Gli Stati Uniti si schierano con Haftar (e non poteva essere che così…)

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Libia: gli USA si schierano dalla parte di Haftar

MOONOFALABAMA
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La situazione sul terreno in Libia è cambiata poco da quando l’avevamo analizzata due settimane fa.

Le truppe dell’esercito nazionale libico (LNA) del generale Haftar attaccano da sud le milizie che sostengono a Tripoli il governo riconosciuto dall’ONU. All’LNA mancano tuttavia le risorse necessarie per uno sfondamento più ampio. Diversi punti strategici del fronte sono stati persi e riconquistati più volte. Ci sono schermaglie sanguinose ma non battaglie importanti. Quelle devono ancora venire.

Mappa via South Front

Alcune persone dubitano che Haftar possa avere successo.

Gli analisti ritengono che Haftar abbia sovrastimato la forza del suo LNA.

Dicono che il controverso maresciallo, a capo di un regime che ha il controllo della Libia orientale, contasse su un rapido crollo delle milizie di Tripoli.

Ma i rinforzi filo-GNA, provenienti dalla zona di Tripoli sono stati determinanti nel respingere le sue forze.

Non è mai stato chiaro se Haftar sperasse veramente di ottenere una rapida vittoria con un attacco fulmineo su Tripoli, o se la sua mossa improvvisa fosse unicamente destinata a raccogliere sostegno dall’esterno. Ora, questo sostegno lo sta sicuramente ottenendo e questo sarà il vantaggio decisivo che avrà nel lungo periodo.

Come avevamo già detto:

Haftar ha l’aperto sostegno di Francia, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Egitto e Russia. L’amministrazione Trump non è interessata ad entrare in questo caos. Haftar è una vecchia risorsa della CIA e, se dovesse andare al potere, ci sono buone possibilità che gli Stati Uniti abbiano qualche influenza su di lui. Finché il petrolio libico scorre e tiene basso il prezzo del greggio mondiale, Trump sarà felice. La Russia sta cercando di rimanere defilata per non dare alle forze anti-russe a Washington una scusa per intervenire.

I Fratelli Mussulmani, sostenuti da Turchia e Qatar, sono ancora in gioco a Misurata, ma hanno comunque perso la loro influenza sul terreno.

Da allora, il Wall Street Journal ha riferito che l’Arabia Saudita si è impegnata a sostenere con decine di milioni di dollari l’avanzata di Haftar su Tripoli. Una settimana fa, Haftar ha visitato il presidente egiziano Sisi.

L’Europa è disunita sulla questione. L’Italia vuole mantenere la sua influenza nella ex colonia e la sua storica posizione nell’industria petrolifera libica. È anche preoccupata per una nuova ondata di rifugiati. Appoggia il governo di Tripoli. La Francia sostiene Haftar, con l’obiettivo di rilevare alcune delle attività petrolifere. È anche preoccupata dalla presenza di attivisti islamici nelle ex colonie francesi ad ovest e a sud della Libia. Con l’Italia e la Francia che si bloccano a vicenda, l’Unione Europea ha emesso solo una dichiarazione di circostanza con la richiesta di uno stop ai combattimenti, senza sbilanciarsi.

Anche le preoccupazioni riguardanti le milizie che sostengono il governo di Tripoli sono aumentate. Non sono innocue come molti sembrano aver pensato.

Una settimana dopo che un aspirante uomo forte aveva lanciato un attacco a sorpresa contro la capitale libica, un assortimento di bande criminali e di estremisti si sta preparando a lottare contro di lui, sollevando nuovi dubbi negli Stati Uniti e nelle altre potenze occidentali che avevano condannato il suo attacco.

Ma un cast sempre più sgradevole si è unito alla coalizione contro di lui, compreso un gruppo strettamente legato ad una milizia ritenuta un’organizzazione terrorista dagli Stati Uniti e dalle Nazioni Unite, un signore della guerra estremista sanzionato per minare la stabilità della Libia ed altri leader delle milizie ritenuti colpevoli di traffico di migranti. Questo mix allarma talmente le potenze occidentali che alcuni potrebbero considerare il generale Haftar il male minore.

Ieri gli Stati Uniti, che non si erano quasi fatti sentire quando Haftar aveva lanciato il suo assalto a Tripoli, sono usciti allo scoperto.

Gli Stati Uniti e la Russia, hanno detto i diplomatici giovedì scorso, non avrebbero sostenuto una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco in Libia, proprio mentre i colpi di mortaio cadevano su un sobborgo della capitale libica, Tripoli.

La Russia si oppone alla risoluzione della Gran Bretagna, che aveva addossato al generale della Libia orientale, Khalifa Haftar, la colpa dell’ennesima escalation di violenza, quando il suo Esercito Nazionale Libico (LNA) era avanzato fino alla periferia di Tripoli, all’inizio di questo mese, hanno detto i diplomatici.

Gli Stati Uniti non hanno motivato la loro posizione sul progetto di risoluzione…

Oggi apprendiamo che Trump, diversi giorni fa, aveva parlato con Haftar.

Il presidente Donald Trump ha parlato lunedì con un uomo forte libico, le cui forze stanno avanzando sulla capitale della nazione, ha detto la Casa Bianca, una mossa che potrebbe minare il sostegno al governo del paese riconosciuto a livello internazionale.

Trump ha discusso con Haftar “gli sforzi in corso contro il terrorismo e la necessità di raggiungere la pace e la stabilità in Libia,” ha dichiarato il vice segretario stampa della Casa Bianca, Hogan Gidley. Gidley si è rivolto ad Haftar con il titolo di “feldmaresciallo”.

“Il presidente ha riconosciuto il ruolo significativo del feldmaresciallo Haftar nella lotta al terrorismo e nel garantire la sicurezza delle risorse petrolifere libiche e i due hanno discusso una visione condivisa per la transizione della Libia verso un sistema politico stabile e democratico,” ha detto Gidley.

Il punto chiave per Trump è il prezzo del petrolio. La sua amministrazione ha posto sanzioni sulle vendite del petrolio iraniano e venezuelano. Dall’inizio dell’anno i prezzi del greggio sono aumentati da meno di 50 dollari a oltre 70 dollari al barile. Trump progetta di ridurre le deroghe che aveva concesso ad alcuni dei paesi che continuano ad acquistare petrolio iraniano. Una cosa del genere farebbe ulteriormente calare la produzione dell’Iran. Ogni ulteriore interruzione della produzione petrolifera libica spingerebbe in alto il prezzo del petrolio e danneggerebbe l’economia americana. Renderebbe così impossibile il piano di Trump per sanzionare totalmente il petrolio iraniano.

Haftar controlla la maggior parte delle forniture di petrolio della Libia. Con l’aperto sostegno degli Stati Uniti, della Russia e della Francia, con il supporto militare dell’Egitto e con abbastanza denaro saudita per finanziare il suo esercito, ha sicuramente tutto quello che gli serve per sostenere una campagna più lunga.

La sua prossima mossa sarà probabilmente contro la piccola forza aerea messa insieme dalle bande di Misurata. In questo, gli Stati Uniti potrebbero dargli una mano. Haftar potrebbe quindi chiudere lo spazio aereo per i voli dalla Turchia e dal Qatar. Una cosa del genere taglierebbe quei rifornimenti di cui Misurata e Tripoli necessitano per proseguire i combattimenti.

Quelli che dicono che “non è possibile alcuna soluzione militare” per la situazione in Libia saranno probabilmente smentiti. Haftar ha tutto ciò di cui ha bisogno per vincere la partita.

Moon of Alabama

Fonte: moonofalabama.org
Link: https://www.moonofalabama.org/2019/04/libya-us-reveals-support-for-hafters-side.html#more
19.04.2019

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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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