Israele – E’ proprio la proposta “Due popoli, due Stati” ad alimentare il conflitto?

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Un interessante articolo della Nuova Bussola Quotidiana, datato 4 novembre 2023, discute il mantra di lunga data di “Due popoli, due Stati” come soluzione diplomatica al conflitto israelo-palestinese. Questa idea fu proposta per la prima volta nel 1947 ma fu respinta dalle nazioni arabe. Il rifiuto di questa proposta ha avuto un impatto significativo sul conflitto in corso.

Aggiungerei che anche prima , nel 1917, promettendo sia agli arabi che agli ebrei uno stato, gli inglesi giocarono con i due popoli per generare conflitti.

Comunque tornando all’articolo della NBQ, esso menziona che anche Papa Francesco, in un’intervista del 1° novembre, ove ha sostenuto l’approccio “due popoli, due stati” come unica soluzione praticabile al conflitto arabo-israeliano.

L’articolo critica l’uso ripetuto di questo mantra , suggerendo che questa frase sia diventata un espediente retorico utilizzato dai leader politici senza una genuina fiducia nella sua fattibilità.

Storicamente, la soluzione “due popoli, due stati” non è stata la soluzione ma piuttosto il precursore del conflitto arabo-israeliano. L’articolo ricorda che quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite votò nel 1947 per dividere la Palestina in due stati, uno arabo e uno ebraico, la proposta fu respinta dai paesi arabi. Quando Israele fu fondato nel 1948, fu attaccato militarmente da quelle nazioni arabe.

L’articolo della NBQ sottolinea che la questione palestinese è stata caratterizzata dal persistente rifiuto arabo di riconoscere la legittima esistenza di Israele. Questo rifiuto portò alla fondazione dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e alla creazione di un’identità “palestinese”. Solo dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967 e gli eventi successivi l’idea di uno scambio di “pace per il territorio” e la possibilità di uno stato arabo palestinese in Cisgiordania e Gaza presero piede.

L’elaborato menziona anche che l’ascesa di Hamas e di altri gruppi islamici ha reso impraticabile la soluzione “due popoli, due stati”.

In conclusione, l’articolo suggerisce che parlare di “due popoli, due stati” è inefficace e poco pratico, date le attuali realtà geopolitiche e ideologiche della regione.

Tutto l’articolo è disponibile per la lettura qui: Medio Oriente, nessuno crede più alla fiaba dei due popoli in due Stati

Credo che i rilievi siano veri.

Due alternative

Come uscirne allora? A mio avviso esistono due opzioni realistiche:

La prima opzione consiste nell’integrare la popolazione palestinese nei confini dei paesi limitrofi, come la Giordania, la Siria e l’Egitto, dove esistono comunità palestinesi numericamente significative.

La seconda alternativa, più realistica e che non richiederebbe l’approvazione dei paesi confinanti, sarebbe la creazione di uno stato federale in cui Israele rinunciasse al suo status di “stato ebraico” e dove l’ebraismo fosse considerato una delle molte religioni, tutte con pari dignità, convivendo pacificamente.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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