ISRAELE – Attacco di Hamas: le ragioni non giustificano mai la brutalità

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Innanzitutto desidero esprimere la mia visione complessiva che distingue la leadership da un lato ed i cittadini comuni dall’altra. Ritengo sia corretto condannare fermamente gli attacchi israeliani in Siria e il supporto al terrorismo contro il governo legittimo; sono altresì da condannare la doppiezza delle posizioni di Israele nei confronti della Russia, il suo silenzioso sostegno al regime di Kiev in Ucraina, la partecipazione diretta a manovre politico-militari volte a estromettere la Russia dal Caucaso e altre questioni simili ed ambiguità varie contro i civili palestinesi.

Detto ciò, l’azione compiuta da Hamas contro la popolazione civile israeliana ed i militari catturati costituisce un atto vergognoso e riprovevole, reso ancor più inaccettabile dal fatto che è stato perpetrato con orgoglio, per scopi spettacolari e con evidente piacere e gioia (vedi dal Corriere della Sera “Israele, la violenza brutale sui civili e militari“). Tra l’altro a carico di Hamas bisogna che tener conto del fatto che, Hamas in Siria dalla parte di Israele e con gruppi estremisti salafiti che hanno tentato il regime change del governo di Assad.

A questo proposito, mi trovo in disaccordo con molti commentatori che si concentrano solo sugli ultimi fatti senza riconoscere la brutale ferocia di ciò che sta accadendo. Questa mi sembra un’interpretazione incomprensibile, riduttiva e sconcertante della situazione. Israele ha le sue enormi responsabilità e non condivido il suo approccio nella risoluzione dei problemi (distruzioni di case civili, omicidi mirati anche in Siria e dovunque, mire di avere il totale dominio nella regione, in un’opera di continua destabilizzazione -come in Siria, etc-) ma neanche questo è il modo di risolverli.

Ostaggi anche civili da scambiare per liberare 7000 appartenenti ad Hamas

Uno degli obiettivi principali dell’attacco di Hamas è reclutare prigionieri israeliani da scambiare con palestinesi detenuti nelle carceri israeliane e impedire un’operazione di ritorsione nella Striscia di Gaza (vedi quiqui e qui): “Tutti i prigionieri nelle mani delle organizzazioni della resistenza saranno trattenuti fino al rilascio di tutti i nostri prigionieri dalle carceri israeliane”, ha dichiarato alla stampa il segretario della Jihad islamica Daoud Shihab.

Secondo Shihab, le donne e i bambini sono stati detenuti da Israele, quindi il fatto che tra gli israeliani prigionieri vi fossero adulti, donne e bambini non sarebbe stato preso in considerazione. “Ogni liberazione da parte nostra avrà il suo prezzo”, ha detto, aggiungendo che “le forze della resistenza hanno considerato tutte le opzioni israeliane, compresa l’azione di terra. Sanno che ogni passo avrà un prezzo.”

Il primo ministro israeliano Netanyahu: Da questa mattina lo Stato di Israele è in stato di guerra. Il nostro primo obiettivo è innanzitutto liberare l’area dalle forze infiltrate e riportare la sicurezza e la pace nei villaggi attaccati.

Il secondo obiettivo è chiedere un prezzo enorme al nemico, anche nella Striscia di Gaza. Il terzo obiettivo è rafforzare altri teatri affinché il nemico non commetta l’errore di unirsi a questa guerra.

In guerra è importante mantenere la calma. Invito tutti i cittadini israeliani a unirsi per raggiungere il nostro obiettivo più alto: la vittoria nella guerra.

Ovviamente questa retorica non porta a niente. Da nessuna delle parti. Un vero caos ed a pagare sono sempre i più esposti.

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Nota a margine

Papa Francesco all’Angelus. “Esprimo la mia vicinanza alla famiglie delle vittime e familiari in queste ore di terrore e angoscia”. Ha poi aggiunto: “Perchè si comprenda che il terrorismo e la guerra non portano nessuna soluzione, ma solo la morte e la sofferenza di tanti innocenti. Preghiamo perchè ci sia pace in Israele e in Palestina”

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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