Ansa avverte che “il coronavirus si sta lentamente ripresentando in tutte le parti d’Italia”, ma…

Stamattina in ‘prime time’ l’agenzia Ansa dà notizia che “il coronavirus si sta lentamente ripresentando in tutte le parti d’Italia… preoccupano i focolai che si accendono lungo tutta la penisola“.

Non so, ma prendendo come riferimento la zona dove io abito, qui la ASL sta facendo test sierologici gratuiti a campione sulla popolazione residente (il consiglio comunale di Pescara ha approvato a maggio all’unanimità ‘test seriologici a tappeto’)., Inoltre, i test sierologici si possono fare nei laboratori analisi a richiesta.

Alla luce di questa evidenza – in una scala più ampia – si desume che sulla registrazioni di nuovi casi, l’aumento dei tamponi abbia la sua incidenza. Non so se anche nel resto del paese si stia facendo così. Se così fosse – perché il servizio sanitario è nazionale – , la notizia dell’Ansa non sarebbe corretta e le statistiche sarebbero falsate (anche perché l’agenzia nelle sue conclusioni non fa riferimento e non menziona questo dato).

Oltre a ciò, il comunicato Ansa dice anche che “i casi a livello nazionale sono aumentati dal 15 al 21 luglio con un totale di 1.408 casi, anche se con meno tamponi effettuati”. Anche in questo caso il significato dato è impreciso: il periodo di riferimento scelto è troppo piccolo per descrivere uno spaccato di una situazione generale. C’è un’atmosfera irreale, quindi più tamponi, più infetti ma questo non lo dice nessuno.

In aggiunta, esiste anche il problema degli sbarchi, con centinaia di nuovi positivi riscontrati  che poi sono fuggiti dai centri di raccolta diffondendosi e rendendosi irreperibili in tutta Italia. A fronte di ciò, sembra che le autorità stiano cercando addirittura di aumentare gli ingressi anziché porre uno stop precauzionale.

Eppoi .nessun accenno alla carica virale riscontrata nei positivi, evidentemente stabilire che un soggetto sia ‘positivo’ non misura la gravità . Inoltre, sembra che il meccanismo di rilevamento sia fatto su misura per generare allarme sociale. In Francia si può acquistare un tampone in tutte le farmacie con Kit che prevede una puntura al dito, in Italia è tutto centralizzato e accade che se qualcuno va alla Asl e risulta positivo va su tutti i giornali e si genera panico. Si viene stigmatizzati, i negozi chiudono e non basta l’isolamento. Qui c’è un centro commerciale grandissimo e per un tampone risultato positivo, ci si è chiesti se chiudere tutto il centro commerciale.

Evidentemente invece in Francia, in cui è possibile fare il test privatamente, ci si isola domiciliarmente e molto spesso si evita di dirlo. Quindi, l’impatto sociale – da cui dipende il congelamento delle attività – non è trascurabile.

Riassumo di seguito alcune delle dichiarazioni critiche rispetto a quanto riferito da Ansa:

professor Alberto Zangrillo: “Dall’inizio cerco di dire quello che osservo e inizio ad averne le palle piene. E’ evidente quello che accade: se oggi in Lombardia abbiamo un morto dichiarato per Covid, vuol dire che non sta succedendo nulla. Punto. Poi possiamo costruire tutte le favole che volete“.

infettivologo Matteo Bassetti, “Coronavirus, l’emergenza sanitaria è finita”. L’infettivologo: Ora stop alla paura“.

Insieme a queste notizie, leggo che l’OMS ha firmato un contratto con Hill e Knowlton Strategies per creare una strategia di messaggistica pubblica. Tra gli scopi anche quello di “una maggiore amplificazione della messaggistica dell’OMS”. Non c’entra questo con la situazione attuale che ho qui segnalato, ma è segno che le campagne di PR esistono e vengono usate partendo da dati reali che poi hanno letture differenti, adattabili ai fini che si voglio perseguire.

Con questo non voglio minimizzare sul pericolo, ma è evidente che esistono fini terzi per cui si riporta una narrativa che ha un secondo scopo che evidentemente non è la salute pubblica.

patrizioricci by @vietatoparlare

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