Il quotidiano di ispirazione cattolica il Sussidiario oggi riporta alcune anticipazioni quotidiano Milano Finanza“… ed avvisa che il governo potenziato dalla Task Force istituita per non disturbare il manovratore ed non avere l’impiccio del Parlamento, si è posto il problema di come gestire l’enorme numero di aziende che da qui a poco chiuderanno i battenti.
Ed ecco la soluzione:
Nell’articolo sono svelate “alcune anticipazioni del piano cui la task force guidata da Vittorio Colao sta lavorando”.
Ora visto che la Task Force di Colao doveva servire solo nell’emergenza sanitaria mi domando perché il lavoro che essa fa non possa essere fatto dal Parlamento italiano. La risposta è elementare: in realtà la Task Force di Colao ha già portato la Troika europea in Italia ed il nostro Parlamento è stato di fatto sostituito.
Fondamentali le domande che pone l’articolo di Paolo Annoni:
Si rinuncia per principio a fare quello che si fa nel resto d’Europa proprio con aiuti a fondo perduto e tagli fiscali che sostengano proprio quelle pmi che il nostro Stato vuole evidentemente liquidare in favore di non si capisce cosa. Si rinuncia persino a chiedere soldi ai cittadini italiani che messi di fronte all’alternativa probabilmente aprirebbero i cordoni pur di non vedere questo scempio assoluto.
Oggi un’azienda, “tradizionale”, ha bisogno
come in Germania e in Francia di risorse a fondo perduto e tagli fiscali che stimolino la voglia di fare impresa. Non c’è bisogno che sia lo Stato a decidere chi deve morire e chi, pochi, sopravvivere.
Questo avviene in Europa anche in Stati che sono messi poco meglio di noi in termini di finanza pubblica, o forse peggio, come la Francia. Per il grosso del sistema industriale italiano l’unico approdo è la procedura fallimentare o la cessione. A chi? Alle imprese italiane moribonde dalla crisi e senza soldi? Ovviamente a quelle salvate dai rispettivi Stati a forza di aiuti pubblici. Oltretutto con procedure concorsuali da terminare in tempi brevissimi.
La chicca finale è la liquidazione del patrimonio pubblico italiano per finanziare, non si capisce con quali criteri, le imprese innovative o che se lo meritano. Si apre uno spazio di discrezionalità politica, di dirigismo infinito che ovviamente solletica gli appetiti più nascosti della politica che potrà fare leva sulle poche preziosissime risorse disponibili in Italia in una landa desolata di imprese che falliscono e presentano i libri in tribunale.
Tutto questo perché non si riesce a pensare fuori da vincoli che nell’Unione europea ormai non vuole più nessuno come si vede dalla scarsissima adesione al Mes a cui hanno detto di no Francia, Spagna e Grecia. In pratica si realizza il sogno del vincolo esterno perenne che distrugge il sistema produttivo e garantisce la rendita. Chi rimane a gestire l’Italia rimane come viceré.
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