L’obiettivo strategico dell’Ucraina: riconquistare la Crimea, ma a quale costo?

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L‘ex comandante in capo dell’esercito americano in Europa, Ben Hodges, ha dichiarato al Telegraph che l’obiettivo strategico dell’Ucraina è riconquistare la Crimea. Secondo Hodges, se per raggiungere questo obiettivo l’Ucraina dovrà uccidere o catturare ogni russo nella penisola, lo farà.

Inoltre, Hodges ha dichiarato che affinché l’Europa orientale torni alla normalità e l’economia ucraina possa riprendersi completamente, il controllo russo del Mar Nero deve finire. Questo significa che Putin deve rinunciare alla Crimea.
Hodges ha aggiunto che tutte le altre opzioni sarebbero una vittoria per Putin e una sconfitta per l’Ucraina e l’Occidente. A questo proposito, Hodges ha suggerito che il ponte di Crimea dovrà essere demolito in un momento successivo.
Inoltre, Hodges ha affermato che l’Ucraina è impegnata in una controffensiva coraggiosa e che l’Europa e gli Stati Uniti devono fornire il loro supporto per aiutare l’Ucraina a resistere all’aggressione russa. (https://www.telegraph.co.uk/news/2023/06/08/ukraine-counter-offensive-armour-committed-fight-on-hodges/).
In un’altra intervista sulla Repubblica lo stesso ha la vera svolta sarebbe per Kiev l’ingresso nella Nato, per lui le minacce  di Mosca sulle armi nucleari “fasulle”; pertanto i “timori di Biden sarebbero per lui ingiustificati”, infine sarebbe legittimo da parte degli ucraini colpire obiettivi in territorio russo”.

Photo by Konstantin Dyadyun on Unsplash

Questioni morali calpestate dagli ‘strateghi’

In definitiva, la dichiarazione di Hodges dimostra l’impegno dell’Ucraina nel riconquistare la Crimea e la necessità che l’Occidente fornisca il proprio sostegno per raggiungere questo obiettivo ” a qualsiasi prezzo”. Tuttavia, l’obiettivo stesso solleva nuove problematiche e controversie sulla giustizia della riconquista.

La riconquista della Crimea da parte dell’Ucraina solleva domande etiche e morali: da un lato, l’Ucraina ha il diritto di riconquistare nell’ambito di un conflitto che sarà vinto dal più forte. D’altra parte, la riconquista della Crimea non dovrebbe contemplare la perdita di vite umane e l’escalation del conflitto russo-ucraino. Se le cose si verificassero come auspicato da Hodges ci troveremmo davanti a un genocidio predeterminato, perché qui non si tratta di effetti collaterali che in base alle leggi internazionali le due parti dovrebbero evitare, si tratta invece del disprezzo per delle vite umane che tutto sommato – sembra dire Hodges – sono dalla parte sbagliata del fronte, quindi, possono essere soppresse in nome del diritto  e la terra.

Contrariamente a quello che dice Ben Hodges, se l’occidente vuole continuare a definirsi la patria dei diritti umani e della legalità, l’obiettivo di riconquistare la Crimea può essere raggiunto solo attraverso il dialogo e le negoziazioni tra l’Ucraina e la Russia. L’Occidente dovrebbe svolgere un ruolo di mediazione e incentivare la Russia ad accettare una soluzione diplomatica al conflitto.
In conclusione, l’obiettivo di riconquistare la Crimea solleva diverse questioni etiche, morali e geopolitiche. È necessario trovare una soluzione pacifica al conflitto per evitare l’escalation del conflitto e garantire la pace e la stabilità nella regione.

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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