Canale Italia ha recentemente riproposto una canzone emblematica del 1985, “Katy Don’t Go to the Supermarket”, che risuona con sorprendente attualità nel contesto del 2024. La canzone, un tempo considerata una semplice opera di fantasia, oggi assume un significato più profondo, riflettendo le preoccupazioni contemporanee riguardo alla sorveglianza, al controllo sociale e alle trasformazioni nella società quotidiana.

Già nel 1985, la canzone anticipava temi che sono diventati centrali nel nostro tempo, come l’uso della tecnologia per monitorare e influenzare le abitudini di consumo. Il brano fa riferimento a tecniche come il riconoscimento facciale nei supermercati, utilizzate per tracciare la frequenza delle visite dei clienti e i loro acquisti, un concetto che oggi risuona con la realtà di una società sempre più digitalizzata.

Il video della canzone tocca anche l’argomento della digitalizzazione del denaro e della società, citando l’esempio dell’Islanda, dove i pagamenti avvengono principalmente tramite carte di credito e app, riducendo drasticamente l’uso del contante.

In studio, si discute anche dell’importanza dei simboli e del loro potere di comunicare messaggi o influenzare la società. Vengono citati testi come “Psicologia delle masse” di Gustave Le Bon e “Il campo dei santi” di Jean Raspail, che offrono una prospettiva più approfondita sugli sviluppi attuali nella società moderna.

“Katy Don’t Go to the Supermarket” non è solo una canzone, ma una potente metafora che presenta i temi di controllo sociale e perdita di libertà individuale in un’era caratterizzata da una crescente digitalizzazione e sorveglianza. Questa canzone riflette le preoccupazioni di un’élite che, attraverso tali strumenti, cerca di consolidare il proprio potere e lo status quo.