Il Potere e le tecniche per ottenere ‘consenso pubblico’

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La Disinformazione

La disinformazione è l’attività che, per un motivo ideologico, di potere o per un bene superiore (il fine giustifica i mezzi), supera i legacci della democrazia, utile ma spesso non abbastanza “pragmatica”.

La disinformazione, specialmente durante i periodi di conflitto armato, mira a preparare la gente affinché si formi un consenso su un determinato conflitto, che deve apparire necessario. Questo non accade sempre, ma la propaganda è fondamentale per creare un vasto consenso pubblico. Questo approccio è stato utilizzato in alcuni casi, come ad esempio nella guerra in Iraq, dove si sapeva fin dall’inizio del secondo conflitto che non esistevano armi di distruzione di massa.

Il Potere e il Consenso Pubblico

Preparare la propaganda basandosi sull’emozione personale è il metodo più comune, poiché sfrutta l’emozione e la ribellione semplificando e mentendo sui contesti, creando così un senso di ribellione basato sul sentimento di giustizia che è innato in noi. Ormai ci sono molti documenti che dimostrano questi meccanismi.

Il potere ha bisogno del consenso pubblico e, quando manca, spesso lo costruisce attraverso notizie false o artefatte, e gli italiani non sono estranei a questo. Altre notizie possono distogliere l’attenzione da fatti di interesse pubblico.

Durante o dopo un conflitto, e comunque durante periodi di restrizione delle libertà individuali, i fatti e la verità stessa possono essere modificati per influenzare la mentalità di una popolazione potenzialmente insoddisfatta o ostile. Un esempio di ciò è la persistente retorica risorgimentale in Italia, che è durata dal 1860, inclusa la Prima Guerra Mondiale. Meglio un popolo stordito che un popolo educato ed attento a ciò che accade, un popolo geloso delle proprie tradizioni, geloso della propria libertà.

La Potenza della Propaganda

La propaganda è un potente strumento per influenzare l’opinione pubblica, ed è utilizzata in modo massiccio dal potere e dalle multinazionali per fare affari, creando consenso artificiale e facendo accettare sacrifici attraverso la diffusione di notizie artefatte.

Come affermato da Pratkanis e Aronson nel 1991, ogni giorno siamo bombardati da una comunicazione persuasiva che agisce attraverso la manipolazione di simboli e delle nostre emozioni più basilari.

Ad esempio, pensiamo al nome dato all’epoca della cristianità, quando la società era basata sul cristianesimo, che è stato chiamato dagli storici di parte con una parola che ha una forte connotazione negativa: “medioevo”. Questa è una delle tecniche utilizzate per portare discredito e distrazione.

Un cambio di nome può essere sufficiente a confondere, sia in senso positivo che negativo. Nel contesto attuale, possiamo vedere come la disinformazione funzioni con casi come Wikileaks, dove le persone non vengono informate e si svolgono azioni senza il loro consenso. Gli interessi e i poteri forti spesso innescano campagne di discredito personale contro chi si oppone a loro. È notizia verificata che in Iraq ci sono stati da 500 mila, alcune fonti dicono fino a un milione di morti, in gran parte civili. Si tratta di una invasione  in cui – oltre alla distruzione del paese – sono avvenuti torture e violazioni delle libertà individuali, operazioni militari sconosciute al grande pubblico, illegali e disonorevoli.

Per combattere la Disinformazione: approfondire e verificare

Le notizie possono essere manipolate, i fatti possono essere presentati diversi da come sono. Ma possiamo fare qualcosa per combattere questa situazione sempre più diffusa? C’è un modo: approfondire e verificare.

Oggi abbiamo potenti mezzi di comunicazione, il principale dei quali è internet. Questo è il motivo per cui in passato ho aderito al circuito di blogger di Samizdatonline, così chiamato in onore della stampa clandestina durante il regime sovietico in Russia. Sono convinto, dati alla mano, che non esista libertà di informazione nel nostro paese. La libertà è solo apparente, ci sono troppi interessi prevalenti e non sono per il bene comune. Nei social, canali Youtube. In definitiva, si deve ripetere il frame proposto dai media mainstream, oppure parlare solo del proprio gattino o della propria moto, altrimenti si viene sistematicamente bannati, demonetizzati o deindicizzati (il che equivale a scomparire dalle ricerche).

Per concludere, internet è uno strumento fondamentale, ma è importante imparare a usarlo. Vorrei proporre i cinque punti di H. Michael Sweeney, che forniscono metodi per individuare le mezze verità:

  1. Chiedi: poniti sempre molte domande quando senti una notizia di cronaca. Da dove viene la notizia? È una fonte affidabile? C’è qualcun altro che ha riportato la stessa storia? Metti in dubbio ogni cosa e non dare nulla per scontato. [  a aquesto io aggiungerei confronta ciò che si dice con la tua esperienza e con la morale cattolica]
  2. Verifica: cerca sul Web o parla con i tuoi amici e familiari di ogni notizia proveniente dai media. Potresti scoprire informazioni importanti che ti mostrino l’intera vicenda sotto una luce differente.
  3. Mantieni la tua posizione: non sottostimare mai le tue opinioni e non farti intimorire dall’autorità. Diffida delle “persone che sanno” che gettano sul tavolo le loro credenziali. Tutti hanno lo stesso livello di credibilità finché non dimostrano di essere degni di fiducia.
  4. Indaga: Fai molta attenzione alle notizie considerate troppo complesse da risolvere. Probabilmente non è stata fatta nessuna analisi della vicenda e tu stai utilizzando informazioni che non sono state verificate né approfondite.
  5. Focalizza: Non provare a dividere la tua attenzione su diverse notizie di cronaca. Scegline una e resta su quella. Poi passa oltre. C’è sempre una notizia più importante che richiama la tua attenzione che può distrarti dalla tua indagine.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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