Trump e Putin contro lo Stato Profondo

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E stato piacevole vedere Donald Trump e Vladimir Putin salutarsi cordialmente durante il vertice del G20. Dopo questo primo incontro che segna una svolta, si spera che i due leader abbiano una base personale su cui fondare una futura cooperazione.

Durante la conferenza stampa successiva ad Amburgo, dove si è svolto il vertice del G20, il presidente russo Vladimir Putin ha affermato [in Inglese] di credere a una possibilità di risanare le logore relazioni USA-Russia. Ha elogiato Trump per essere riflessivo e razionale. “Il Trump che si vede in TV è molto diverso dalla realtà”, ha commentato Putin.

La Casa Bianca nel frattempo rilasciava una dichiarazione e salutava positivamente l’incontro tra i due leader durato due ore (quattro volte più a lungo di quanto inizialmente previsto) [in Inglese], come un buon punto di inizio per lavorare insieme sui maggiori problemi mondiali.

“Nessun problema è stato risolto e nessuno si aspettava che capitasse in quella riunione. E’ però stato l’inizio di un dialogo in merito ad alcuni problemi complessi su cui cominceremo a lavorare subito insieme ” ha affermato [in Inglese] HR McMaster, alto consigliere per la sicurezza nazionale di Trump.

Trump merita fiducia per il modo in cui si è comportato. Ha incontrato Putin a parità di condizioni e con rispetto. “E’ un onore conoscerti” ha detto il presidente americano mentre gli tendeva la mano.

L’incontro tanto atteso arriva circa sette mesi dopo l’insediamento di Trump alla Casa Bianca. In questo periodo, una gran parte dei media americani ha portato avanti un’accanita campagna che accusa Trump di essere un burattino russo e sostiene che Putin abbia ordinato un’operazione di interferenza nelle elezioni degli Stati Uniti dello scorso anno a favore di Trump.

Oltre alle insinuazioni e alle dichiarazioni anonime dell’intelligence americana, riciclate all’infinito da diligenti organi di informazione, non ci sono prove né di collusione tra Trump e la Russia né di azioni di pirateria informatica [in Inglese] autorizzate da Putin. Trump ha respinto tali accuse come “fake news”, mentre Mosca le ha sistematicamente respinte come russofobia senza fondamento.

In questo contesto tossico di propaganda anti-russa, il presidente Trump ha incontrato Putin nel weekend. I due uomini dovevano incontrarsi in un faccia a faccia [in Inglese] di 30 minuti che, come è risultato, si è protratto per due ore. Hanno riferito di avere parlato e di essersi scambiati opinioni sulle questioni pressanti, tra cui la Siria, l’ Ucraina [in Inglese] e la Corea del Nord. Trump ha sollevato la questione della presunta ingerenza russa nelle elezioni degli Stati Uniti e Putin ha risposto dettagliatamente per garantire la sua controparte americana che è stato un polverone sollevato senza fondamento in cui la Russia non ha alcuna responsabilità.

Solo pochi giorni prima del grande incontro, giornalisti e opinionisti americani avvertivano Trump di porsi in maniera aggressiva con Putin. Il Washington Post, una delle principali voci anti-russia, ha esortato [in Inglese] Trump a parlare con Putin “dell’ingerenza nelle elezioni americane”, come se fosse un fatto provato; incoraggiava inoltre il presidente a comunicare a Putin che la Russia doveva acconsentire a un cambio di regime in Siria. E’ stato un ordine duro.

A onor del vero, Trump non ha permesso alla russofobia dei media statunitensi di influenzare il suo atteggiamento con Putin. E’ stato cordiale, rispettoso e aperto e ha ascoltato il punto di vista russo su una serie di questioni. Tanto che pare i due leader abbiano concordato di lavorare insieme in futuro.

Ora la domanda è:  cosa succederà? Trump e Putin hanno evidentemente hanno segnato un buon inizio, malgrado l’eccessivo ritardo e il contesto “tossico”. Ma cosa significa in pratica la volontà di Trump di impegnarsi positivamente con Mosca?

Lo Stato Profondo americano, che comprende il legame esercito-intelligence e la loro macchina politica dell’informazione a Washington, non vuole normalizzare le relazioni con la Russia. L’indipendenza russa intesa come potente stato straniero guidato dal presidente Putin è un problema che irrita le ambizioni globali degli Sati Uniti. È per questo che lo Stato Profondo voleva che elezioni fossero vinte dal falco anti-russo Hillary Clinton. La vittoria di Trump ha sconvolto questi calcoli.

Sotto una pressione enorme, Trump è sembrato a volte cedere all’establishment politico americano in merito all’ostilità verso la Russia, come si vede nella prosecuzione della guerra segreta in Siria [in Inglese] e il rinnovo delle sanzioni verso Mosca.

Il giorno prima che incontrasse Putin in Germania, Trump è stato in Polonia [in Inglese] e a Varsavia ha pronunciato un discorso enfatico in cui tra le altre cose accusava la Russia di “destabilizzare i paesi”. Il presidente americano accennava anche al fatto che la Russia stava minando  la “civiltà occidentale”. E ‘stato un discorso provocatorio che sconfinava nella trita russofobia.
Non prometteva nulla di buono per il suo imminente incontro con Putin. Il disaccordo sembrava in procinto di arrivare, così come stavano insinuando i media americani.

Tuttavia, l’incontro del giorno successivo con Putin è stato sorprendentemente cordiale. E la sostanza delle discussioni indica un genuino desiderio di entrambe le parti a cooperare.

E’ un bene che entrambi i presidenti abbiano stretto un rapporto e una comprensione personale. E’ però importante non fare troppo affidamento su questo.

Subito dopo il costruttivo incontro tra i due leader, i media statunitensi hanno rimesso di nuovo in moto la russofobia. I media americani sono uno sfiatatoio delle ostilità dello Stato Profondo verso  Trump e la sua agenda per la normalizzazione delle relazioni con Mosca.

Il New York Times ha riportato [in Inglese] un’altra storia [in Inglese] mozzafiato sulla campagna elettorale, secondo cui Trump ha avuto contatti con persone “collegate al Cremlino”. La CNN manda in onda articoli di opinione [in Inglese] su come il presidente sia caduto nella trappola tesa da Putin. E’ difficile digerire queste bizzarre confabulazioni che spacciano per giornalismo. Ed è sorprendente che un incontro amichevole tra i leader delle potenze nucleari non debba essere percepito come uno sviluppo positivo.

Ciò dimostra che Trump è di nuovo contro le forze profonde molto potenti all’interno dello establishment americano, che non vuole la normalizzazione con la Russia. Lo Stato Profondo degli Stati Uniti dipende per la sua sopravvivenza dal confronto, dalla guerra e dal militarismo senza fine.  Vuole anche un mondo popolato da vassalli su cui le corporazioni americane possano avere la sovranità. Una Russia indipendente o la Cina o qualsiasi altra potenza straniera non può essere tollerata, perché rovescia le ambizioni americane per l’egemonia unipolare.

L’incontro di Trump con Putin è stato lodevole perché non è scaduto nella russofobia tossica e non ha adottato uno stupida, sciocca postura da duro. Trump invece ha allungato la mano a Putin in modo genuino, come due esseri umani dovrebbero fare.

Lo Stato Profondo americano non è umanità o comprensione ma mantenimento della dominazione percepita sugli altri esseri umani, dove chiunque sia visto come un ostacolo viene eliminato nella maniera più spietata.

Il presidente John F. Kennedy fu assassinato in pieno giorno dallo Stato Profondo americano perché aveva osato cercare la normalizzazione e la coesistenza pacifica con Mosca. Lo Stato profondo non vuole la normalizzazione o la pace con la Russia o chiunque altro, perché ci sono troppi interessi economici acquisiti nel mantenere la macchina da guerra, che è il capitalismo americano.

Con questo, non stiamo prevedendo una morte violenta per Trump. Lo Stato Profondo ha altri metodi, tra cui l’orchestrazione dell’informazione e altri sporchi trucchi.

Le amichevoli aperture di Trump verso la Russia sono almeno un segno promettente. Tuttavia, data la struttura del potere degli Stati Uniti e la sua incorreggibile belligeranza, è improbabile che a Trump sarà permesso di andare oltre le promesse. Se ci proverà, possiamo aspettarci che le forze oscure si faranno avanti.

Ciò che deve cambiare è la struttura del potere attraverso una rivolta democratica. Fino ad allora, ogni presidente della Casa Bianca è semplicemente un ostaggio delle forze oscure dello Stato Profondo.

*****
Articolo di Finian Cunningham pubblicato da Sputnik News il 10 luglio 2017
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per SakerItalia.it

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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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