Una nuova crisi finanziaria si sta preparando — forse persino peggio di quella del 2020

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Taylor Kenney, analista di ITM Trading e voce nota su canali come Zero Hedge (*), lancia un allarme che non possiamo permetterci di ignorare: negli Stati Uniti è in atto una tempesta finanziaria in pieno sviluppo, silenziosa ma potenzialmente devastante, legata ai titoli di Stato americani — i famigerati Treasury. Parliamo dei buoni del Tesoro … Leggi tutto

Le 4 balle che ci raccontano sulla crisi dell’economia italiana

[ad_1] DI PAOLO BECCHI E GIOVANNI ZIBORDI paolobecchi.wordpress.com Ci sono una serie di balle che continuano a circolare su un giornalone di cui non vogliamo fare il nome, perché non è certo nostra intenzione fargli pubblicità. Con tanto di grafici vorremmo smontare tutte queste balle una vota per tutte. 1 balla. Il primo, e forse il … Leggi tutto

Coro unanime

di Vietatoparlare.it Ha detto Benedetto XVI  (Parigi 13 settembre 2008 Esplanade des invalides) “Il denaro, la sete dell’avere, del potere e persino del sapere non hanno forse distolto l’uomo dal suo Fine vero dalla sua propria verità?” ed ancora: “L’idolo è un inganno, perché distoglie dalla realtà chi lo serve per confinarlo nel regno dell’apparenza. … Leggi tutto

SUSSIDIARIONET:La bugia che tiene a galla il governo Monti

Acropolis1fonte: SUSSIDIARIONET – articolo di Pietro Barcellona

Il livello di disorientamento dell’opinione pubblica del nostro Paese ha raggiunto livelli inimmaginabili. È veramente stupefacente che un governo cosiddetto tecnico, che ha di fatto sospeso la democrazia, come ha scritto giustamente Galli della Loggia, e che ha introdotto misure inique e probabilmente inutili nell’economia del nostro Paese e nella vita delle famiglie, riscuota un consenso così ampio presso i cittadini italiani. È paradossale che un governo tecnico, che si sta di fatto limitando ad attuare le direttive della Comunità europea, già concordate col precedente governo, si presenti come il salvatore d’Italia chiedendo sacrifici che non sono condivisi da nessuno dei partiti dell’attuale maggioranza parlamentare e che, tuttavia, si impegnano a votare la manovra nonostante le differenze tra i diversi schieramenti che continuano ad accusarsi reciprocamente del disastro in cui ci troviamo.

Io non so quanto gli italiani stiano riflettendo sul fatto inconsueto che Pdl, Pd e Udc sostengono concordemente questo governo che non solo ha eliminato ogni spazio politico di discussione, ma che li costringe a votare controvoglia una manovra che impone solo sacrifici alle parti più esposte e deboli della società italiana. Le tre voci principali della manovra di risanamento riguardano infatti la riforma delle pensioni, l’inasprimento del prelievo sulla proprietà delle case e l’aumento dell’Iva: misure, cioè, che non solo continuano a incidere soltanto sulla parte della società italiana che lavora e produce ricchezza per tutti, ma che avranno probabilmente un effetto recessivo sulla cosiddetta crescita e che appaiono assolutamente inadeguate rispetto a un debito pubblico di circa duemila miliardi. È probabile infatti che ci sarà ancora un calo della crescita e un aumento della disoccupazione, un impoverimento del ceto medio e un vano tentativo di contrastare l’assalto speculativo sulla moneta europea.

Nonostante quindi la manovra appaia iniqua e inutile, gli italiani esprimono ancora un ampio consenso al governo Monti, e i partiti che costituiscono la cosiddetta classe politica inghiottono i rospi senza riuscire a proporre alcuna vera linea alternativa. Ci saranno forse ritocchi sull’impostazione della tassa sulla prima casa e sulla salvaguardia delle pensioni sociali rispetto agli effetti dell’inflazione, ma, nella sostanza, rimarrà una mediocre manovra di aumento delle tasse per i più deboli e per i lavoratori, e un vano tentativo di ritardare gli effetti della spaventosa crisi finanziaria che colpisce l’Europa e l’intero sistema occidentale. Palliativi di fronte a una crisi di sistema che sta mettendo a nudo le spaventose contraddizioni di un modello economico fondato principalmente sull’egemonia senza freni del capitalismo finanziario.

Luciano Gallino, che com’è noto non è un estremista rivoluzionario, in un bel libro dedicato alla crisi della civiltà del denaro, ha fatto vedere in modo inoppugnabile come si stia realizzando in tutto l’Occidente una redistribuzione della ricchezza a favore della finanza e a spese di altre fonti di reddito, attraverso una continua manipolazione dei prezzi a scopi speculativi, la flessione dei salari e la privatizzazione di tutte le prestazioni statali. Nella sua veste di megamacchina deputata a sfruttare il lavoro umano, il finanzcapitalismo ha utilizzato come strumento principale lo spostamento della ricchezza dal basso verso l’alto. Si è realizzato così che, mentre il rendimento del Capitale va dal 15% al 25%, la crescita del Pil non supera il 3%. Il che significa, in termini banali, che il sistema finanziario ricava a mezzo della produzione di denaro cartaceo un reddito decisamente più elevato rispetto alla produzione di denaro per mezzo di merci.

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Crisi economica: fastidio o giacchè è un dato, opportunità da non perdere?

Cari amici, Non è forse una guerra quella che si sta disputando contro la Grecia ed ora contro l’Italia? Chi è favorevole alla destabilizzazione di intere economie nazionali? Questa carovana  guidata da banche creditrici, speculatori istituzionali, hedge funds e istituzioni finanziarie internazionali a cosa mirano? O non mirano a nulla e si accontentano solo di … Leggi tutto

La superpotenza S&P punta i cannoni sull'Ue

Standard & Poor’s oggi ha messo sotto osservazione 15 Paesi della zona Euro. Tutti i Paesi europei possono perdere la tripla A. Diventare meno affidabili sul mercato internazionale. In sostanza più poveri. Le valutazioni della Standard & Poor’s possono far fallire una Nazione. Orienta gli investimenti, valuta bilanci, pubblica analisi. Fa cadere governi, influenza le … Leggi tutto

guardare intorno per capirci meglio: cos’ha la Norvegia che l’Italia non ha?

un problema non può essere risolto con la stessa mentalità di chi l’ha creato, ecco la prima soluzione più logica ma più indigesta per le banche che hanno in mano la BCE. fonte: articolo di Nicoletta Forcheri La Norvegia sarebbe un caso da studiare e da emulare: un surplus del 10%, un profitto netto dei … Leggi tutto