] La popolazione preda di psicosi crede veramente che se il virus non viene fermato, ucciderà così tante persone che l’economia crollerà. In realtà le cose stanno esattamente l’opposto. [/su_section]

Le morti vanno evitate ma il riferimento all’economia è sbagliato, l’economia crolla soprattutto per le misure di contenimento.

Al momento l’età media delle persone uccise dal coronavirus, o meglio dalle complicazioni da esso causate, è di 79 anni. Il 99% dei deceduti aveva patologie croniche del sistema cardiovascolare o delle vie respiratorie, o tutte e due. Gli ottantenni sono chiamati nel linguaggio legale “persone con patologie” .

Questo è un dato terribile ma bisogna prenderlo per quello che è. In ogni situazione difficile occorrono reazioni razionali. E le situazioni difficili non possono essere il Warm Hall per far passare velocemente misure o leggi che nulla hanno a che fare con la pandemia. Che mai sarebbero passati altrimenti.

[su_section border=”3px double #ffe01c” margin=”20px 0″] Voglio dire una pandemia non si ferma cambiando i banchi a scuola o paventando l’ipotesi di far imparare Bella Ciao a scuola, ma con interventi sanitari, incentivando i trasporti, migliorando le infrastrutture, assumendo più medici e infermieri, fornendo farmaci anti-covid (vietati dall’Aifa* che autorizza invece la pillola del giorno dopo per le minorenni) e non certo distribuendo monopattini o bonus -vacanze.[/su_section]

Dalla STAMPA:

[su_section border=”3px double #ffe01c” margin=”20px 0″]Chi e perché ha bisogno di tutto questo circo? Chi ne ha bisogno e perché?

patrizioricci by @vietatoparlare[/su_section]

 

nota*: Aifa Agenzia italiana del farmaco

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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