Ucraina – negoziati ed armi in offerta

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A Kiev le forze di sicurezza ucraine distribuiscono armi a chi vuole, ci sono video e testimonianze. Zelensky in persona ha invitato direttamente la popolazione ad armarsi. Così, con la politica delle “armi a tutti” in città ci sono i predoni e qualcuno ha lanciato un appello attraverso i social network per difendersi dai saccheggiatori.

Ed ecco alcune cose interessanti, anche se non pretendo di fare un quadro esaustivo:

Negoziati

È svanita per ora la possibilità di negoziati. Gli Usa sarebbero disposti a sostenere uno status neutrale per l’Ucraina ma Zelensky scarta questa opzione. La verità è che nessuno degli attori coinvolti sembra realmente intenzionato al momento a un cessate il fuoco, dice il canale Telegram “Giubbe Rosse”.

“La Russia è disposta a fermarsi solo di fronte a una resa più o meno incondizionata dell’Ucraina. Zelensky chiede aiuti finanziari e militari per resistere il più a lungo possibile, sognando di uscire dalla guerra come eroe nazionale, ma di fatto condannando anche il suo paese a un bagno di sangue. La NATO e l’Occidente sembrano non chiedere altro che una lunga guerra per vedere impantanato Putin, sperando che con il tempo si aprano crepe nel suo governo e nel suo sostegno popolare in patria.

Tutti parlano di pace, ma nessuno è disposto a fare un passo indietro per averla”(canale telegram “Giubbe Rosse”)

Intanto anche l’Ungheria si offre di ospitare i negoziati, ma manca appunto la volontà di farlo.

‘Fotografia’ da Kiev da una persona sul posto

L’ambasciata estone ha consigliato ai cittadini di raggiungere il confine da soli e dalla Polonia il ministero degli Affari esteri organizza autobus per tornare a casa. Da Kiev, un uomo d’affari di Tallinn (Estonia) che non è riuscito a partire, riferisce:

“l’operazione non si fermerà e c’è stata una tregua umanitaria. Sembra che il 20 per cento della popolazione se ne sia andato. Ora non c’è modo di lasciare Kiev. Oggi abbiamo offerto 1.000 euro per salire su un treno che va a Leopoli. Eravamo pronti per andare anche sul tetto, ma non ci hanno preso. Non possiamo andarcene. Kiev è circondata. Ci sono ingorghi, le si sono allungate per due giorni. Non puoi guidare fino a Leopoli in auto. L’unico modo per partire è il treno, ma non ci sono biglietti”.

Ci sono scaffali vuoti in città, ma oggi c’è stata una consegna in periferia, che è stata spazzata via in un paio d’ore. Pane in quantità limitata ad ognuno. Non si possono cambiare la grivna [è la valuta ucraina] in dollari, nemmeno attraverso l’online banking, quindi spendiamo. Molte persone se ne sono andate, soprattutto giovani. In effetti, il 20% del mio ufficio è rimasto a Kiev, soprattutto quelli i cui genitori sono anziani e non sono riusciti a convincerli ad andare”.

“Quasi nessuno è riuscito a partire per la Polonia come voleva, rari fortunati sono riusciti a salire sul treno e sono state subito accolte dai polacchi. Il resto è tutto nebuloso. I più intelligenti si sono precipitati in Moldova e hanno attraversato il confine a piedi il primo giorno. Ma ora ci sono già code da 27 ore.”

A Kiev si spara periodicamente (catturano “sabotatori”). Di conseguenza, si sparano a vicenda, dal momento che molte persone viaggiano per la città, che sono naturalmente senza uniforme, con le armi.
Stanotte tutti promettono che qualcosa accadrà, ma per qualche motivo mi sembra che prima [i russi] lasceranno crescere il caos”.

Armi come in Afghanistan

Anche se la situazione è diversa, è ciò singoli stati stanno facendo: mandare armi. E’ un tentativo di ripetere l’Afghanistan degli anni ’80  quando si consegnavano armi e munizioni dal Pakistan.

L’ultimo stato ad essersi aggregato ai volenterosi è la Germania. Il cancelliere twitta: “L’attacco russo segna una svolta. È nostro dovere fare del nostro meglio per aiutare l’Ucraina a difendersi dall’esercito invasore di #Putin. Ecco perché stiamo fornendo 1000 armi anticarro e 500 missili stinger ai nostri amici nel #Ukraina”.

In precedenza, il cancelliere tedesco aveva escluso la possibilità di fornire armi letali all’Ucraina.

Quindi oltre le tonnellate di materiale inviato dagli Stati Uniti Polonia etc precedentemente, ecco i paesi nella lista aggiornata dei ‘donatori’:

– La Germania consegnerà 1000 lanciarazzi Rpg (anti-tank) e 500 missili portatili terra-aria.

– Gli Stati Uniti hanno stanziato 350 milioni di dollari per aiuti militari e 250 per altro materiale civile.

– La Repubblica Ceca ha stanziato 8,6 milioni di dollari in munizioni, fucili di precisione, mitragliatrici, sistemi ottici. Questi Equipaggiamenti che seguono i proiettili per artiglieria dati a gennaio.

– La Slovacchia manderà a sua volta proiettili per artiglieria, insieme a tonnellate di carburante.

– La Francia ha fatto sapere che è pronta ‘a fare la sua parte’.

– Il Belgio spedirà 3 mila mitragliatrici e benzina.

– L’Italia sta definendo in queste ore cosa mandare ma su Corriere della Sera si dice che la fornitura riguarderebbe armi anticarro, armi antiaeree e mitragliatrici.

– Sembra arriveranno anche ami dall’Unione Europea, il ministro degli esteri Borrel ha scritto sabato su Twitter: “Convocherò una riunione virtuale dei ministri degli esteri dell’UE domani alle 18:00 (20:00 ora di Mosca) per intraprendere ulteriori azioni a sostegno dell’Ucraina contro l’aggressione russa. Offrirò un pacchetto di assistenza di emergenza alle forze armate ucraine per sostenerle nella loro lotta eroica”.

I russi alla fine dovranno distruggere le infrastrutture civili sui cui transitano i rifornimenti.

Finora i russi non hanno colpito le infrastrutture civili e le infrastrutture a duplice uso. Mentre l’esercito ucraino ha fatto saltare numerosi ponti per frenare l’avanzata russa.  Ma almeno finora l’esercito russo non ha colpito infrastrutture civili.

Non è difficile immaginare appena ci saranno invii di armi che fine faranno i ponti in direzione ovest.  Non è difficile immaginare che verranno fatti saltare dai russi per bloccare i rifornimenti di armi.
Evidentemente c’è il rischio reale di escalation. Se arrivano le armi l’esercito ucraino li userà come sta facendo nei centri abitati. Questo comporta più danni agli edifici residenziali che saranno lesionati per neutralizzare le minacce. Quindi ci saranno vittime civili. I media li faranno vedere e daranno grande risalto senza piegare perché questo succede.

E i ponti. Se i ponti verranno fatti saltare per impedire ai rinforzi di raggiungere i combattimenti, non passeranno neanche i rifornimenti umanitari. Quindi la popolazione soffrirà. I media diranno che i russi sono inumani ed affamano la gente.

Questo il quadro: tutta l’Europa chiede sacrificio a tutti per l’Ucraina aggredita, ma manda più armi e non spinge Zelensky a negoziare. Non lo ha fatto dall’inizio della crisi, non lo ha fatto per otto anni, non lo farà adesso.

Libertà di parole e di pensiero secondo la Repubblica Ceca

Le dichiarazioni pubbliche durante le manifestazioni e sui social media che avallano l’attacco della Russia all’Ucraina o che esprimono sostegno alla leadership russa possono essere considerate un reato, date le circostanze, punibili fino a tre anni di carcere. Lo afferma in un comunicato il procuratore supremo della Repubblica ceca Igor Strzyzh.

Insomma, tutti al lavoro per costruire un mondo migliore e più sicuro… nel frattempo non ho sentito da giorni una parola sensata da parte della leadership politica. Ed quando pare tira aria di censura, se come sempre accade ultimamente per dimostrare compattezza, in Europa l’uno prende una iniziativa, poi gli altri seguono a ruota.

Considerazioni

La fornitura di armi alla parte belligerante è una violazione della neutralità e una dichiarazione di guerra dall’altra parte ma nessuno sembra saperlo.
Dove ci porterà tutto questo? Stoltenberg sostiene che se un paese membro della Nato subirà un attacco informatico, la Nato risponderà collettivamente e militarmente.
È navigazione a vista ed è questa la misura. Stranamente in questa fase le reazioni più scomposte sono quelle che partono dai paesi UE, mentre gli USA mostrano molta più prudenza. Spero che sappia riportare calma anche da queste parti, altrimenti anziché ‘la fine di un mondo’ arriveremo senza accorgercene alla ‘fine del mondo’.

Vp News

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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