Twitter sarebbe a rischio fallimento, allora perché Elon Musk l’ha rilevata?

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Oggi Wall Street Italia riporta: “Twitter potrebbe fallire. Un’ipotesi nefasta, che non arriva da un analista, bensì da colui che meno di due settimane fa ha acquisito il social media, ovvero Elon Musk. Nel suo primo discorso ai dipendenti di Twitter, secondo quanto scrive Bloomberg, citando fonti ben informate, l’imprenditore sudafricano avrebbe messo subito in chiaro che l’ipotesi bancarotta non è esclusa, se il social media non inizierà a generare più liquidità” (wallstreetitalia).

La notizia effettivamente lascia sconcertati. Innanzitutto, 44 miliardi pagati per l’acquisizione di Twitter, sono una cifra esorbitante, anche per l’uomo più ricco del mondo. Per fare un paragone la capitalizzazione di ENI è di 51 miliardi, In fondo cos’è Twitter? Solo un servizio di microblogging che peraltro non si presta più di tanto ad innovazione. 140 caratteri e stop.

Le voci del fallimento sono corroborate anche dal fatto che Twitter ha iniziato a vendere obbligazioni convertibili per raccogliere fondi per il proprio sviluppo. Ora, se una società di venture capital in perdita inizia a prendere in prestito denaro per il suo sviluppo, questa è la strada verso il fallimento.

Dopodiché guardiamo cosa è successo non appena Musk è diventato il maggior azionista di Twitter: abbiamo visto che governi, la UE e lo stesso Biden hanno da subito cominciato ad entrare in fibrillazione, a preoccuparsi pubblicamente per ‘la democrazia’ e mettere sull’avviso la gestione di Elon Musk con moniti di vario genere. Tutti comunque repressivi e abnormi, molto duri, specialmente se consideriamo che sono stati preventivi. Perché? Il motivo è che Elon Musk è fondamentalmente un riformista vicino ai repubblicani e, secondo l’ideologia progressista, l’informazione non deve andare ad un uomo come lui, soprattutto perché Elon Musk è imprevedibile e libertario. Era chiaro sin da subito che avrebbero cercato di espropriarlo in qualche modo o distruggerlo finanziariamente.

Infatti non c’è solo la questione del pericolo di fallimento ma anche indagini dell’FBI sull’acquisizione ed addirittura una donna incinta che ha fatto causa per essere stata licenziata. Inoltre, importanti aziende, che facevano pubblicità su twitter, si sono volatilizzate. La mia impressione è che vogliano metterlo sotto pressione e che tutto l’establishment veda Twitter come un pericolo.

Elon Musk mi piace, mi piace che sia un innovatore, mi piace che abbia rialzato le sorti di Space X e Tesla, aziende con valore reale e non come Twitter. Per la verità mi sono meravigliato che abbia preso Twitter, perché ad aprile aveva detto che “certe cose sono per sciocchi”. Quindi se lo ha fatto è per la comunicazione e perché probabilmente ha voluto appoggiare qualcuno o qualcosa, un cambiamento.

Non vedo altre spiegazioni. Twitter era già di per sé un fallimento e lo stesso Musk sapeva bene che molto del suo traffico era fatto dagli stessi bot dell’azienda. Per acquisirla ha dovuto chiedere soldi in prestito e distrarre soldi da Tesla: “Per finanziare la sua offerta di 44 miliardi di dollari, Musk si è garantito 13 miliardi di dollari in finanziamenti da banche d’investimento tra cui Morgan Stanley, Bank of America, Barclays e MUFG Bank (la più grande banca giapponese, ndt) e un prestito a margine di 12,5 miliardi di dollari garantito da una parte della sua partecipazione in Tesla Inc” (Milano Finanza). Davvero tanti soldi (e gran parte a debito) per una società che ha il suo utile soprattutto con la pubblicità.

Quindi perché l’ha acquistata? Forse ha voluto toglierla a qualcuno, o evitargli di continuare a fare qualcosa. Se così fosse, se il motivo dell’acquisizione non fosse solo imprenditoriale ma anche politico, non sono cose che decidi da solo, non ti esponi decidendo da solo. Se attacchi una parte politica, sai le conseguenze. In questo senso sappiamo che prima delle elezioni di Midterm Musk ha incitato gli indecisi a votare i repubblicani. Puoi prevedere le reazioni, e sul lato del valore delle azioni, per la perdita di valore ci sono studi di mercato, proiezioni abbastanza affidabili.

Potremmo ipotizzare che il tutto sia stato valutato attentamente e che le altre sue attività -Tesla e Space X- potrebbero essere una risposta.  Entrambe hanno utilizzi militari. Tesla è votata per l’automazione; la sua tecnologia può essere applicata a veicoli terrestri e in futuro a droni autonomi. Possiamo immaginare che la tecnologia sia applicabile a mezzi militari.  Poi c’è Space X: ha portato ad un passo in avanti la ricerca spaziale; quando la ricerca statunitense era impantanata da tempo dopo il fallimento del progetto Shuttle, Musk le ha dato nuovo impulso ed una nuova prospettiva.  Insomma, Musk ha contratti con il Pentagono e la Nasa e per lungo tempo sarà fortemente impegnato con tali entità statali molto potenti. Questo potrebbe dare un indizio.

Queste attività porteranno potenzialità di crescita alle aziende di Musk, con Twitter o senza Twitter. Perché allora Musk ha paventato possibilità di fallimento? Beh bisogna vedere, lo ha annunciato anche per Tesla tempo fa e Tesla è ancora lì. Eppoi un fallimento potrebbe essere letto anche come un utile espediente per liberarsi degli altri soci o fare una qualche manovra, giacché twitter è piena di debiti. Non sono addentro alla materia, ma senz’altro Musk non è uno sprovveduto-.

Naturalmente, faccio queste osservazioni perché la vicenda effettivamente è intrigante, però non comprerò una Tesla e non andrò su Marte :-) .

VPNews

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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