La RAI non trasmette una importante intervista realizzata con il presidente siriano Assad

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L’ex presidente della RAI Monica Maggioni nel mese di ottobre si è recata a Damasco ed ha realizzato una intervista con il presidente siriano Assad.

Ora in molti ci aspettiamo che l’intervista venga trasmessa.

Ma l’intervista che inizialmente era programmata per il 2 dicembre non è stata ancora trasmessa e non è nemmeno  presente nel palinsesto per la prossima settimana. Dov’è andata a finire? L’hanno persa o che cosa?

Naturalmente è una provocazione: certamente non si è persa. Ma realmente in molti ci chiediamo cosa sta succedendo. Qual’è l’ostacolo che ne impedisce la divulgazione? Visti i precedenti e la linea editoriale seguita per anni, l’ipotesi più accreditata è che l’intervista metta in imbarazzo?

Ci chiediamo cosa contenga l’intervista, per aver frenato la RAI nel trasmetterla:forse il quadro che ne emerge non coincide con il veleno e le falsità per anni costruite dalla Rai? Sì, siamo prevenuti e sospettosi, perché l’informazione sul conflitto siriano costituisce una delle pagine più ignobili della storia dell’informazione italiana. Perciò sono molte le domande poste sui social dagli utenti che seguono le vicende siriane.

Non è alieno pensare che il ritardo possa trovare spiegazione nella preoccupazione che l’intervista potrebbe incrinare la narrativa ufficiale. Ora che gli avvenimenti correnti stanno chiarendo tutta la verità della guerra di Siria, ora che i valorosi combattenti curdi sono perseguitati  e uccisi proprio dai ‘combattenti per la liberà’ incensati per anni dalla Rai, potrebbe esserci qualche problema. Potrebbe emergere qualche altra contraddizione.

In altri termini: il contenuto dell’intervista potrebbe essere deleterio per la credibilità della linea editoriale tenuta finora. E questo è un dato, non è un’ipotesi, vista l’incisività delle ultime interviste realizzate da altri canali esteri (che in Italia hanno trovato diffusione pari a zero).

L’intervista potrebbe dare il colpo di grazia ad una informazione che si sta rivelando sempre più prona al potere e che è buona solo per fare intrattenimento e distribuire pubblicità. Naturalmente può essere che sia entrato in gioco qualcuno all’esterno che ha chiesto alla Rai di lasciar perdere, ma allora che motivo c’è di pagare il canone RAI per una informazione che si definisce obiettiva e che è tutelata dalla Costituzione?

Se lo chiede anche Naman Tarcha, siriano – giornalista professionista che da anni è in Italia:

Come può un Paese che non ha il coraggio neanche di trasmettere una intervista, pretendere di giocare un serio ruolo nella politica estera a livello internazionale!  Dalla Siriaalla Libia sarebbe il caso di fare una seria analisi Costi-Benefici sui errori dei governi europei sopratutto dell’Italia per assecondare le folli politiche dei nostri grandi alleati.

E se lo chiedono gli utenti dei social, i cui interventi hanno questo tenore:

E arriva, come era giusto che fosse, lo sputtanamento globale a Rainews e a Monica Maggioni.
Dalla Siria reclamano, come è giusto che sia, la messa in onda dell’intervista a Bashar al Assad, registrata in data 26 novembre e programmata, secondo quanto comunicato alla Siria, il 2 dicembre.
La Maggioni ha più volte chiesto il permesso di posticipare la messa in onda.
Oggi dalla presidenza comunicano che se l’intervista non sarà trasmessa entro due giorni, verrà pubblicata attraverso i canali siriani.

La notizia della censura sta rimbalzando su innumerevoli pagine che si occupano di Siria.
Se fosse ancora necessario, un episodio che dà la misura della cialtroneria dei nostri media.

Per non parlare dei politici, che li comandano.

(da FB)

[su_panel shadow=”0px 5px 3px #eeeeee”]Secondo il Comunicato della Presidenza siriana se la Rai continuerà a rifiutare di trasmettere l’intervista, sarà trasmessa per intera, lunedì 9 dicembre 2019 alle 21:00, ora di Damasco su tutti i media nazionali siriani inclusi i social media.[/su_panel]

Che non abbiamo più decenza e morale e non serviamo il bene anche se diciamo di essere  ‘infinitamente umanitari’ è un dato … ma poi  – nel lungo periodo –  avverrà la beffa: saremo castigati comunque da chi ossequiamo…

patrizio ricci by vietato parlare

[su_heading style=”modern-2-blue” size=”21″ align=”left”]AGGIORNAMENTO[/su_heading]

Tutte le agenzie stampe cinesi hanno ripreso la vicenda della mancata trasmissione su RAI dell’intervista ad ASSAD. Ampio spazio anche sui media arabi. La maggior parte parla di decisione politica. In Italia AGI rivela alcuni retroscena della vicenda che avvalorano la mia versione. Leggo inoltre che doveva partecipare da Instabul anche la Goracci. La nota dell’ad della Rai, Fabrizio Salini, naturalmente è risibile.

Una ricostruzione della vicenda vede tutto concentrato, secondo quanto AGI ha appurato, tra domenica 1 dicembre e lunedì 2. La giornalista ex presidente Rai e attualmente amministratore delegato di RaiCom ha proposto il servizio al direttore di RaiNews24, Antonio Di Bella, il quale l’avrebbe ritenuto interessante, tanto da attivare la redazione esteri del canale ‘all news’ per uno speciale da mandare il lunedì sera nel corso della rubrica Checkpoint, prevedendo un collegamento con la corrispondente da Istanbul, Lucia Goracci, e con in studio a Roma il professor Francesco Strazzari, professore associato di Relazioni Internazionali alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Lunedì pomeriggio però, mentre Strazzari è in viaggio per Roma, apprende l’AGI, questa parte di Checkpoint viene annullata, ovvero l’intervista al presidente siriano non andrà in onda. L’intervista, scrive in una nota l’ad della Rai, Fabrizio Salini, “non è stata effettuata su commissione di alcuna testata Rai. Pertanto non poteva venire concordata a priori una data di messa in onda”.

tutto l’articolo qui di AGI, qui: https://www.agi.it/spettacolo/televisione/siria_assad_intervista_rai-6697915/news/2019-12-08/

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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