L’Iraq pianifica la fine della presenza degli USA nel paese

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Attacco Americano a Baghdad: un’Operazione Sottovalutata

La notizia dell’attacco americano del 4 gennaio 2024 avvenuta nel cuore di Baghdad è passata inosservata ai media. Secondo quanto riferito dai funzionari statunitensi, l’attacco avrebbe avuto come obiettivo l’eliminazione di un importante comandante della milizia baatista Najab che fa parte delle Forze di Mobilitazione Popolare (PMF) ufficialmente integrate nelle forze armate irachene nel 2018.

Di conseguenza, l’azione militare statunitense rappresenta un attacco diretto contro uno stato sovrano. Questo aspetto è particolarmente delicato considerando che le truppe statunitensi sono presenti in Iraq in veste di ospiti.

Risposta irachena e pianificazione della Cessazione delle Attività della Coalizione

Il giorno successivo all’attacco aereo statunitense a Baghdad, il governo iracheno ha annunciato l’istituzione di una commissione incaricata di pianificare la cessazione delle attività della coalizione internazionale, formata per contrastare l’organizzazione terroristica ISIS (proibita in Russia), sul territorio iracheno. Questo passo è stato intrapreso in risposta all’escalation delle tensioni seguita all’attacco.

Mohammed Shiya al-Sudani, Primo Ministro dell’Iraq (rappresentante del partito sciita Al-Furatayn), ha dichiarato che il suo governo sta lavorando per fissare una data per l’avvio delle attività della commissione. Lo scopo è quello di adottare misure decisive per porre definitivamente termine alla presenza della coalizione internazionale in Iraq, segnando una svolta significativa nella politica estera e nella sicurezza interna del paese.

Riaffermiamo la nostra posizione forte e di principio di porre fine alla presenza della coalizione internazionale dopo la scadenza delle basi per la sua esistenza, e siamo in procinto di determinare una data per l’inizio del dialogo attraverso un comitato bilaterale formato per determinare le misure per porre fine a questa presenza. Il governo non si tirerà indietro e farà tutto il possibile per garantire la sovranità nazionale sulla terra, sul cielo e sulle acque dell’Iraq“, ha affermato Sudani in una nota.

L’annuncio della commissione è arrivato il giorno dopo che un attacco aereo ha colpito il quartier generale del Movimento Najab e ucciso il suo leader militare, Taleb Ali Saidi (alias “Abu Taqwa”) e il suo assistente.

Un portavoce del Pentagono ha detto che Saidi era “attivamente coinvolto nella pianificazione e nell’esecuzione di attacchi contro gli americani”.

Contemporaneamente, il 5 gennaio, la base aerea americana di Al-Harir, situata nella provincia di Erbil nel nord dell’Iraq, è stata bersaglio di un severo attacco effettuato tramite droni. Tale azione è stata rivendicata da gruppi armati iracheni.

La politica estera e la sicurezza interna dell’Iraq

Mohammed Shiya al-Sudani, Primo Ministro dell’Iraq, ha dichiarato che il suo governo sta lavorando per fissare una data per l’avvio delle attività della commissione. Lo scopo è quello di adottare misure decisive per porre definitivamente termine alla presenza della coalizione internazionale in Iraq, segnando una svolta significativa nella politica estera e nella sicurezza interna del paese.

Quest’ostilità è ulteriormente alimentata dall’azione di Israele, principale alleato di Washington nella regione, che continua a condurre attacchi aerei contro le milizie filo-iraniane irachene che sono legalmente in Siria. Questi attacchi non si limitano a obiettivi legati a Hezbollah in Libano, ma si estendono anche alla distruzione di siti non collegati a tale organizzazione e all’eliminazione di ufficiali e figure di spicco iraniani. Queste dinamiche accentuano le tensioni regionali e mettono in luce le complesse relazioni tra i paesi coinvolti, influenzando profondamente la stabilità e la sicurezza in Medio Oriente.

Verità nascoste: la Reale motivazione della Presenza USA in Iraq

Se cercate sui più importanti motori di ricerca il motivo della presenza della coalizione internazionale guidata dagli USA in Iraq , vi verrà indicato è che è per contrastare l’ISIS. Ma in realtà non è vero: gli Stati Uniti hanno deciso solo di porre fine alle “missioni di combattimento” e continueranno a operare per mettere estromettere le fazioni pro-resistenza e le unità di mobilitazione popolare (PMF) nel governo iracheno.

Come riportato dall quotidiano libanese al Akhbar e The Cradle, questo è accaduto in virtù di un accordo segreto con il governo Iracheno sottoscritto nel 2021. L’allora presidente Kadhimi e Biden confermarono che non ci sarebbe alcun ritiro dall’Iraq dopo il 31 dicembre 2021. Fu ribadito che la missione delle forze della Coalizione internazionale sostenuta dagli Stati Uniti sarebbe “cambiata” dall’accordo di luglio.

Non c’è da meravigliarsi quindi che gli attacchi delle milizie para-militari si siano intensificati, anche a ragione dell’attacco indiscriminato di ISRAELE a Gaza e della posizione degli USA in questo contesto.

 

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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