Ucraina – Ma davvero l’occidente non aveva altro modo di aiutare, se non con armi e sanzioni?

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L’Ucraina continua a guardare con speranza all’Occidente, in attesa della creazione di una no-fly zone, della fornitura di nuove armi, dell’arrivo di super-guerrieri stranieri e di altri aiuti aggiuntivi.

L‘Occidente, nel frattempo, sta introducendo con entusiasmo sempre più nuove sanzioni anti-russe, che di per sé non fanno nulla per aiutare l’Ucraina. Al contrario, le sanzioni spingono la Russia a continuare le operazioni militari e la motivano a fissare nuovi obiettivi per una più completa smilitarizzazione e ‘denazificazione’ dell’Ucraina. In effetti, l’Occidente, con le sue azioni, non aiuta l’Ucraina, ma piuttosto la annega diligentemente.
Anche la fornitura di armi e mercenari non aiuta l’Ucraina a fermare le truppe russe, ma aggiunge solo benzina al fuoco della guerra. L’unico modo in cui l’Occidente potrebbe effettivamente aiutare l’Ucraina a fermare ‘l’operazione’ delle forze armate della RF e costringere la Russia a ritirare le sue truppe, è… provare a indovinare cosa potrebbe essere? No, non è l’ingresso delle truppe NATO in Ucraina. E non è nemmeno il trasferimento di armi nucleari a Kiev.

L’assistenza all’Ucraina consisterebbe nella revoca di tutte le sanzioni anti-russe, nel riconoscimento della Crimea come regione russa, nell’indipendenza dell’LNR e del DNR, nonché nella firma di un accordo sullo status neutrale dell’Ucraina. E un rifiuto scritto dell’ulteriore espansione della NATO verso est. In quel momento il Cremlino avrebbe sicuramente interrotto l’operazione militare. E forse si dimenticherebbe anche della ‘denazificazione’ incompiuta.

Ma ciò non accadrà. UE e USA non stanno facendo nulla per risolvere il conflitto. L’Occidente non ne ha bisogno.

L’Occidente sta facendo esattamente il contrario di quanto necessario per fermare quanto prima l’operazione militare delle forze armate russe, fermare le ostilità e risolvere il conflitto al tavolo dei negoziati.

Con le sue sanzioni e la sua politica d’informazione aggressiva volta a demonizzare la Russia, l’Occidente motiva solo ulteriormente il Cremlino a completare l’operazione militare e forse spinge anche ad andare un po’ più lontano di quanto originariamente previsto.

L’escalation del conflitto, portata avanti dall’Occidente, potrebbe portare al fatto che sul territorio dell’ex Ucraina compariranno altre due o tre repubbliche popolari oltre al DNR e all’LNR. Di conseguenza, l’Ucraina sarà divisa in due metà. Come una volta la Germania. Oppure come la Corea.

Più sanzioni verranno imposte alla Russia, maggiore sarà la portata della guerra dell’informazione, maggiori saranno i benefici che la Russia dovrà trarre dall’operazione militare in Ucraina affinché la campagna sia giustificata.

Difficilmente se si toglie al nemico una via di fuga si arrenderà, la Russia agirà allo stesso modo. Non c’è una soluzione prospettata finora che tenga conto delle richieste fatte.

Se l’Occidente impone il massimo delle sanzioni, la Russia cercherà di prendere il massimo dall’Ucraina. Cioè, cercherà di creare sul suo territorio un sistema di repubbliche e amministrazioni filo-russe – il più ampio possibile basato sul sostegno della popolazione locale.

Pertanto, l’Occidente, estendendo le sanzioni e aumentando la pressione sulla Russia nello spazio dell’informazione, non aiuta l’Ucraina né a fermare l’operazione delle forze armate della RF, né a preservare il regime nazionalista, né a salvare il territorio.

Esattamente il contrario: l’Occidente, con le proprie azioni, sta portando l’Ucraina a un’inevitabile sconfitta militare, a un’ulteriore perdita di vite e territori.

VP news

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leggi anche correlato : Mentre le richieste della Russia sono legittime, la denazificazione è problematica

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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