4/11/1918, vittoria dell’Italia sull’Austria: a fine guerra l’Italia avrà all’incirca quanto le venne offerto.

Era 30 anni che eravamo alleati all’Austria, (il 20 maggio del 1882 Germania, Austria – Ungheria e Italia siglavano un trattato di alleanza difensiva passato agli onori della storia con il nome di “Triplice Alleanza” e destinato a durare sino al 1914, cioè per ben 32 anni. Ciononostante, con un accordo segreto con Francia e …

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La pandemia non può essere il Warm Hall per far passare misure o leggi che nulla hanno a che fare con l’emergenza

[su_dropcap style=”default” size=”3″ class=””]I[/su_dropcap]n Italia non si riesce a sapere cosa succede nonostante ore di trasmissioni televisive sull’argomento coronavirus. Apprendiamo continuamente che sta succedendo qualcosa di terribile, ma paradossalmente, è impossibile sapere cosa stia succedendo esattamente. [su_section border=”3px double #ffe01c” margin=”20px 0″] I media diffondono panico e preoccupazione ma non spiegano i dettagli. Ad ogni …

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La strategia di Putin sta finalmente iniziando a funzionare?

17 maggio 2018 DI PAUL CRAIG ROBERTS paulcraigroberts.org Ho già avuto modo di spiegare che l’atteggiamento, tipicamente cristiano, del Presidente Russo Vladimir Putin di offrire l’altra guancia alle provocazioni dell’Occidente è una strategia intesa a convincere l’Europa che la Russia è ragionevole mentre Washington non lo è, e che la Russia non è una minaccia …

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‘Terze vie’: caso Equador. Ed un altro modo di pensare: quello che parte dall’origine.

La questione della crisi greca supera le discussioni in corso: ‘certi aspetti’ non saranno mai affrontati dagli eurogruppi e dai referendum. Sì, esiste un giusto modo di fare economia  ed esiste anche una ‘responsabilità’, alla quale nessuno può esimersi, neanche i paesi poveri. E’ falso dire che l’economia è una scienza esatta,  ineluttabile. All’uomo invece, …

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Il genocidio armeno è stato rimosso dalla coscienza del mondo

Dossier di RAI TRE :

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 la Turchia odierna non è responsabile di quello è successo a quel tempo, sarebbe come pensare che la Germania attuale abbia la responsabilità del genocidio degli ebrei. Ma c’è chi dice che l’indifferenza di allora abbia forse incoraggiato Hitler ad attuare il suo piano di sterminio contro gli ebrei. Perciò la memoria è importante anche per le future generazioni e non possiamo accettare che simili tragedie vadano addirittura negate.

La differenza è che a differenza dell’olocausto ebraico, riconosciuto e condannato da parte tedesca, quello armeno non è stato né riconosciuto né tanto meno condannato da parte della Turchia attuale, che anzi, in ogni occasione, sia pubblicamente che riservatamente, continua a negare il fatto che sia mai avvenuto un genocidio degli armeni.

Sarebbe logico e giusto riconoscere quello che è stato fatto, ma inspiegabilmente le leggi interne della Turchia  puniscono addirittura chi parla di quei fatti, così la negazione del genocidio nonostante sia ampiamente documentato, impantana una nazione intera che pensa che la sua grandezza debba poggiarsi sulla retorica nazionalista , più che sulla verità. Ma solo la verità fa liberi.

La Turchia merita di voltare pagina, chi in questi giorni torna ad irrigidirsi non va in questa direzione.

Quello che segue, è un articolo del 2013 di Alberto Rosselli ( http://www.storico.org/ ), che ripropongo, vista la reazione scomposta della Turchia ‘sorpresa’ per le parole di Papa Francesco.[/su_quote]

[su_heading style=”modern-2-dark” size=”15″] Il genocidio armeno è stato rimosso dalla coscienza del mondo[/su_heading]

La persecuzione scatenata, tra il 1915 e il 1918, dai turchi nei confronti del popolo armeno residente in Anatolia e nel resto dell’Impero Ottomano rappresenta forse il primo esempio dell’epoca moderna di sistematica soppressione di una minoranza etnico-religiosa.

Una campagna di eliminazione che non scaturì soltanto dell’ideologia, scopertamente razzista, del sedicente Partito “modernista e progressista” dei Giovani Turchi, ma trasse le sue origini più profonde anche dall’innata, anche se inconfessabile, insofferenza che i mussulmani ottomani e curdi di Anatolia hanno sempre manifestato nei confronti di una minoranza cristiana, quella armena, portatrice di valori religiosi e culturali semplicemente diversi.

Ma andiamo per ordine e cerchiamo di capire le motivazioni e la genesi di uno dei più orribili e meno pubblicizzati fenomeni di intolleranza etnico-religiosa del XX secolo.

Lo sterminio degli armeni, verificatosi tra il 1915 e il 1918, in realtà non rappresenta che il completamento di una lunghissima campagna di persecuzioni e di discriminazioni che ebbe inizio a partire dalla seconda metà dell’Ottocento all’interno dei confini del decadente Impero Ottomano.

Tra il 1894 e il 1896 ‘Abd ul-Hamid, l’ultimo sovrano, o meglio despota, della Sacra Porta, diede il via ad un programma di sterminio che, sotto molti aspetti è possibile paragonare a quello nazista nei confronti del popolo ebraico (1).

Fu proprio in questo periodo, infatti, che il governo turco iniziò ad applicare nei confronti degli armeni – già discriminati in molti settori della vita civile ma ancora in grado di sopravvivere più o meno decorosamente – una serie di leggi volte non soltanto a perfezionare l’isolamento civile della minoranza, ma a decretarne e a renderne possibile, in buona sostanza, lo sterminio legale: una manovra che in buona misura venne attuata anche per scaricare sugli armeni – popolo, o meglio nazione, tradizionalmente molto attiva e mediamente colta – la responsabilità dei fallimenti di una politica di governo, quella dei sultani, assolutamente deficitaria ed arretrata.

La persecuzione contro gli armeni, infatti, va anche vista come il risultato di quei complessi e traumatici processi storici che tra la seconda metà del XIX secolo e i primi tredici anni del XX determinarono lo sgretolamento dell’Impero Ottomano.

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La Clinton ‘a ruota libera’ su Siria, Libia, Iraq ed America Latina

In una intervista rivolge aspre critiche ad Obama ed esalta l’unilateralismo e la politica muscolare americana di Patrizio Ricci Ancora una volta, Hillary Clinton si rammarica del mancato coinvolgimento delle Forze Armate americane nel conflitto siriano. Questa volta lo fa in una intervista rilasciata a Jeffrey Goldberg del giornale web “The Atlantic”. Le dichiarazioni sono …

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Preludio delle sofferenze europee

“Le nostre sofferenze di oggi sono il preludio di quelle che subirete anche voi europei e cristiani occidentali nel prossimo futuro”, dice il 47nne Amel Nona (in un messaggio del 10 agosto), arcivescovo caldeo di Mosul fuggito ad Erbil. Il messaggio é inequivocabile…vale la pena leggerelo… Vescovo di Mosul: occorrono decisioni forti (Corsera) Fa un …

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