Gli USA espandono l’invasione della Siria

Tony Cartalucci New Eastern Outlook 15/03/2017 La recente espansione delle forze statunitensi in Siria segue un prevedibile e singolare programma decennale contro questa nazione, più specificamente con ll’ultimo conflitto iniziato nel 2011, tramite la “primavera araba” concepita dagli Stati Uniti. The Independent, nell’articolo, “Marines statunitensi inviati in Siria per sostenere l’assalto alla roccaforte dello SIIL di …

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I tragici segni della cospirazione

Non c’è bisogno di essere un convinto seguace di David Icke, il famoso ex anchorman della BBC che gira il mondo a diffondere le sue rivelazioni sulla grande cospirazione degli “Illuminati”, per rendersi conto che la maggioranza dei grandi avvenimenti mondiali non ha certo una origine casuale, né scaturisce dalla evoluzione spontanea di circostanze non …

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Gli “occhi della guerra” di fronte agli orrori dell’Isis

Il giornalista di guerra Gian Micalessin racconta cosa ha visto nei territori controllati dai miliziani del Califfato e analizza l'atteggiamento dell'Europa rispetto alla persecuzione dei cristiani Roma, 05 Novembre 2014 (Zenit.org) Federico Cenci Ha girato in lungo e in largo il pianeta, ha attraversato svariati scenari bellici e ha collaborato con alcune tra le più …

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“Un passo di pace” contro il metodo della guerra (ma fino ad un certo punto)

Il 21 settembre si è svolta a Firenze l’iniziativa per la pace “un passo di pace”. E’ stata organizzata da un network di organizzazioni, che comprende Rete della pace, Sbilanciamoci, Controllarmi . Non si tratta di una un’iniziativa qualsiasi: hanno aderito sigle e associazioni che raggruppano circa 7 milioni di italiani. L’occasione è stata la …

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editoriale di Franco Venturini sul Corriere della Sera di oggi: Il disordine che ignoriamo

Il disordine che ignoriamo

È perfettamente comprensibile che le nostre priorità siano la politica interna, la congiuntura economica, l’Europa, insomma tutto quel che ci tocca direttamente. Ma in questa logica selezione d’interessi, che non è soltanto italiana, rischiamo di non accorgerci che nel mondo esterno la classifica sta cambiando con una velocità mai vista dopo la fine della Guerra fredda. Si diffonde ovunque un disordine sempre più pericoloso anche per noi, torna alla ribalta il tema della guerra e della pace che credevamo sepolto sotto le macerie del Muro di Berlino, le aree più instabili del mondo si armano fino ai denti con sommo disprezzo dei buoni propositi sottoscritti all’Onu. E allora diventa opportuno allungare lo sguardo.

Cominciamo da vicino casa. Sul caos libico il Corriere ha da tempo lanciato l’allarme, e gli avvenimenti continuano a dargli ragione. La diplomazia appare impotente davanti alle milizie e ai loro ricatti energetici, alla guerra civile strisciante, alle masse di profughi provenienti da altre crisi che dalle coste libiche partono nella speranza di raggiungere l’Italia. Quanto potrà durare? E poi ci sono i depositi di armi dell’era Gheddafi: lì si riforniscono combattenti d’ogni dove, qaedisti del Sahel, massacratori delle guerre africane, contendenti siriani, terroristi ben finanziati e fanatici islamisti dell’Isis (sigla per «Stato islamico dell’Iraq e del Levante») che sta mettendo a soqquadro l’Iraq.

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Note a margine della crisi ucraina

Propongo un’attenta analisi di Mario Villani, che alla fine si domanda : “come mai gli USA aiutano, nei paesi ‘liberati’ sempre degli emeriti incapaci”?  Nessuno stupore sulle classi politiche impresentabili: è questo che vogliono, che rientra nel loro interesse. Gli USA non propongono una claesse politica efficiente ed onesta perchè  inevitabilmente chiederebbero il bene comune …

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Fra Alitalia e Al Qaeda, l’ Italia negli “Amici della Siria”.

Sibialiria ha lanciato una campagna di informazione per DENUNCIARE ED INFORMARE sulle contradizioni e le incongrenze della guerra siriana.  L’attivismo delle potenze coinvolte, in corrispondenza dei colloqui di pace, anzichè attenuarsi,  ha subito una accellerazione . La via della pace per essere credibile e percorribile deve necessariamente escludere l’appoggio ai gruppi armati. Ai negoziati di …

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