Trump, l’Europa che fa barriera contro sé stessa ed il Cardinale Burke …

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27 gen 2017 – di Patrizio Ricci – Vietato Parlare

Lunedì scorso (esattamente dopo soli due giorni dal suo insediamento), Trump ha ricevuto i leader sindacati rappresentanti di tutte le categorie lavorative: ha dato loro quasi un’ora e mezza per esporre i problemi. “Il presidente ci ha trattato con rispetto, non solo la nostra organizzazione, ma i nostri membri”, ha dichiarato Terry O’Sullivan, presidente dell  ‘Unione Internazionale Operai del Nord America.  Secondo O’Sullivan il progetto di rimettere mano alle infrastrutture di trasporto creerà migliaia migliaia nuovi posti di lavoro.

L’incontro con i sindacati è il segno tangibile di come il nuovo presidente metta il lavoro al primo posto della sua agenda di governo. Successivamente i media hanno criticato molto la notizia dell’ ordine esecutivo con cui ha  Trump ha ‘bloccato l’Obamacare’. In realtà, quello che ha fatto il presidente degli Stati Uniti, è l’interruzione parziale di alcune provvidenze nel senso anticipato nella campagna elettorale.  In tutti i modi, il piano assistenziale sanitario di Obama sarà presto sostituito con una riforma per cui la sanità sarà accessibile a tutti. Quest’ultima notizia però si è esaurita con la nota dell’Ansa (come il contesto in cui questi fatti sono avvenuti), senza ulteriore dibattito o diffusione.

Tutti sappiamo che la presidenza Trump è cominciata male: ha attaccato proprio quei temi tanto cari a quelle forze occulte che dettano le linee guida ai governi, trasversali, che sopravvivono agli stessi governi e che danno la patente di legittimità alla politica.  Il provvedimento più criticato da queste forze (che hanno un grande potere di mobilitazione e che hanno a disposizione ingenti risorse finanziarie), è quello sui ‘muri’, sull’immigrazione e per ultimo, la lista di paesi islamici bannati dal suolo americano (per un periodo di 120 gg.) i cui cittadini non possono essere accettati come rifugiati, perché rappresenterebbero un potenziale pericolo terrorismo. Sono esclusi dal bando tutti i cittadini già americani, qualora naturalizzati o “natural-born” (vedi LPLNews24).

Per gli attivisti anti-Trump, un’altra conferma di bigottismo e del fatto che Trump odierebbe le donne,  è  la partecipazione (avvenuta il 27 di gennaio) del vice -presidente Pence alla manifestazione Pro-life antiabortista a Washington DC (partecipazione non solo personale ma istituzionale, significando una precisa scelta politica del presidente).

E’ insolito che mentre questo accade oltreoceano, noi in Italia, afflitti da problemi ben maggiori, ci esercitiamo a dire ciò che è giusto o meno per americani, preoccupati per la diminuzione del loro grado di libertà.

Stati Uniti: Trump riceve la premier May, "la Brexit è una cosa fantastica"Al di là dei provvedimenti che possono essere opinabili e più o meno migliorabili, ciò che si condanna è soprattutto l’idea alla base di questi provvedimenti. Secondo questa idea, non esisterebbe il problema dell’immigrazione , non esisterebbe il problema del terrorismo e l’accoglienza sarebbe il più grande gesto di civiltà. Per quando riguarda il pericolo islam, esso non rappresenterebbe un problema: per le nostre élite e per vasti strati di società  l’islam non è violento , non esistono conflitti religiosi, ogni diversità arricchisce e non è vero che mette a pericolo le identità nazionali. Per una certa ottica, ‘il prossimo’ sarebbe colui che viene da lontano e la pietà per gli altri, viene prima della pietà per noi stessi.

Per queste idee,  negli Stati Uniti i fautori ed i sostenitori di queste idee ‘progressiste’ chiamano la gente a ribellarsi, a giudicare. Sì, anche qui in Europa ed in Italia, inaspettatamente, siamo chiamati a giudicare. E’ un esercizio a cui siamo in verità disabituati e spesso evitato come la peste dal potere. Ma questa volta sì, il momento è cruciale e ci viene chiesto di stare dalla parte giusta della storia, di fare fronte unico. Ce lo chiedono quegli stessi leader politici che hanno detto , vedendo il risultato del referendum sulla Brexit e quello costituzionale in Italia ” , che in fondo la democrazia non è un bene”. Altri hanno detto che la colpa è delle fake news. Insomma non sanno più che pesci prendere.

Questa cosa dovrebbe insospettirci. Siamo chiamati realmente a giudicare o siamo chiamati a fare da sponda al potere?  Ebbene da parte dei nostri leader europei, in un passato recente, siamo stati ‘ricettacolo’ di notizie false per indurci a giustificare e legittimare le loro decisioni, rendendole così coerenti con le costituzioni democratiche quando quelle decisioni non lo erano.
I casi recenti sono particolarmente dolorosi. Ci hanno detto che Gheddafi aveva fatto una strage della sua gente: ci hanno indotto a giustificare una strage. Successivamente c’è stato l’obiettivo Siria: cavalcando il malcontento di una parte minoritaria della popolazione ci hanno indotto a sostenere i ribelli per la libertà:  un altro paese è stato distrutto per portare la democrazia. Sono due casi in cui noi siamo stati chiamati ancora una volta a ‘giudicare’, ma non per l’emancipazione dei popoli ma per distruggerli.

Per quando possa essere amaro. siamo chiamati a giudicare solo quando dobbiamo fare da sponda al potere: vasti strati della società oggi hanno talmente assorbito bene gli ‘insegnamenti’ che non hanno bisogno nemmeno di essere più sollecitati. giudicano da soli nel senso voluto.

E’ di oggi la notizia che Hollande ha proposto agli altri leader europei di opporsi alle idee protezionistiche di Trump. Hollande ritiene che l’Europa sia la culla delle libertà e dei ‘valori’ e che bisogna quindi fare fronte contro il pericolo che questo ‘dogma’ venga messo in discussione.

 

Sì i nostri rappresentanti, coloro che ritengono equo e giusto comminare sanzioni alla Siria, coloro che decidono  chi debba governare altri popoli e si sostituiscono alle loro decisioni, coloro che destabilizzano paesi terzi allo scopo di sfruttarli e creano profughi, coloro che hanno causato mezzo milione di morti in Siria, oggi ci dicono che vogliono difendere gli immigrati e far da barriera alle politiche di Trump per difendere la libertà ed i valori.

Naturalmente non fanno tutto questo in nome della libertà ma per puro interesse e perché sono asserviti alle ideologie mondialiste.

E’ chiaro che il problema tra Trump (che non è il salvatore ma al contrario:  ha promesso semplicemente una politica molto ‘terra-terra’) e l’Europa  è ideologico e sta all’origine. Il problema è che nessuno qui in Europa ammette che l’immigrazione incontrollata e soprattutto l’immigrazione islamica sia un problema anzi alcuni dicono che sia una ricchezza.

La domanda invece è molto seria, però purtroppo alle domande si risponde con l’antagonismo ideologico. Tuttavia, la domanda rimane: è giusto che nessuno in Europa si preoccupi di come fare restare l’ambito europeo quello di un paese cristiano occidentale? E’ troppo grave aspirare a rimanere ciò che siamo o recuperare ciò che eravamo? Sembra di sì. E comunque è qualcosa che nell’ambito della politica nessuno si chiede.

Al globalismo si attribuisce un significato cristiano: non ci sono differenze tutto è uguale, tutti sono buoni e determinati dalle variabili socio-economiche. Non parliamo poi dell’accoglienza patetica sostenuta da parte di chi – come abbiamo visto – è la causa di quei mali. Trump può aver fatto una legge migliorabile ma il senso è quello di un ‘responsability to protect’ rivolto soprattutto verso l’interno e non più verso l’esterno. Glielo permetteranno, glielo permetteremo? Non lo so. 

Sul tema dell’immigrazione islamica vi propongo l’interessante giudizio del card Burke.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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