Istituita una nuova TASK FORCE governativa, vigilerà sulle FAKE NEWS

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Ansa ha dato notizia ieri della istituzione di una task force governativa che vigilerà sulle Fake News. Quindi subito dopo la direttiva europea di  qualche giorno fa, l’Italia prontamente recepisce questa norma e la amplifica, in modo che se si sposta il bersaglio , si sposterà anche l’ambito delle fake news.

I principi che regolano la libertà di espressione sono legittimi solo se sono uguali per tutti i cittadini e tutti i media. Questo non è il caso di oggi.

Come sempre nella storia dell’informazione, i vecchi media tentano di sabotare i nuovi. Spot pubblicitari anti fake news inneggiano ai giornali nazionali. 

Conseguentemente, i media nazionali che per natura non possono scrivere fake news, non saranno monitorati dalla nuova task force.

Ovviamente non è chiaro come sarà deciso se un articolo, una affermazione o quant’altro possa essere classificato come ‘fake news’ ma visto che l’indice in sede europea è anche sulla ragionevolezza delle affermazioni, l’ambito è vasto e mutabile.

Infatti, nel comunicato si legge:

“Stiamo istituendo proprio in queste ore una task force che chiameremo Unità per il monitoraggio contro la diffusione delle fake news. (…) servirà per smontare e smascherare queste notizie false che possono determinare un danno alla nostra società, alla coesione sociale, vorrei dire anche alla qualità stessa della democrazia”. (…) Ansa

Su Repubblica è più chiaro, viene spiegato che il settore sensibile della nuova task force sono più specificatamente le fake news esterne sul coronavirus ma in proposito ricordo che già la competenza era passata dalla magistratura alla polizia postale.  Ed a proposito dell’azione azione di quest’ultima si aggiunge chedovrà essere rafforzato il ruolo della Polizia Postale per consentirle di individuare tempestivamente le cosiddette “fonti tossiche” e di interrompere la catena della loro diffusione nei social”.

Quindi in definitiva viene istituita una task force che se è vero che vigilerà sulle fake news , esiste già una competenza operativa che già vigila a 360 gradi su bufale e fake news, questo compito verrà rafforzato.

Ma fate fate attenzione, la direttiva  dell’Unione Europea dice che saranno attenzionate solo quelle “che  possono determinare un danno alla nostra società, alla coesione sociale, (…) alla qualità stessa della democrazia”.

E’ una gravissima notizia che fa balenare nel nostro tempo l’ombra sinistra delle più bieche dittature di “orwelliana memoria dove esisteva il ministero della verità. Se l’ambito della censura prima era già vasto,  questa volta non si capisce come la polizia postale – o la non meglio definita task force governativa -, potrà stabilire criteri di scientificità sulle notizie riguardo al coronavirus, laddove non esiste univocità scientifica.

IL CASO DELLE NOTIZIE SULLA SIRIA SPESSO CENSURATE SUI SOCIAL

Cosa succede se – come nel caso della Siria – uno dice che non è vero che Assad è responsabile di sterminare la sua stessa gente oppure che non è vero che il governo siriano ha usato i gas a Gouta nel 2013?  In questo caso è lo Stato che sta diffondendo da sei anni le fake news. Allora in questo caso che si fa? Si ‘interrompe’ lo stato, lo si censura, si oscurano le pagine istituzionali, oppure si chiamano i provider dei vari Corriere della Sera, Repubblica etc e li si oscura?

Non nascondiamoci dietro ad un dito: più facilmente ci sarà una censura a secondo dell’orientamento del governo, più o meno accanita contro l’informazione alternativa, contro coloro che si discostano dalla versione ufficiale. Basta vedere per esempio le accuse rivolte alla Russia , e specificatamente a RT e Sputnik.  Il contrasto in questo caso è solo funzionale ad una logica di contrapposizione est-ovest ma ugualmente  si dice che questi organi di informazione diffondono fake news.  Spesso solo perché hanno posizioni opposte alla visione del mondo occidentale.

Il filone è la censura operata sui social o su Youtube. Avrete notato che molti account di video che erano presenti su Youtube, che hanno immesso in questo modo in rete filmati importanti per la comprensione della natura della guerra siriana (come Syria Free News, Arabi Souri, VeritesurlaSirie) sono spariti ‘per violazione delle norme della community’. Il filone è quello. Attenzione sono spariti inspiegabilmente quelli che simpatizzavano per il governo siriano, mentre sono ancora in rete quelli dei gruppi ribelli. Questo non costituisce un assoluto ma la tendenza è questa. Sta di fatto che quasi tutti i video su cui avevo messo l’iscrizione sono stati chiusi.

Come opererà la nuova task force, non dimentichiamoci che – come già detto – già esisteva un monitoraggio a ragione di un precedente provvedimento il passaggio della censura dalla magistratura alla polizia postale. Ma ora questa task force – a quanto si legge – avrà più ampia possibilità discrezionale, perchè si guarderà anche se le notizie possano causare danni sulla popolazione.

Viene da pensare che siccome il criterio è discrezionale, le fonti tossiche saranno anche individuate in base alle pressioni politiche. Perchè ovviamente è più facile segnalare un reato su internet ma più difficile stabilire un criterio univoco per la caccia alle fakenews. In un mondo dell’informazione che scivola sempre più verso la menzogna di stato, come opererà la nuova task force  investita di un compito così subdolo e delicato per la democrazia del nostro paese?

La caccia  “a chi attenta alla coesione sociale, (…) alla qualità stessa della democrazia” abbia inizio.

@vietatoparlare

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nota a margine: Fake News legali perchè pagate dai governi integri: https://www.vietatoparlare.it/fakenews-legali-perche-pagate-dai-governi-integri-integrity-initiative/

 

 

 

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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