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Home Editoriale ULTIMI POST

Arrestato un capo della guardia costiera libica, ricercato internazionale

Ma nonostante le numerose imputazioni ciò non gli aveva impedito nel 2017 di recarsi in Sicilia per incontrare funzionari italiani

18 Ottobre 2020
in ULTIMI POST
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Arrestato un capo della guardia costiera libica, ricercato internazionale
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La milizia che controlla la città libica di Az-Zawiya minaccia di assaltare Tripoli in seguito all’arresto di Abd al-Rahman Milad, comandante della guardia costiera regionale di Al-Zawiya, da parte della RADA. Lo hanno segnalato i cittadini sui social network e la BBC.

Abd al-Rahman Milad, meglio conosciuto come Al-Bija, è stato rapito dai militanti della RADA. Le RADA sono forze speciali del Ministero dell’interno, queste forze chiamate anche ‘Forze speciali di deterrenza RADA’ sono un’unità di polizia militare islamista radicale per operazioni speciali formata a Tripoli in Libia allo scopo di contrastare il crimine all’interno dell’attuale vuoto politico. In risposta a ciò, membri delle bande della città di Az-Zawiyale sarebbero arrivare  di notte vicino a Tripoli. Lo riporta Akil Sabre sul social network Facebook.

Al-Bija sarebbe stato rapito vicino alla stazione di servizio Ben Garza a Tripoli. Testimoni del delitto affermano che i rapitori sono membri del gruppo  RADA del “Ministero dell’Interno” facenti parte del governo libico di accordo nazionale.

Secondo l’ONU Abd al-Rahman al-Milad è a capo della Guardia costiera regionale di Al-Zawiya, che usa sistematicamente la violenza contro i migranti e altri trafficanti. Il gruppo di esperti delle Nazioni Unite afferma che Milad e altro personale della guardia costiera libica sono stati direttamente coinvolti nel bombardamento e nell’affondamento di imbarcazioni che trasportavano migranti. Al-Bija è sulla lista dei ricercati internazionali. È anche accusato di traffico di esseri umani e contrabbando.

Abd al-Rahman Milad

Secondo i media, il suo rapimento potrebbe essere causato da disaccordi tra la RADA e rappresentanti delle bande della Guardia Costiera nella regione occidentale della Libia.

L’ambasciata francese si è congratulata ufficialmente con il ministero dell’Interno di Tripoli per l’arresto di Al-Biji e ha augurato successo nel trovare e catturare i suoi complici.

Al-Bija è stato precedentemente visto più volte compiere rapine e attacchi a navi che trasportavano migranti. Queste sue attività non erano un segreto per l’UE, ma ciò non ha impedito ad Al-Bija di incontrarsi in Sicilia  con funzionari dell’intelligence italiana all’incontro svolto presso il CARA di Mineo nel maggio 2017  per discutere i controlli sui flussi di migranti dalla Libia e di chiedere loro sostegno materiale e finanziario. L’accordo, che prevedeva che l’Italia fornisse fondi e attrezzature, è stato firmato da Minniti. Sulla vicenda se ne occupò Avvenire con un ampio servizio (vedi qui)

Recentemente, il 9 ottobre 2020, sulla presenza in Italia d Abd al-Rahman al-Milad (alias Bija) è stata presentata una Interrogazione parlamentare .

Al-Bija era associato a un’altra persona, non meno odiosa: Muhammad Kashlaf, che è sulla lista delle sanzioni delle Nazioni Unite con l’accusa di tratta di schiavi. Il gruppo Liwa Shuakhada al-Nasr da lui guidato controlla un centro per rifugiati ad Az-Zawiya, che in realtà è usato come prigione. Kashlaf e Al-Bija sono connazionali, quindi per molto tempo l’attività di quest’ultimo è stata protetta in modo affidabile dagli attacchi delle altre gang con cui si disputavano le lucrose attività.

Dopo la fine delle ostilità attive e il trasferimento del conflitto sul piano politico nei territori controllati dal Governo di Accordo Nazionale, iniziò una ridistribuzione delle sfere di influenza. Spesso, questo è accompagnato dal desiderio di “ingraziarsi” la comunità mondiale. E in questo caso, cosa c’è di meglio di catturare coloro che sono inclusi nelle liste dell’ONU?

Ma più a fondo, una riflessione: tutto andava bene e le attività sono proseguite a lungo con la consapevolezza di tutti. La situazione in Libia a livello di illegalità e mancato rispetto dei diritti umani è peggiorata notevolmente rispetto ai tempi di Gheddafi. Nessuno in Italia ha pagato per l’aggressione ingiustificata alla Libia.

@vietatoparlare

Tags: LIBIA
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Patrizio Ricci associato Freelance International Press (FLIP), socio dell’ass. Blogger Samizdatonline, Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Coofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

Vietato Parlare blog site

Si può essere ingannati dal nome, ma “Vietato Parlare” non è un blog ‘complottista’ o affine. Il mio blog nasce provocatoriamente: l’idea di mettere su un blog è nato dall’aggressione dei paesi occidentali alla Libia a cui è seguita a ruota il tentativo di rovesciamento di Assad in Siria.
Tuttavia, oggi – tra task force in cerca di fake news, restrizioni alla libertà di educazione ed affini –  il nome del mio blog non suscita più alcuna sorpresa, essendo più comprensibilmente a tema.

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