La Russia recluta volontari siriani per aiutare le forze russe in Donbass

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Da circa una settimana mi arrivano indiscrezioni che è in Siria è in atto il reclutamento di personale militare siriano, che si è offerto (o ha accettato) di partecipare alla campagna militare russa in Ucraina. Sembra ci siano diversi punti di reclutamento in Siria.

Le persone più gradite sarebbero coloro che hanno esperienza di guerriglia urbana e quelle già inquadrate nelle Divisioni siriane sotto la stretta supervisione russa.

Quindi, proprio ieri ciò che veniva vociferato sui social siriani e su alcune fonti ben informate, ha ricevuto conferma durante una riunione del consiglio di sicurezza russo. La pubblicazione russa RBC ha riferito che Putin in persona ha accettato l’invio di 16.000 volontari dal Medio Oriente nel Donbass.

“Qui, certo, riteniamo giusto rispondere positivamente alle richieste che ci pervengono, soprattutto perché queste richieste non sono finalizzate a fare soldi, ma nascono dal desiderio di queste persone. Conosciamo molti di loro, ci hanno aiutato nella lotta contro l’Isis nei momenti più difficile degli ultimi dieci anni”, ha detto il ministro della Difesa Shoigu.

E alla proposta di Shoigu, RBC riferisce che Putin ha risposto: “Quindi se vediamo che ci sono persone che vogliono – su base volontaria, soprattutto non per soldi, – venire ad aiutare le persone che vivono nel Donbass, bene. Verremo loro incontro e le aiuteremo a trasferirsi in zona di guerra”.

Nello stesso tempo, il presidente russo ha osservato che “gli sponsor occidentali dell’Ucraina non nascondono il fatto che i mercenari vengano raccolti da tutto il mondo per essere inviati in Ucraina, ignorando tutte le norme del diritto internazionale”.

Putin ha anche sostenuto la proposta di Shoigu di trasferire le armi catturate alla DPR e alla LPR, che sono andate all’esercito russo. Stiamo parlando di carri armati, veicoli corazzati, artiglieria, nonché Javelin e Stinger, che i paesi occidentali hanno fornito a Kiev. Quindi Putin ha autorizzato l’impiego di personale straniero. La pubblicazione russa ‘RBC’ riferisce che Putin ha detto a Shoigu: “Per favore fallo. Se sono necessarie decisioni qui al mio livello, sono pronto”.

Sempre dalla stessa fonte, questo è stato il commento del portavoce del Cremlino Peskov durante una conferenza stampa con i giornalisti:

“Le autorità russe hanno consentito l’invio di volontari dal Medio Oriente nel Donbass sullo sfondo del fatto che un gran numero di mercenari stranieri [si parla di 20.000 secondo fonti occidentali] stanno arrivando in Ucraina pronti a partecipare alle battaglie contro l’esercito russo”.

A Peskov i giornalisti hanno chiesto quale fosse lo scopo della decisione di inviare volontari dal Medio Oriente nel Donbass e se questo potesse rafforzare le forze del DNR e dell’LNR.

Dimitry Peskov ha risposto: “Se, il mondo occidentale accoglie con favore l’arrivo di diversi [migliaia di] mercenari, allora ci sono anche volontari da questa parte che vogliono prendere parte a questo”.

La notizia, se è comprensibile – visto che la Russia ha intere unità sotto il proprio controllo in Siria – dall’altro la notizia rattrista non poco. Soprattutto perché la Siria è ancora un paese in guerra e già la sua gente ha pagato un prezzo molto alto, avendo sofferto la guerra da più di un decennio. Per cui l’idea che siriani debbano ancora essere spostati su altri fronti, lascia interdetti .

Naturalmente, le difficoltà di Mosca sono comprensibili. Da un lato non può più tornare indietro e dall’altro deve trovare risorse per far fronte al una guerra che rischia di durare a lungo: esiste già il piano degli Stati Uniti per portare in Ucraina lo scenario siriano. E a quanto pare, non solo come paragone: Il presidente USA Biden per espandere la guerra in Ucraina hanno già proposto al Congresso 10 miliardi di dollari, tra aiuti umanitari ed armamenti. E’ anche noto che gruppi di jihadisti siriani e mediorientali hanno già preceduto l’attuale reclutamento di militari e filo-governativi siriani.

Quindi, al di là dell’angoscia per quanto sta succedendo, ciò che succede non mi meraviglia. E’ la dura logica della guerra. Perciò è ormai certo che anche la “legione straniera” russa comprenda anche cittadini di altri paesi, oltre la Siria.

E’ comunque – come già detto – è da tener presente che sia dall’una che dall’altra parte, queste milizie di ‘volontari’ non avranno lo status di combattente regolare. Pertanto, per loro si applicherà, se catturati, il codice penale di guerra.

A tal proposito, il portavoce del Ministero della Difesa magg. Igor Konashenkov, anche se si riferiva alla parte antagonista, ha detto molto chiaramente:

(…) Non hanno diritto allo status di prigioniero di guerra. La cosa migliore che attende i mercenari stranieri al momento dell’arresto è il procedimento penale. Esortiamo i cittadini di paesi stranieri che intendono andare a combattere per il regime nazionalista di Kiev a pensarci due volte prima del viaggio.

Forse per questo è comprensibile la decisione di Putin di schierare le milizie volontarie siriane solo nel Donbass ed impiegarli solo a sua difesa o nella riconquista dei vecchi territori.

In questo modo, le forze russe potrebbero essere alleggerite ed essere utilizzate nel vasto territorio ucraino. Comunque è strano che si distolgano forze dalla Siria, viste le scarse risorse militari attuali, la pressione di Israele sulle forze iraniane e le forze proxy dell’Isis di nuovo stranamente in auge.

VP News

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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