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Gli USA non si oppongono alla normalizzazione dei rapporti con la Siria, ma c’è chi frena ed anche la stampa cattolica

by Patrizio Ricci
19 Novembre 2021
in Esteri
0
Blinken

Blinken - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Antony_Blinken_(2021)_A.jpg

Sembra che sia Blinken a spingere per una normalizzazione con la Siria, ma non può dirlo apertamente. Però ci sono segnali, ad esempio adesso chi coopera con la Siria in tema di gas dalla Giordania al Libano, non ha sanzioni. Il Dipartimento di Stato ha dato istruzioni in merito a Cina e Russia ed altri soggetti, per collaborare senza sanzioni. Inoltre, Blinken in un recente discorso ha parlato di Assad come “il signor Assad” e questo, se conosciamo la retorica degli anni passati, è notevole.

La pubblicazione “The Hill” lo ha notato e da un giudizio molto negativo, questo rispecchia il fatto che una vasta porzione dell’establishment USA, è rimasta ancorata alla falsa narrativa messa in atto strumentalmente per giustificare il regime change.

Ecco il passaggio più significativo di The Hill:

Blinken ha iniziato “una tranquilla inversione . A metà agosto, gli Stati Uniti hanno approvato la partecipazione della Siria a un piano regionale per il commercio di gas naturale ed energia elettrica. L’ambasciatore americano a Beirut – non ce n’è a Damasco – ha affermato che le sanzioni di Washington al regime di Assad non ostacolerebbero l’accordo. “C’è la volontà di farlo”, ha osservato. Secondo quanto riferito, l’amministrazione Biden ha persino consigliato ai quattro paesi partecipanti all’accordo – Siria, Libano, Egitto e Giordania – come strutturare il loro accordo per evitare sanzioni.

I vicini della Siria compresero prontamente i segnali di Washington, anche se pochi all’interno della Beltway se ne accorsero. I vicini che una volta avevano evitato Assad, sia per principio che per deferenza verso Washington, si sono precipitati all’improvviso per ingaggiare il regime. Una delegazione di ministri libanesi ha visitato Damasco all’inizio di settembre, il primo contatto del genere in un decennio. Giorni dopo, il ministro dell’energia giordano ha ospitato i suoi omologhi egiziani, siriani e libanesi ad Amman per discutere della loro joint venture. I ministri degli esteri egiziano e giordano hanno poi incontrato il massimo diplomatico di Assad a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. All’inizio di ottobre, il re Abdullah di Giordania accettò una telefonata personale da Bashar al-Assad, cosa che non faceva dall’inizio della guerra in Siria.

Questa raffica di attività ha allertato i giornalisti del capovolgimento dell’amministrazione; cominciarono a fare domande. La risposta è stata duplice. Da un lato, il Dipartimento di Stato ha affermato che la politica degli Stati Uniti nei confronti della Siria non è cambiata. Eppure i suoi portavoce sono stati attenti a non reiterare i vecchi appelli all’isolamento di Assad. Piuttosto, hanno insistito sul fatto che gli Stati Uniti non avrebbero normalizzato le relazioni con il regime siriano, né avrebbero incoraggiato altri a farlo. Il Dipartimento sembrava sperare che pochi avrebbero notato la differenza tra opporsi attivamente alla normalizzazione e semplicemente non incoraggiarla”.

Poi segue una stupida e stucchevole retorica contro Blinken da parte dell’autore dell’articolo. Resterà da vedere se non ci sarà di nuovo una inversione da parte dell’amministrazione USA che negli scorsi anni non è stata eccelsa in quando a linearità, soprattutto quando ha iniziato passi positivi come il ritiro dalla Siria a cui sono seguite smentite puntuali. (…)

Come già detto, The Hill rispecchia purtroppo la posizione di una parte della leadership americana e una vasta porzione dell’opinione pubblica che ha fatto sue, come vere, le manipolazioni informative di guerra. Cosicché è arduo anche per gli uomini che vogliano mutare le vecchie posizioni.

L’assoluta soggezione a meccanismi psicologici su certi temi è stupefacente ed attecchisce sull’opinione pubblica in modo formidabile. Tant’è che anche un giornale cristiano come Asia News continua la sua opera disinformativa verso un pubblico bombardato negli anni scorsi da una sistematica disinformazione a reti unificate.

Se però si capisce che The Hill rispecchi il pensiero radicato verso Assad proprio del mondo ebraico, non si capisce come, altre fonti (questa volta cattoliche) come Asia News perseverino nel mantenere un atteggiamento dissociativo rispetto alla realtà dei fatti siriani. Questo è davvero singolare perché i testimoni più critici della narrativa che ancor oggi Asia News propaga, sono proprio vescovi e sacerdoti cattolici siriani.

In particolare nell’ultimo di una serie di articoli dello stesso segno “Conflitto siriano, famiglia Assad: barili bomba usati per ripulirci ‘dagli insetti’”, Asia News riprende una fantomatica ammissione di Assad sull’uso dei ‘barili bomba’ stravolgendone il senso. Per chi non lo sapesse, i barili bomba non sono altro che bombe a caduta libera, ovvero ordigni formati da un corpo esplosivo e detonatore. Allora perché per anni i media si sono ostinati a parlare di “barili”? Erano fatti con mezzi meno tecnologici ma erano bombe convenzionali. Questo era quello che era disponibile prima dell’arrivo della Russia.

Queste tecniche di combattimento, benché devastanti, non sono superiori alle strategie messe in atto dalla Nato ha Raqqa, praticamente rasa al suolo. Ma quando si vuole infierire sulla verità lo si fa e basta e l’esempio in questo caso è perfetto.

In linea, lo stravolgimento della realtà, è stato estremamente chiaro nella trattazione da parte dei media della cronaca dell’assedio di Aleppo. In questo caso è stato semplicemente invertito il ruolo di assedianti e assediati. Ove evidentemente gli assedianti erano i cosiddetti ‘ribelli’ di al Qaeda (il gruppo terroristico al Nusra costituiva la parte maggioritaria) e non la popolazione di Aleppo. Ma è del tutto inutile argomentare con certe posizioni.

In linea, l’articolo citato ritorna allo stravolgimento completo che abbiamo visto in molti periodi della guerra siriana.

La domanda è se questo tipo di articoli non abbiano come scopo il contrastare la politica che Blinken sta cercando di sfumare, per porre fine alla guerra siriana e almeno non opporsi ad una soluzione in armi.

Vp News

***************************************

nota: riferimento articolo The Hill (https://thehill.com/opinion/international/577981-syrias-challenge-to-tony-blinkens-conscience)

Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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