Siria – La Russia è ormai impegnata anche con le truppe di terra per la stabilizzazione del territorio

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Presenza forze russe in aumento ed anche quelle americane, sono in fase di aumento. Ma con differenti compiti.

La fonte Rib.ru riferisce che le sole forze della  polizia militare russa non sono sufficienti a prendere il controllo di territori così vasti che attualmente sono stati controllati dal governo siriano e dalla Russia. Per questo Mosca manda per adempiere al compito di vigilare e stabilire una presenza di stabilizzazione, una delle proprie truppe d’élite, i paracadutisti. Qui sono passano lentamente attraverso un check point USA.

Il video mostra la colonna di mezzi dei paracadutisti russi  all’ingresso di Tal Temer nella zona del Rojava, ovvero l’amministrazione autonoma curda del Nord-Est della Siria. La città è nota perchè la zona è lo spartiacque tra forze turche e quelle curde e siriane. Perciò ad ovest e nord-ovest della stessa continuano periodicamente scontri tra militanti del Syrian National Army (SNA) filo-turchi e curdi dell’SDF e dell’esercito siriano. Il compito di dei russi – per quanto possibile – è evitare l’escalation. Per questo motivo sono in corso da tempo pattuglie russo-turche secondo percorsi prestabiliti congiuntamente. Il compito delle  forze statunitensi invece – la cui presenza è oggettivamente illegale –  è monitorare la situazione e presidiare lo sfruttamento dei pozzi petroliferi siriani nella zona di Omar.

Pochi giorni  tra le forze russe e quelle americane è stato documentato un altro incontro ravvicinato nella zona di nella provincia siriana di Hasake. Mosca e Washington hanno in atto un meccanismo di comunicazione diretta tra i comandi che permette loro di evitare qualsiasi potenziale scontro o interferenza sulle rispettive forze sul terreno.

Gli Stati Uniti continuano a rafforzare la propria presenza illegale nel Nord-Est della Siria con l’invio, giovedì, di un convoglio di 75 camion carichi di equipaggiamento militare e logistico nella zona dei pozzi petroliferi di Al-Hasaka e di Deir el-Zor. Lo riferisce l’agenzia di stampa siriana SANA citando fonti locali della città di Qamishli.

Intervistato da Fox News nei giorni scorsi, Donald Trump ha dichiarato apertamente di avere lasciato dei soldati in Siria “per prendere il petrolio”. Di fronte al tentativo dell’intervistatrice, Laura Ingraham, di “ammorbidire” la sua candida ammissione, il presidente Usa ha tagliato corto: “Non lo so, forse dovremmo prenderlo, ma abbiamo il petrolio. In questo momento, gli Stati Uniti hanno il petrolio. Abbiamo il petrolio”.

La Convenzione di Ginevra, di cui gli Stati Uniti sono firmatari, proibisce esplicitamente il saccheggio durante i conflitti, definendolo un crimine di guerra.

@vietatoparlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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