Le religioni sono tutte uguali?

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Le religioni sono tutti uguali? No, evidentemente non lo sono.

Le religioni non sono tutti uguali, sono gli uomini ad essere tutti uguali. I rapporti di solidarietà è giusto svilupparli nei rapporti interpersonali, tra uomini.  In questo senso,  è giusto che si tenga un sincero clima di fratellanza con tutte le religioni del mondo perché questo è il messaggio di Cristo. Non per nulla il sentimento di fratellanza e di pace è nella legge naturale nel cuore dell’uomo quanto non è obnubilato dalle ideologie. Incomprensibile è invece l’insistenza di media e dei politici che governano questa nostra Europa per promuovere una società multietnica e multi-religiosa come ‘traguardo’ da conseguire ed indice di civiltà.
Mi domando come molti sostengano insistentemente una simile ideologia.  Basterebbe guardare  i dati sulle persecuzioni religiose per capire che il dato che risalta maggiormente è che le persecuzioni religiose sono compiute soprattutto da islamici nei paesi islamici contro i cristiani e non viceversa.

Ad esempio solo questa settimana, nel mondo sono avvenuti i seguenti omicidi:

Ieri, 09.05.2019 Esplosione al Santuario Sufi Uccide 20  persone
08.05.2019 (Afghanistan) Fedayeen inscena un attacco suicida a un ufficio di carità americano, uccidendone almeno cinque.
2019.05.08 (Pakistan) Un kamikaze esplode in mezzo a una folla di pellegrini in un santuario sufi, uccidendone dieci.
2019.05.05 (Afghanistan)
Tre bambini vengono straziati da una mina terrestre talebana.
2019.05.05 (Mozambico) Tre abitanti del villaggio vengono uccisi dai radicali islamici.
2019.05.05 (Israele) Un giovane padre e un rabbino vengono abbattuti dalle schegge di Hamas.
2019.05.05 (Israele) Un veicolo viene colpito da un razzo di Hamas, uccidendo il conducente di 68 anni.

Questo triste quadro è uno spaccato di ciò che succede nel mondo da anni: all’Islam è imputabile la maggior parte di stragi ed attentati nel mondo, nonché le disparità di trattamento nelle proprie società verso le minoranze religiose.

La convivenza pacifica, la tolleranza, la comprensione sono tutti valori da coltivare e non traguardi da raggiungere . Le esortazioni che vedono come un traguardo la trasformazione delle nostre società in multietniche e multi-religiose non fanno i conti della realtà. Questo desiderio è aleatorio in quanto l’ecumenismo  si  realizza dove l’esperienza di pacifica convivenza è in atto da centinaia di anni tra musulmani e cristiani autoctoni. Stessa cosa può avvenire nei paesi occidentali naturalmente, ma la condizione è però che ci sia la volontà di farlo, ovvero che si abbia volontà di pace. Questa ultima condizione  che si da tendenzialmente viene data scontata – nelle nostre società che continuano a credere di poter eliminare il male per decreto legge – , in realtà non lo è.

Allo stato dei fatti l’immagine di concordia a cui si riferiva il Papa a Skopie (Bulgaria)  della costruzione di una società   “crogiuolo di culture e di appartenenze etniche e religiose” che vive in pace è sempre più lontana dal realizzarsi. Gli ostacoli maggiori maggiori sono essenzialmente questi: 1) la mancata comprensione delle religioni e la proiezione che noi facciamo dei nostri sentimenti sugli altri, non considerando debitamente la volontà ed il punto di vista altrui; 2) la distruzione in atto delle esperienze di convivenza millenaria, ove cristiani e musulmani vivevano pacificamente insieme, come in Siria; 3) il privilegiare la forma del wahabismo  radicale per le ingenti risorse economiche di cui dispone anziché le forme più miti di islam.

patrizio ricci by @vietatoparlare

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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