Trump conferma che nel 2017 voleva assassinare Assad

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“Tutto era pronto”: Trump prevedeva di uccidere Assad dopo (IL FALSO) attacco chimico in Siria

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ammesso di aver voluto “rimuovere” il presidente siriano Bashar al-Assad nel 2017.

Trump lo ha ammesso martedì 15 settembre nel programma Fox and Friends su Fox News, lo riferisce il Washington Post e Politico.

Due anni fa aveva negato di aver programmato di farlo, smentendo quanto denunciato del libro di Woodward su di lui (vedi qui CNN)

Ma ora il presidente degli Stati Uniti ha detto che nel 2017 voleva dare il via all’eliminazione di Assad e per questo c’erano tutte le condizioni necessarie.

“Avrei preferito ‘rimuoverlo’. Tutto era pronto. Ma Mattis (ex segretario alla difesa) non voleva farlo. Mattis era un generale molto sopravvalutato”, ha detto Trump.
Allo stesso tempo, il leader americano ha sottolineato di non pentirsi della decisione di abbandonare l’assassinio di Assad.

Nel 2018, il libro del giornalista Bob Woodward del The Washingtom Post, Fear, parlava dei piani di Trump per eliminare Assad dopo l’attacco chimico in Siria.

Su quell’attacco Trump ordinò subito una rappresaglia su siti militari siriani senza esperire nessuna indagine. Molti elementi inducono a pensare che l’attacco fosse un false flag per provocare la reazione alleata.

Se gli attacchi chimici riferiti si fossero realmente verificati, l’esercito siriano non avrebbe avuto nessun vantaggio strategico: pur se si volesse considerare l’esercito regolare siriano capace di commettere tali crimini, è chiaro che colpendo costantemente civili , non ne avrebbe tratto alcun giovamento. Inoltre è rilevante che esistono prove che in altre occasioni i militanti hanno appositamente ucciso civili presi da altre località per poi incolpare l’esercito siriano (Ghouta 2013, vedi qui).

E’ evidente che l’attacco del marzo 2017 non ha nessuna valenza strategica. Non esiste alcun vantaggio per il governo siriano nel compiere tali azioni, con le normali armi convenzionali ha avuto sempre la meglio contro i militanti. E’ invece rilevante che il governo siriano è costantemente sotto il tiro della comunità internazionale per accuse di questo tipo (rivelatisi spesso false flag dei terroristi).

Comunque la leggerezza con cui Trump ha fatto questa confessione non è commentabile. Si tratta dell’assassinio di un capo di stato: si sarebbe trattato di un grave crimine  anche se a commetterlo sarebbe stato il capo dello stato più potente del mondo. La deriva a cui sta andando questo mondo dovrebbe rendere gli uomini liberi più attenti e responsabili.

Purtroppo nessuno domani protesterà per questo, ormai una decisione o un’altra ha la casualità di una partita a dadi.

Non dobbiamo però accettare questo cinismo perchè solo quando non crediamo più nella dignità umana e che liberi lo siamo originariamente, allora vince il potere.

@vietatoparlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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