Vertice Putin- Biden, sempre meglio della parola che comincia con ‘G’…

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Ecco il commento del politologo e filosofo russo Alexander Dugin sull’incontro Putin – Biden. Da una parte Putin il multilateralismo , dall’altra il governo del mondo accentrato ad un singolo gruppo di nazioni. La domanda cruciale che pone Dugin è “si possono incontrare due mondi paralleli?”. Mentre sono d’accordo con la sua analisi, non sono d’accordo sulla conclusione, perchè nel mondo opera la Provvidenza e l’imprevisto può sempre accadere nel bene.

@vietatoparlare


Alexander Dugin – da ‘Geopolitica’

L‘incontro di Putin con Biden chiaramente non è andato bene. Nessuno degli analisti e degli esperti si aspettava da esso alcuna svolta o segnale rassicurante, sebbene la cosa peggiore sarebbe stata l’assenza di un tale incontro. Se i leader di due potenze mondiali chiaramente ostili si incontrano faccia a faccia, significa che almeno non c’è guerra; certo, la vera guerra potrebbe scoppiare da un momento all’altro: quando Biden e la sua agenda estremista liberale del Grande Reset strapparono la presidenza a Trump, questo rischio aumentò drasticamente.

Russia e Stati Uniti – o meglio, la Russia di Putin e gli Stati Uniti di Biden – hanno opinioni opposte su quasi tutto e, soprattutto, vedono il futuro ordine mondiale in modo così diverso che l’uno esclude l’altro.

Per Putin, la priorità incondizionata e assoluta è la piena e completa sovranità reale della Russia; questo è possibile solo in un mondo multipolare in cui la Russia sarà un centro decisionale libero ed autosufficiente., insieme agli altri poli, la cui esistenza e sovranità sono anch’esse riconosciute, ma la cui libertà è limitata solo dalla libertà degli altri poli – cioè dal grezzo equilibrio dei poteri.

Per Biden, la priorità non sono nemmeno gli Stati Uniti, ma la creazione di uno Stato mondiale guidato da un governo mondiale. Un tale mondo può essere solo unipolare, con una sola ideologia che regna ovunque – liberalismo, ideologie LGBT, ecologia profonda, democrazia minoritaria e razzismo compensativo (secondo la teoria razziale critica ora accettata negli Stati Uniti, le razze precedentemente oppresse possono ora opprimere impunemente i loro ex oppressori). Nessuno dovrebbe avere alcuna sovranità, in quanto è contraria all’ideologia dei “diritti umani”, stabilita, spiegata e interpretata dall’élite neoliberale.

Pertanto, per Biden, la Russia di Putin è un nemico, il nemico assoluto. Ciò non significa che la Russia sia nemica degli Stati Uniti: se si guardasse agli USA come un polo di un mondo multipolare, che era del tutto possibile e probabile sotto il nazionalista Trump, allora qualsiasi questione controversa potrebbe essere risolta, almeno in teoria. Sì, gli Stati Uniti e la Russia hanno aree di interessi nazionali sovrapposti, che però non sono critici, soprattutto se designiamo aree di responsabilità reciproca in modo realistico – dall’Eurasia agli eurasiatici, dall’America agli americani e dall’Europa agli europei. Potremmo continuare questa enumerazione multipolare – dall’Africa agli africani, dall’Asia agli asiatici, dal mondo islamico ai musulmani, eccetera, ma sarebbe vero se l’America avesse un Presidente americano al timone. Un incontro tra un Presidente americano così reale e un Presidente della Russia potrebbe essere abbastanza costruttivo e significativo.

Ma il problema è: Biden non è un presidente americano.

È un liberale e un globalista e insiste sul fatto che tutti devono essere globalisti e liberali, e quindi condividere la sua agenda e seguire le sue regole. Per un globalista, solo i globalisti come lui sono amici o, più spesso, ausili strumentali. Chiunque insista sulla sovranità e sulla multipolarità diventa automaticamente un nemico.

Anche Putin è esattamente così: pensa all’architettura del mondo come a un concerto di soggetti sovrani, uno dei quali è la Russia, uno l’America, uno la Cina e così via; quando incontra Biden, incontra un pari. Biden, dal canto suo, vede Putin come nient’altro che un subordinato ribelle fuori controllo che dovrebbe essere punito con sanzioni e – alla fine – sedotto con delle elemosine.

Da qui la dissonanza cognitiva del vertice Putin-Biden. In realtà, non esiste un vertice di questo tipo. Non hanno nulla di cui parlare perché rimangono in due mondi paralleli, e la polarizzazione di questi mondi sta rapidamente aumentando., possono riunirsi solo se una parte accetta le regole dell’altra.

Riuscite ad immaginare Biden che rifiuta il globalismo? Non è possibile.

Putin rinuncerebbe alla sovranità? Assolutamente no, questa è la cosa principale per Putin, è il suo assoluto.

Quindi non è possibile alcun dialogo. Si può solo raggiungere un consenso su dettagli che essenzialmente non contano affatto.

Per quanto riguarda le relazioni Russia-USA, solo la scomparsa di una delle parti risolverà tutto. Chi sarà il primo a crollare? E se nessuno crollerà, allora ci rimane una parola che inizia con “g”1

1. [Guerra, in inglese war, N.d.T.].

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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