Il governo tedesco pianifica la reintroduzione della leva obbligatoria

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La grande coalizione tedesca al governo, formata dall’Unione Cristiano-Democratica e dei Socialdemocratici vuole reintrodurre la coscrizione militare generale. Lo hanno riferito vari media lo scorso fine settimana, tra cui Spiegel Online, Frankfurter Allgemeine Zeitung e Tagesschau.

Si prevede che la conferenza del partito dell’Unione Cristiano-Democratica (CDU) in autunno adotterà una risoluzione per reintrodurre il servizio militare e includerlo nel suo programma congiunto con l’Unione Cristiano-Sociale (CSU).

Il deputato del Bundestag (Parlamento) Oswin Veith, che è anche presidente dell’Associazione dei Riservisti, ha dichiarato al Frankfurter Allgemeine Zeitung che la coscrizione dovrebbe “durare 12 mesi e rivolgersi a giovani uomini e donne maggiorenni”. Un altro politico della CDU, Patrick Sensburg, ha annunciato che di fronte ad una situazione mondiale instabile, il servizio militare obbligatorio “per lo scopo stesso di un esercito, la difesa del proprio paese” era indispensabile.

La proposta riceve anche il sostegno del Partito Socialdemocratico (SPD). Il deputato parlamentare Fritz Felgentreu ha espresso chiaramente la posizione del partito: “Dobbiamo condurre un dibattito sociale sul fatto che se renderemo la Bundeswehr (Forze Armate) il più attraente possibile, potremo effettivamente raggiungere il numero di personale di cui abbiamo bisogno per la difesa nazionale e delle alleanze”.

C’è un consenso assoluto nella grande coalizione sull’obiettivo di rendere la Bundeswehr “attraente”, cioè potente.

Alcuni politici – sia nell’opposizione, sia nei ranghi della CDU e dell’SPD – hanno espresso riserve sulla reintroduzione del servizio militare obbligatorio. Temono che ciò danneggi la costruzione di un esercito professionale, che è stato introdotto sette anni fa. I soldati professionisti, che prestano servizio per diversi anni, sono molto più efficaci e meno soggetti alla pressione dell’opinione pubblica rispetto ai coscritti che vengono congedati dopo 12 mesi.

Sostengono quindi l’introduzione della coscrizione universale, per uomini e donne, con la possibilità di scegliere fra servizio militare e servizio civile. Dopo aver terminato l’istruzione scolastica, i cittadini tedeschi adulti devono “servire la Germania” per 12 mesi – con la Bundeswehr o con l’Agenzia di Soccorso Tecnico, nel sistema sanitario o assistendo gli anziani.

L’obbligo di scegliere tra il servizio civile obbligatorio e la Bundeswehr fornirebbe più volontari alla Bundeswehr, e allo stesso tempo fornirebbe allo Stato una manodopera a basso costo negli ambiti assistenziali e in altri settori. I giovani devono essere costretti allo sfruttamento nel settore sanitario o attirati nella macchina da guerra tedesca.

Tuttavia, l’introduzione di tale servizio obbligatorio richiederebbe un cambiamento fondamentale nella Costituzione. Il commissario delle forze armate, Hans-Peter Bartels (SPD), era scettico riguardo alla legalità della proposta. Ha detto a Bild am Sonntag: “Questo rientra nel bando sul lavoro forzato”. Egli ritiene “abbastanza improbabile che 700.000 giovani uomini e donne vengano obbligatoriamente arruolati ogni anno per un compito o per l’altro, per quanto buona possa sembrare l’idea”.

La discussione sulla reintroduzione della coscrizione si inserisce perfettamente nella svolta a destra e militarista della grande coalizione. Fin da quando hanno prestato giuramento il 14 marzo, l’SPD e la CDU hanno dimostrato quotidianamente che stanno perseguendo un programma ostinato di bellicosità e di politica da grande potenza, con l’obiettivo di rafforzare gli interessi delle imprese tedesche a livello globale.

Alla fine di luglio, in un’intervista a Spiegel, il Ministro della Difesa Ursula von der Leyen ha rivelato la veemenza con cui la borghesia tedesca sta migliorando le sue capacità militari. Intervistata da Spiegel sulla relazione con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, la von der Leyen ha dichiarato: “Noi europei siamo sfidati – nel nostro stesso interesse, e non a compiacere il Presidente degli Stati Uniti”.

Ha espressamente sostenuto l’appello di Trump per una maggiore spesa per le armi: “Il Presidente Trump chiede uno sforzo maggiore da parte di tutti i partner della NATO – e ha ragione. La Germania deve dare alla Bundeswehr dotazioni migliori e più complete. Ecco perché la nostra politica degli ultimi anni è stata corretta e dobbiamo continuare a rafforzarla”.

Si cerca invano qualsiasi critica fondamentale tra i partiti di opposizione. Con parole che suonano notevolmente simili a quelle di von der Leyen, la leader parlamentare di Die Linke, Sahra Wagenknecht, ha recentemente chiesto una “politica estera sicura di sé”, un rafforzamento del “mercato interno tedesco” e maggiori finanziamenti a polizia e magistratura. Anche I Verdi di Anton Hofreiter accusano il governo di non essere in grado di “equipaggiare i soldati con le necessarie attrezzature di base” e di rafforzare gli interessi tedeschi all’estero.

Il corso seguito dalla classe dirigente è inequivocabile: all’inizio di luglio il Bundestag ha approvato il nuovo budget per il resto dell’anno solare, oltre a un piano finanziario fino al 2021, che accresce enormemente le spese militari e per la polizia. Sono previsti ulteriori 5,4 miliardi di euro per la sicurezza interna, nonché un aumento dell’attuale bilancio militare da poco meno di 40 miliardi di euro a 42,9 miliardi di euro.

Il Ministro della Difesa è fermamente impegnato nell’obiettivo della NATO di investire il 2% del prodotto interno lordo della Germania nell’esercito. Mentre i salari sono stagnanti in tutta la Germania e ci sono carenze ovunque nell’istruzione, nell’assistenza sociale e nella sicurezza sociale, la borghesia sta pompando enormi somme di denaro nella macchina da guerra. Ora viene chiesta anche un’atomica tedesca.

In un’intervista con Der Spiegel, la von der Leyen ha dichiarato sfacciatamente: “C’è una buona comprensione tra la popolazione che la nostra situazione della sicurezza sta cambiando in modo permanente. Ed è per questo che abbiamo bisogno di una Bundeswehr che possa agire insieme ai nostri alleati. Questo è ora di ampio consenso”. Questa è una bugia. Se il sostegno al riarmo e la guerra fossero davvero diffusi come sostiene lei, non ci sarebbe bisogno di reintrodurre il servizio militare obbligatorio.

Al contrario, i partiti di establishment stanno diventando sempre più rabbiosi perché la classe operaia internazionale è in rivolta. In tutto il mondo, i lavoratori scioperano e protestano contro i tagli sociali e la militarizzazione. La maggioranza si oppone esplicitamente alle politiche disgustose e disumane della grande coalizione.

Proprio lo scorso fine settimana, a Berlino, Amburgo, Brema, Colonia e Lipsia si sono svolte massicce proteste a sostegno della campagna “ponte marittimo – creiamo porti sicuri!”, contro la politica dei rifugiati del governo, che la CDU e la SPD ha preso in prestito dal partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD). Secondo un recente sondaggio di Der Spiegel, il 67% dei tedeschi non è d’accordo con l’attuale svolta a destra della politica.

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Articolo di Noah Windstein pubblicato su World Socialist Web Site il 9 agosto 2018.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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