Wall Street Journal difende un blogger prima definito ‘complottista’, Biden aveva chiesto a Twitter di bannarlo

Wall Street Journal, prende le difese del blogger Alex Berenson che ha attaccato sin dall’inizio l’efficacia e la sicurezza dei vaccini, dicendo che “i poteri forti hanno sbagliato a sopravvalutare i loro benefici e sono stati troppo frettolosi nel respingere i loro rischi potenziali, anche se piccoli”.

In particolare, viene riportato il caso in cui Berenson ha citato in giudizio Twitter dopo che è stato bannato dal social. La causa è stata vinta dal blogger: il giudice distrettuale degli Stati Uniti William Alsup ha respinto i reclami di Twitter sulla libertà di parola del giornalista indipendente Alex Berenson, citando la protezione federale.  in conformità con la sezione 230 del Communications Decency Act degli Stati Uniti.

Ma non è tutto, nel corso del processo sono stati acquisiti documenti che dimostrano che Twitter ha bannato il blogger Alex Berenson dopo che funzionari della Casa Bianca si sono lamentati in privato con dipendenti di Twitter che non lo avevano ancora bannato.

Ecco uno stralcio dall’articolo di WSJ:

Il signor Berenson è stato un aperto critico dei lockdown del governo e degli obblighi di uso della mascherina e della vaccinazione con i vaccini mRNA. A nostro avviso, è stato troppo frettoloso nello scartare i benefici del vaccino e ne ha sopravvalutato i potenziali rischi, il che ha danneggiato la sua credibilità. Ma non sono stati da meno i poteri forti, che hanno sopravvalutato i loro benefici e sono stati troppo frettolosi nel respingere i loro rischi potenziali, anche se piccoli.

Tali poteri includono i censori di Twitter e i funzionari dell’amministrazione Biden che hanno cercato di mettere a tacere la discussione pubblica sui vaccini e le mascherine anti Covid. Lo scorso luglio il presidente Biden ha pubblicamente accusato le società di social media di “uccidere persone” non rimuovendo i contenuti che incoraggiavano l’esitazione sui vaccini.

Qualche ora dopo il commento del presidente Biden, Twitter ha bloccato l’account del signor Berenson. Il mese successivo Twitter ha bannato definitivamente Berenson dopo che questi aveva twittato che i vaccini mRNA non “fermano l’infezione. O trasmissione. Non pensarlo come un vaccino. Pensalo, nella migliore delle ipotesi, come una terapia con una finestra di efficacia limitata e un terribile profilo di effetti collaterali (…).” (Fonte: Wall Street Journal (https://www.wsj.com/articles/biden-and-twitter-censorship-alex-berenson-covid-vaccines-white-house-social-media-11660335186?mod=mhp))

alex berenson
Alex Berenson

Sul suo blog Berenson commenta:

“Il Primo Emendamento non si applica alle società private come Twitter. Ma se le aziende agiscono per conto del governo federale possono diventare “attori statali” che devono consentire la libertà di parola e di dibattito, proprio come fa il governo.

I precedenti sforzi per intentare azioni legali contro il governo e le società di social media per aver collaborato per vietare gli utenti sono falliti. I tribunali hanno universalmente ritenuto che le persone che sono state bandite non hanno mostrato le richieste specifiche da parte di funzionari governativi che sono necessarie per sostenere le richieste di azione statale” (dal sito di Alex Berenson).

Una vittoria, per Berenson, una vittoria per tutti coloro che amano la libertà e la democrazia. Vediamo ora se il caso avrà conseguenze pratiche di allentamento della censura. Se questo non avverrà, comunque ci sarà più consapevolezza da parte degli utenti dei social e dei cittadini. Il che è il primo passo del cambiamento.

VPNews

****

*neretto e sottolineature VPNews

Correlati: Fox News: https://www.foxnews.com/media/white-house-asked-twitter-why-alex-berenson-wasnt-banned-from-platform-lawsuit-reveals?intcmp=tw_fnc

Politico scrive:

“Venerdì, un giudice federale ha dato il via libera a una causa di un giornalista indipendente contro Twitter, un duro colpo per il gigante dei social media che stava cercando di far archiviare il caso.

Lascia un commento