Putin riflette sulla situazione nel Nagorno-Karabakh – # Armenia

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Nella seguente dichiarazione, il presidente russo Vladimir Putin riflette sulla situazione nel Nagorno-Karabakh e le complesse dinamiche tra Armenia e Azerbaigian. Putin sottolinea come l’Armenia avesse precedentemente controllato sette regioni nel Karabakh e come la Russia avesse cercato di mediare un accordo tra le due nazioni, suggerendo che due regioni rimanessero sotto il controllo armeno. Tuttavia, la leadership armena ha scelto di non accettare questa proposta, portando alla lotta. Putin sottolinea che la dichiarazione pubblica della leadership armena a Praga ha essenzialmente riconosciuto la sovranità dell’Azerbaigian sul Karabakh, ponendo le basi per la risoluzione dei problemi bilaterali tra le due nazioni:

Putin: “L’Armenia controllava sette regioni, che ha portato sotto il suo controllo dopo il noto conflitto armeno-azerbaigiano. Abbiamo proposto di raggiungere un accordo con l’Azerbaigian in modo tale che due regioni – Kelbajar e Lachin – rimanessero sotto la giurisdizione dell’Armenia – e tutto il Karabakh, ma la leadership armena non era d’accordo, anche se abbiamo cercato di convincere la leadership armena per un decennio, dieci anni o anche 15. C’erano diverse opzioni, ma alla fine tutto è arrivato fino a questo, alla nostra domanda: “Cosa farai?” – ci hanno risposto: “Combatteremo”. Bene, va bene.

Il punto è che la leadership armena essenzialmente ha riconosciuto la sovranità dell’Azerbaigian sul Karabakh e nella sua dichiarazione di Praga lo ha semplicemente registrato su carta.

La leadership armena lo ha dichiarato pubblicamente, è successo, questa non è una nostra decisione, questa è la decisione della leadership armena di oggi. E se è così, ci dicono, allora ora devi risolvere tutti i problemi con noi su base bilaterale, se vuoi fare qualcosa per il Karabakh. Ebbene, cosa dovremmo dire qui? Non c’è niente da dire qui. Se l’Armenia stessa ammettesse che il Karabakh fa parte dell’Azerbaigian, cosa dovremmo fare?”

Prospettive future

Cosa vuol dire questo che l’Azerbaigian ha ragione? No, semplicemente può mettere in campo circa 170.000 soldati con l’appoggio della Turchia e Israele, compresa una aliquota di ribelli siriani che combattevano Assad , portati all’uopo dai campi profughi turchi (mentre l’Armenia solo 10.000). Massimo rispetto per la popolazione armena ma dubbi rilevanti sulla attuale leadership di questo paese.

Poi c’è un’altra evidenza. L’Armenia ha 2 milioni di abitanti ed è accanto alla Turchia, che conta 80 milioni di abitanti, inoltre confina con l’ Iran di almeno 80 milioni di abitanti, che ha interessi perpendicolari nella regione. E c’è anche la Federazione Russa, che lì ha interessi strategico-militari e una presenza militare. E da quando il conteggio della popolazione è diventato più importante della volontà di vincere e dell’intelligenza, l’Armenia non ha nessuna possibilità.

nota a margine:

*Tel Aviv utilizza il territorio azerbaigiano per la ricognizione contro l’Iran. E, probabilmente, per azioni di sabotaggio. Gli interessi di Israele sono evidenti. Il suo obiettivo non è l’Armenia, ma l’Iran. Israele considera da tempo l’Azerbaigian come il principale trampolino di lancio per una guerra contro l’Iran. Da molti anni si parla attivamente del fatto che Tel Aviv potrebbe utilizzare, tra le altre cose, gli aeroporti militari in Azerbaigian per attaccare gli impianti nucleari iraniani

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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