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Situazione operativa sui fronti siriani del 7-1-2018

by Redazione online
8 Gennaio 2018
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Entriamo nel 2018 ed eccoci con un nuovo appuntamento per le nostre SITREP.

Come d’abitudine prenderemo in esame il fronte più attivo e vi presenterò innanzitutto gli aggiornamenti flash diffusi sui social.

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Sacca di Idlib

1-1-2018

Fronte a nord di Hama

Sacca di Idlib, fronte a nord di Hama 1-1-2018

Chi segue con regolarità le nostre sitrep o i commenti video non rimarrà stupito, ma l’esercito siriano sta avanzando proprio lungo le direttrici ipotizzate ed auspicate.
Dopo aver liberato Abu Dali l’esercito ha respinto alcuni tentativi di contrattacco da parte di Al Qaeda. Quindi ha proseguito sempre sulla medesima direttrice, liberando dapprima Atshan e poi Abu Umar e Tall Sukayk. Oggi sono anche riusciti a liberare un villaggio di importanza strategica, Kuwain al Kabyr, importante per i nodi viari che permettono l’accesso a diverse località.
Dopo le prime linee molto fortificate pare che le forze SAA stiano ora affrontando già delle retrovie meno preparate a resistere e meno fortificate Speriamo che per altri giorni riescano sempre a mantenere la medesima pressione su questo fronte.

2-1-2018

Fronte a nord di Hama

Sacca di Idlib, fronte a nord di Hama, 2-1-2018

Solo ieri spiegavo come i due villaggi liberati a nord garantissero l’accesso a territori vicini, in quanto erano strategici per le vie di comunicazione. Oggi l’SAA (esercito arabo siriano) ha liberato altri 4 villaggi sfruttando proprio le vie di comunicazione che i villaggi permettono di controllare, inoltre è da notare come sia confermata la maggiore facilità di avanzata una volta oltrepassata la prima fascia del fronte, dove le postazioni fortificate, i tunnel ed i bunker erano stati approntati in maggior numero nei mesi scorsi.
Speriamo, come ieri, che la pressione offensiva sia possibile da mantenere, essendo assai dispendiosa in termini di logistica.
Zurzuz, Wadi an Naqa, Hawa, Umm al Khalakil, Niha, sono i villaggi liberati oggi, tutti utilizzando le vie aperte verso nord. Ora da li possono ancora procedere su altri villaggi.
Per aumentare il controllo sul territorio, ad est dovranno prendere Al Tamaniah, roccaforte di una certa importanza per poi puntare su Khan Shaikur e Khafr Zhyta, mentre a nord i primi obbiettivi saranno Furajyi e Durhaybi’ha.
L’avanzata siriana guidata, nemmeno a dirlo, dalle leggendarie Unità Tigre, stanno causando grossi problemi alle truppe di Al Qaeda, che ha dovuto lanciare oggi un appello alle altre forze terroristiche non legate direttamente a lei (che ricordo sono Jaish al Islam e Harar al Sham, l’FSA non è che una sigla di comodo per raccogliere aiuti militari e fondi dai governi occidentali).
Se questi gruppi non dovessero intervenire per tempo, essendosi combattute sanguinosamente in questi mesi tra di loro, l’esercito siriano potrebbe riuscire a guadagnare abbastanza terreno e posizioni strategiche da causare il collasso del fronte ad est ed un ripiegamento di tutto lo schieramento qaedista ad ovest di Abu ad Duhur o addirittura ancora più ad ovest oltre l’autostrada M5, che per ora resta inavvicinabile.

Goutha est

Goutha est, combattimenti 2-1-2018

L’iniziativa offensiva di alcune formazioni della sacca del Goutha est si è materializzata in un attacco verso la base militare siriana di Hirista dove al momento invece sono in corso offensive siriane per recuperare in toto le posizioni perse. L’aviazione sta colpendo duramente i terroristi causando loro pesanti perdite.

Golan siriano

Procede lo smantellamento di questa sacca con la rimozione dei terroristi trasferiti nella zona di Daraa.
Le postazioni sulla zona neutra tra il territorio siriano e il Golan occupato da Israele è tornato sotto controllo siriano in questo settore.

4-1-2018

Sacca di Idlib

Fronte a nord di Hama

Ancora avanzate dell’esercito siriano che travolge le sempre più fragili difese di al Qaeda.

Non illudiamoci che possa proseguire ovunque così. Qui l’esercito sta avanzando e quindi come abbiamo già spiegato, non da tempo ai nemici di approntare difese capaci di resistere. Vengono quindi travolti dalle forze siriane che stanno liberando, guidate dalle Unità Tigre, villaggio dopo villaggio.
Dove invece non si avanza, temo che le difese vadano crescendo e che una volta terminato l’affondo a nord si dovrà fare i conti con una forte resistenza ad ovest.
Comunque l’avanzata a nord sta dando ottimi e veloci risultati, ben oltre ogni rosea previsione. Proseguendo di questo passo Sheik Baraka, Umm al Rajim e Tel al Khazna, saranno liberati. Secondo una fonte, le truppe jihadiste starebbero già ritirandosi da Sheik Baraka. Questo è un ottimo segnale, basta che l’avanzata non dia loro il tempo di posizionarsi più a nord in assetto difensivo, rinforzando le forze già presenti.
Mentre poco ad est della linea del fronte Umm Muwailat e Hawa paiono pronte ad essere prese, il centro di maggior valore strategico invece è Sinjar, che al momento è bersagliato dall’artiglieria siriana. Perché strategico? prima di tutto per le strade che l’attraversano e che ne fanno la porta per le prossime avanzate, secondo perché aprirebbe la strada verso Abu at Duhur. Poco difendibile, si frappone tra i due villaggi. In caso di ulteriore avanzata verso nord il rischio che venga a formarsi una grossa sacca qaedista divisa da quella di Idlib si andrebbe concretizzando e questo potrebbe convincere i comandi terroristi ad ordinare la ritirata da est per far rientrare quanti più combattenti e materiali per la difesa di Idlib.
Scenario davvero allettante per chi parteggia per la liberazione dal terrorismo e la pace in Siria.
Vi segnalo un mea culpa di Repubblica, che conferma quanto abbiamo sempre denunciato delle fonti che accusavano l’esercito siriano di stragi di civili, leggete cosa scoprono solamente ora questi ispettori Derrik della stampa e nemmeno si scusano di avervi dato per anni informazioni del tutto travisate e false. Vi ricordate Rhula Jebreal e il genocidio di Aleppo?? Ecco non c’è mai stato ….

Sacca di Idlib, panoramica dei fronti del 4-1-2018

5-1-2018

Prima cosa da fare presente, l’articolo di ieri apparso di Repubblica andava troppo incontro alla verità per poter essere accettato da tutti i giornalisti menzogneri che si saranno lagnati col direttore per la figura tremenda (solo per non dire di “merda”) che facevano, un giornale che di fatto sconfessava i suoi menzogneri cronisti, che per una volta ammetteva quanto le fonti fino allora accreditate fossero in realtà false e ingannevoli….. Troppo.

Oggi appare in loco dell’articolo, una spiegazione di poche righe che riporto qui: “Il 4 gennaio in questa pagina è stato pubblicato un articolo dal titolo “Siria, le narrazioni fasulle del”Osservatorio siriano sui diritti’ che copre i crimini dei cosiddetti ‘ribelli’” che non rispettava gli standard di accuratezza e imparzialità di questa testata. Ce ne scusiamo con i lettori. Quello che segue è un tentativo di fornire un punto documentato e il più possibile oggettivo sullo stato dell’informazione riguardo alla guerra in Siria “.

Tutto qua, e dopo, subito un articolo che torna a piè pari nel filone narrativo finora propinato ai lettori.

Curioso davvero l’articolo di Repubblica

Vi segnalo questo articolo di Repubblica, in cui il giornalista, poi identificato in Carlo Ciavoni, ammette tutto quanto sappiamo e denunciamo da anni riguardo lo story-telling dei media NATO, che raccontano versioni false della guerra in Siria sulla base di dichiarazioni mai confermate o del tutto inaffidabili di un sedicente Osservatorio per i Diritti umani in Siria, che ben conosciamo. A distanza di poche ore, le rettifiche , le scuse, e la sostituzione dell’articolo avvenuta in due riprese, qui il link di Megachip, dove trovate la storia e l’originale articolo pubblicato, ringrazio il giornalista Pino Cabras.

http://megachip.globalist.it/guerra-e-verita/articolo/2018/01/05/siria-curioso-articolo-su-repubblica-it-2017331.html

Ora vediamo se da ieri ad oggi vi siano state delle novità.

Fronte a nord di Hama nella sacca di Idlib

Sacca di Idlib, procede lo sfondamento siriano, giorno 5-1-2018

Intanto da ieri altri due villaggi sono stati liberati e sempre verso nord, Tall al Khaznah e Umm ar Rajim, mentre proseguono i combattimenti presso Shaykh Barakah, come spiegavamo ieri aprirebbe la strada ad un importante crocevia strategico. I miliziani lo sanno e si spendono come possono per difendere i loro capisaldi.

Poi verso est Umm Ar Rajim e Murayjib al Mashad sono stati liberati.

Si muove anche la sacca di transfughi ISIS che non attaccano i siriani (e come dargli torto) ma occupano dei villaggi sottraendoli ad Al Qaeda, per ora ci può anche andare bene, no??

Attendiamo i prossimi sviluppi ma credo che si potrebbero nuovamente spingere verso nord proprio in direzione dei capisaldi strategici già indicati.

Goutha est

Si riduce man mano il misero guadagno dell’offensiva degli jihadisti. Hanno avuto grosse perdite a fronte di modestissimi e temporanei progressi…

Mancano circa 100 metri al recupero totale dell’accesso siriano alla base rimasta isolata per qualche giorno.

Golan siriano

Procedono bene le operazioni di ricollocamento dei terroristi presso altre zone, a breve dovrebbero terminare e con esse anche un’altra sacca ci saluterà.

 

6- gennaio- 2018

Sacca di Idlib

Fronte a nord di Hama

Sacca di Idlib, nuova avanzata siriana verso Sinjar 6-1-2018

Nuovo balzo in avanti dell’esercito siriano. Dopo la disperata resistenza dei miliziani di al Qaeda attorno Sheikh Barakah, le forze siriane sono riuscite a liberare il villaggio, aprendosi la strada, lungo la direzione da noi indicata come strategica. I combattimenti si sono infatti spostati su Sinjar, il nodo viario di primaria importanza strategica in vista della prossima avanzata verso la base di Abu Ad Duhur. Mossa che causerà il collasso delle linee qaediste ad est del fronte siriano in avanzata.

Come mi ha domandato un lettore, sarebbe chiaramente opportuno se vi fosse una analoga iniziativa siriana da nord di Abu ad Duhur, ovvero il fronte sud di Aleppo. A questo proposito devo notare che la prima linea del fronte sud di Aleppo sia fortemente preparata ad una offensiva siriana, quindi occorrerebbe un notevole dispositivo di truppe e supporto di fuoco per riuscire a superare le difese jihadiste, con anche un notevole dispendio di caduti. Meglio quindi proseguire nelle retrovie poco approntate e risalire velocemente verso nord per poi prendere alle spalle o causare il collasso delle difese e unire i due fronti.

L’offensiva siriana si è mossa anche verso est e la principale via di comunicazione in zona, anche qui gli obbiettivi previsti sono stati liberati: Umm Muwailat, Hawa, An Nassiriya, Tall Amarah.

Sacca di Idlib, panoramica su tutti i fronti, 6-1-2018

Non potrebbe andare meglio fino a questo momento.

Mentre vi sto scrivendo, leggo che le avanguardie siriane, guidate dalle Unità Tigre, stanno entrando alla periferia di Sinjar.

Base di Khmeimin, provincia di Latakia

Sono state diffuse voci di un pesante attacco sulla base russa in Siria (in parte erano vere in parte esagerate). Un attacco c’è stato, ma non con missili Bm-21, ma con piccoli mortai, portati entro i limiti della base da un gruppo di jihadisti infiltrati. Hanno aperto il fuoco sulla pista e causato danni limitati a pochi veicoli, le uniche foto diffuse sono di due velivoli, ora apparsi riparati in questo video.

Due pare siano state le vittime, non è stato specificato se uccise dai colpi di mortaio o in combattimento a seguito dell’attacco.

Valuto questo attacco come un tentativo si sabotare la campagna elettorale in Russia, in vista delle elezioni presidenziali. Segue infatti di poco la recente visita del presidente russo presso questa base, colpendola si vuole creare un danno più mediatico e di immagine, al Presidente Putin, che di reale valore strategico o bellico.

La base, il cui video riprende l’arrivo di aiuti e regali a Capodanno, appare perfettamente operativa ed intatta.

 

7-1-2018

Sacca di Idlib

Sfondamento verso Abu ad Duhur

Sacca di Idlib, fronte in avanzata alle ore 22.00 del 6-1-2018

Abbiamo seguito le importanti operazioni di ieri, l’avanzata siriana è proseguita senza rallentamenti. Le forze armate sotto la guida delle Unità Tigre  hanno raggiunto nel tardo pomeriggio altri villaggi sulla linea del fronte di Sinjar e li hanno liberati: Kafraya, Al Khiyarah, Mutawassitah, oltre a Sinjar, sono stati liberati. Come avevamo spiegato, nel territorio che si frappone tra Sinjar e i villaggi vicini, e la base di Abu ad Duhur, poco si frappone che possa rappresentare un punto di resistenza. Infatti nella prima mattinata sono proseguite le operazioni in maniera spedita. Ajjaz, Abu Tuhayjah, Karratin al Kabirah e Karratin as Saghirah sono stati liberati uno dopo l’altro senza che le difese jihadiste riuscissero a opporre molta resistenza, non solo, nella notte l’esercito ha attaccato alcuni villaggi ad est di Sinjar, Nabaz al Kibli, Ash Shamali, Ramla, Sraa, Suray’ah e proseguono.

Sacca di Idlib, lo sfondamento delle forze siriane verso Abu ad Duhur, ore 14.00 del giorno 7-1-2018

Il fronte avanzato al momento è alle porte di Tall al Awja (appena a nord di Sinjar) ma le SAA hanno proseguito verso nord e ora sono alle porte di Mir Aya a soli 8 Km da Abu ad Duhur, davvero niente male.

Ieri leggevo di movimenti delle milizie qaediste che da giorni tenterebbero di rafforzare le difese attorno al settore di questo villaggio e base militare, richiamando truppe dalla zona a sud est della sacca, se confermata, questa notizia comproverebbe l’imminente collasso della parte est della sacca di Idlib, e vedremmo i fronti del Kanasser e quello a nord-est di Hama, avanzare decisi convergendo verso Abu ad Duhur.

Base di Khmeimin

In questi giorni si sono susseguiti altri attacchi contro la base aerea russa in Siria, gli attacchi avvengono mediante l’uso di razzi Bm30 denominati Smersh. Perché questo modello? Perché la gittata di provenienza indica una distanza calcolata entro i 60 Km dalla regione al confine con la Turchia nei pressi di Bidama. Proprio stamattina l’aviazione russa ha iniziato una serie di bombardamenti mirati lungo il confine con la Turchia. Ricordo che solo pochi giorni fa il governo turco avesse aperto i propri cieli ai voli militari russi diretti verso la Siria, un altro importante passo avanti nei rapporti di riconciliazione.

I missili dei terroristi sono stati intercettati in volo dalle batterie contraeree, ma allo stesso tempo stanno avvenendo attacchi mediante droni caricati di esplosivo, una tipologia di attacco che potrebbero portare con se rientrando in Europa. Molto efficace contro obbiettivi delicati come gli aerei passeggeri in decollo negli aeroporti e questo è davvero preoccupante.

Per oggi è tutto

Stefano Orsi

 

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Tags: Sitrep SiriaStefano Orsi
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Patrizio Ricci associato Freelance International Press (FLIP), autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Coofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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