SIRIA – Una città cristiana sopravvissuta alla guerra, ma sopravvivrà alla pace?

Date:

Cosa dicono i nostri media nazionali sulla Siria? Se ne occupano solo quando l’esercito siriano libera le città o quando accusano falsamente l’esercito di usare le armi chimiche ‘contro il proprio popolo’.

Tutto ciò che può costruire l’immagine del mostro, viene detto. Tutto ciò che era funzionale al piano Timber Sycamore gestito dalla Cia per la distruzione della Siria, doveva essere fatto. Secondo tale piano la Siria doveva sparire come entità statale sovrana ed autonoma. Tutto ciò che si era costruito per anni, che era una eccellenza in Medioriente,  in questo paese andava smantellato e distrutto.

Ora di Siria nessuno ne parla più. Non la nostra informazione. E’ impegnata ad informarci di tamponi, di Covid. Prima ha pensato di disinformarci su ciò che accadeva in Siria, ma ora le notizie non servono.

Ma perchè le notizie ‘non servono’? In tutto questo tempo vi siete mai chiesti perchè di Siria non parlano più? La risposta è molto semplice: sono così presi dai diritti umani e dalla democrazia da non fregarsene più della vita, della popolazione tutta.

La popolazione siriana può morire di stenti o per mano di terzi, a loro non importa. Deve essere costretta a ribellarsi per fame, per sfinimento, per disperazione, vendersi a chi ha denaro e possibilità di farla sopravvivere. In altri termini, deve ribellarsi ad Assad, solo allora l’Italia che non ha personalità politica autonoma si muoverà, solo allora l’Unione Europea si muoverà in aiuto. Solo allora aiuteremo a ricostruire ciò che abbiamo causato, ciò che abbiamo alimentato.

Prima non lo faremo, in Siria non è possibile neanche ricostruire un muro, letteralmente: tutto deve essere lasciato così. Le rovine devono essere lasciate così.

Non so se ci credete. Ma è così, tutto ciò che è ricostruzione non può passare, si può riparare, ma non ricostruire.

No, di Siria e di siriani non se ne parla. Perché memorizzare volti e conoscere singole vicende umane potrebbe far sentire la pazzia che ci avvolge a cui abbiamo delegato la nostra vita.
Non bisogna parlarne, non bisogna riportare in termini reali la realtà; perchè, un tale impegno potrebbe far svelare che a tema non è Assad ma che si tratta di uomini, il cui desiderio principale è vivere in pace.

E’ la sola cosa che il nostro sistema ovattato non darà mai, non farà mai uscire dall’isolamento  al quale ha relegato questo paese: non concederà mai che ne esca, se non si piega.
E’ per questo che è da evitare ogni singola storia, è da evitare che voi conosciate.

Dall’altra parte della cortina invece di tanto intanto traspaiono storie di singoli uomini che non hanno mai cessato di sperare; di comunità, di gente che vuole vivere e credere.

Come ad Al Skeilbiyyeh.

La cittadina di Al Skeilbiyyeh è uno dei  più grandi insediamenti cristiani della Siria, sopravvissuta a una guerra con i militanti grazie al coraggio dei residenti locali che hanno preso le armi e hanno difeso la città da soli. Hanno preso le armi contro quelli che ci hanno raccontato che sono gli eroici ‘ribelli siriani’ che sono arrivati da 60 paesi a portare tutto, fuorché un futuro libero e prospero.

La Federal News Agency russa ha pubblicato un breve documentario dove si vede il rettore della Chiesa di San Giorgio, padre Fadi. Il sacerdote ortodosso dice che nella vecchia chiesa si è tornato a celebrare. La chiesa – che ha 120 anni – ha una storia anche recente, durante la guerra, molti rifugiati si stabilirono in città e vissero sul territorio del monastero locale.

padre Fadi - screenshot video Riafan
padre Fadi

Il sacerdote, ha raccontato che Al Skeilbiyyeh è stata gravemente danneggiata dagli attacchi terroristici, ma i residenti locali stanno ricostruendo le proprie case da soli. Lo ha riferito la Federal News Agency . Ma del resto lo confermano anche i residenti locali e gli amici siriani con cui sono in contatto.

Anche il monastero di San Giorgio il Vittorioso, vicino alla città di Mhardeh, in costruzione dalla seconda guerra mondiale, ha subito i bombardamenti dei terroristi. Tracce di proiettili e missili possono ancora osservate nei templi. Le persone nell’area hanno potuto riprendere l’attività agricola dopo che la linea del fronte è stata rimossa.

Ma solo qui, lo possono fare perchè è area governativa. E ciò vuol dire che puoi vivere liberamente la tua fede. Non lo puoi fare ad Idlib, nella provincia in mano ad al Qaeda , dove non esiste embargo, perchè l’occidente supporta quella zona liberata.

Lì le chiese non possono esercitare il culto, i cristiani sono parìa, e la maggior parte sono fuggiti.

Questo è il ‘nuovo mondo‘, è il ‘ricostruire meglio‘. Io non ci credo, ovviamente.

Non esiste nessun nuovo mondo ed è questo il suo volto. Il suo volto è la distruzione e la chiamano primavera.

patrizioricci by @vietatoparlare

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Share post:

Popular

More like this
Related

Lo speaker USA M. Johnson cambia idea: l’aiuto all’Ucraina è fondamentale

Il Congresso degli Stati Uniti è scivolato in uno...

Russia: I fondi di aziende ucraine sono stati usati per compiere attività terroristiche

Il principale organo investigativo della Russia ha presentato i...