Per non abituarci alla menzogna, anche se servita su un piatto d'argento, parliamo della Libia: un poligono europeo.

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Sempre più frequentemente sta accadendo , che la Nato e gli USA, facciano ricorso sempre di più alla propria incontrastata potenza militare per imporre la propria idea di pace   per ” tutelare la democrazia e la libertà dei popoli oppressi”  senza riuscire peraltro mai a portare a una reale democrazia ma facendo piombare questi sempre più  nel caos interno. E’ ovvio che la democrazia  non è un bene esportabile con la forza, ma è frutto di una maturazione storica  interna.

Ha detto bene  la ex-senatrice al Congresso USA Cynthia McKinney:

“La NATO, si aggrappa ancora alla chimera che i suoi attacchi sono solo effettuati  contro obiettivi militari e che  il suo è un “intervento umanitario”.  Sto ancora aspettando di trovare le prove in qualche parte del mondo che bombardamenti sulle popolazioni civili del terzo mondo facilitino i loro diritti di voto, la distribuzione della democrazia, del reddito, delle cure mediche, dell’ istruzione, welfare, debito pubblico, e il miglioramento personale e la ricchezza . Sembra chiaro che i complessi problemi della vita richiedono un intervento più complesso di un missile Cruise potrebbe mai offrire.”

Mai,  si è chiesto al popolo che si vuole tutelare, se è daccordo. Sempre lo si è chiesto dopo che le decisioni erano già state prese,  le bombe erano cadute, le case distrutte,  lo si farà anche questa volta in Libia.

In circostanze di crisi economica galoppante, in cui paesi rischiano il “default”  si rilancia il vecchio metodo dello strumento militare e si ricorre allo strapotere dei servizi segreti, alle operazioni sotto copertura,  per rimescolare le carte e per ridisegnare nuove influenze regionali,  far nascere nuove allenze ed ottenere  condizioni di politiche ed economiche di favore.

In un qualsiasi  paese che esce da una guerra, con tutte le infrastrutture ed i ministeri presi di mira , sistematicamente distrutti materialmente per la massiccia potenza di fuoco , è gioco forza, che si avrà bisogno degli aiuti economici e delle aziende dei “volenterosi” e del loro  know-how tecnologico   per ricostruire.

E cosa già vista,  questo metterà per anni la Libia  in condizione di soggezione politica ed economica, cosa che prima non era mai avvenuto. Ed è questo il motivo per cui Gheddafi aveva preso il potere , con un golpe incruento parecchi decenni fa, contro il suo predecessore totalmente sottomesso ai voleri economici e politici degli occidentali.

Gheddafi dopo l’appoggio infelice e criminale al terrorismo internazionale, aveva da anni cambiato rotta ed era amico di tutti i paesi occidentali, gli stessi USA avevano tolto la Libia dalla Lista degli stati “canaglia”. Se fosse giusto o sbagliato un certo genere di “realpolitic” politica verso di lui bisognava deciderlo allora, bisognava farlo lealmente per rendere omaggio alla nostra storia e ai nostri valori e non per rendere omaggio ad un dittatore. La scusa così idiota che giustifica la sua aggressione è più meschina che qualsiasi altra motivazione. Il nostro bene ormai non sappiamo più utilizzarlo verso noi stessi  se non barattarlo con  una liberazione di  odio, una liberazione di morte, di altri.

Quindi la motivazione che questo conflitto sia stato scatenato “per difendere i civili” è patetico è come la scusa che Fidel Castro dava al suo popolo che voleva festeggiare il S.Natale, non si poteva fare  perchè coincideva con il raccolto nei campi , si  perdeva un giorno di lavoro e non poteva accadere, una scusa da URSS del periodo Soviet…  La disinformazione su questo conflitto è così palese che  è pari solo alla prassi dell’epoca dell’Europa comunista. non ci crede nessuno, ma nessuno parla. Persino per la guerra in Iraq era stata fatta una disinformazione più accurata, più astuta,  dove pur l’invasione del Kuwait c’era stata… .

Sebbene la maggioranza della gente è nauseata da questa guerra nulla può fare, la pubblica opinione è sotto controllo, la propria voce è delegata in una democrazia parlamentare. E proprio lì, dove si prendono le nostre decisioni, non c’è nessuna voce che conta fuori dal coro. L’unica voce contraria in Italia è quella della Lega Nord, ma perchè teme lo sbarco dei migranti…e per la spesa.

Questo tipo di ricorso alla guerra , contrario alla nostra Costituzione,  attuato sopratutto per motivi geostrategici ed economici in aperta violazione non solo della risoluzione ONU ma anche della sua carta, inevitabilmente diventerà sempre più frequente.  Altrettanto inevitabilmente ci sarà una corsa al riarmo anche da parte di Russia e Cina per contrastrare lo strapotere degli USA e NATO, quest’ultima sorta con fini difensivi ma ormai usata per motivi che trascendono ampiamente le sue funzioni. La Russia e la Cina sono molto preoccupate per la disinvoltura di questo conflitto ormai in mano solo agli Stati Maggiori. Il ricorso alla demonizzazione dell’avversario, disegnato come “il Grande Male” non convince, non convince i continui tentativi della sua eliminazione fisica, chiamata “obiettivo legittimo” , esso rievoca vecchi incubi e ce ne fà temere di peggiori. E’ certo che chiunque ora potrà attaccare lo stato vicino per una scusa qualsiasi o avendo prove che si interviene per motivi umanitari o legittimi. C’è una lista d’attesa e il momento più opportuno per poterlo fare. Già, ad esempio,  la Cina ha posizionato basi militari in Pakistan.

Quello che è realmente successo in Libia è l’appoggio ad un colpo di stato capeggiato da  gli esponenti (quasi tutti ex-funzionari di Gheddafi)  di alcune fazioni nel paese dove gli antagonismi tribali sono fortissimi , inoltre non si sà nulla dei ribelli e non se ne conosce la strategia, è puerile credere che di per sè trattandosi di una insurrezione contro un uomo non democratico questo genererà automaticamente, di per sè un sistema migliore.

Chi sta combattendo ha ottenuto  il favore di alcune nazioni europee (ed in primis di Francia e Gran Bretagna)  che già avevano preparato da mesi l’intervento e dispongono anche sul terreno di loro forze. Oggi il mandato ONU è stato ampiamente superato, il ricorso alla forza è totale, i mezzi usati sono ingenti e l’attacco è contro un paese sovrano, in esso inevitabilmente dato il ricorso massiccio al mezzo aereo , saranno sempre più frequenti l’uccisione di civili per i bombardamenti e  la perdita delle infrastrutture di vitale importanza nel paese. Ogni giorno aerei della NATO   stanno colpendo obiettivi civili in Libia, incluse le aree residenziali ed edifici governativi in apertissima violazione del diritto internazionale e della risoluzione ONU, quindi senza alcuna legittimità.

Addirittura si ipotizza da parte dell’italia di armare gli aerei senza pilota “predator” per essere “più efficaci”, non si era pensato ad una simile eventualità neanche in Afganistan! E non lo si era fatto per motivi morali.  Ma ora l’opinione pubblica sembra abituata, alla guerra, questa strana guerra di cui nessuno parla.

Questa è una guerra di aggressione in piena regola, e non finisce perchè è la Nato in primis che non concede una tregua e non permette un tavolo di trattative, ( la qual cosa  è facile dedurla dall’andamento dei fatti elo ha fatto capire chiaramente  il Presidente dell’UA) .

E dulcis in fundo, addirittura il tribunale dell’Aja, con una guerra in corso, condanna Gheddafi, rendendo di fatto ancora più difficile una via d’uscita. Come si chiama chi con la  mano destra non sa cosa fa la sinistra, come lo chiamate?
Vedremo domani cosa accade nel poligono Libia, le conseguenze delle azioni di pochi,  le pagheremo tutti, è certo. Come sempre.

(nelle foto esplosioni presso campus di Al Fateh University, Campus B, precedentemente noto come Nasser University.TRIPOLI – Libia)

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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