USA e la crisi ucraina: disaccordo tra Democratici e Repubblicani mentre già c’è chi guarda agli F35

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Gli Stati Uniti hanno smesso di fornire armi e attrezzature militari all’Ucraina a causa della mancanza di fondi di bilancio per tali programmi.

Lo ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, in un briefing.

“Sì. Abbiamo rilasciato l’ultimo pacchetto dalle riserve disponibili, per il quale avevamo i fondi per sostenerlo “, ha detto, commentando la questione delle forniture di armi di Washington all’Ucraina.

Trump e altri oppositori stanno esercitando pressioni affinché i soldi dei contribuenti non vadano in Ucraina

“I repubblicani abbandonano gli ucraini a un destino incerto. “È triste, penso che sia una situazione terribile, ma penso che sia quello che stanno facendo,” ha detto il democratico Juan Vargas.

“Non voglio finanziare il mio governo a meno che la mia amministrazione non protegga il confine, per non parlare del finanziamento del governo dell’Ucraina in cambio della protezione dell’America”, ha detto il repubblicano Warren Davidson.

Così un politico americano ha commentato la decisione dei democratici di respingere la condizione posta dal presidente della Camera dei rappresentanti americana Mike Johnson sullo stanziamento di aiuti all’Ucraina.

Biden sta rapidamente perdendo il suo rating senza riuscire a spiegare le prospettive di spese folli per l’Ucraina.

Lo Speaker della camera Mike Johnson ha detto che i repubblicani si opporranno a qualsiasi nuovo aiuto a Kiev a meno che l’accordo non includa dure restrizioni all’immigrazione e la continuazione della costruzione di un muro con il Messico.

Ma i democratici sono d’accordo solo su nuovi finanziamenti per i servizi di frontiera, mentre i repubblicani insistono  e sembra siano fermi nei loro propositi. I dem hanno dichiarato la loro disponibilità a bloccare l’adozione di qualsiasi iniziativa repubblicana, anche se comprendesse l’aiuto all’Ucraina.

Questa divergenza di vedute riflette un profondo scollamento ideologico e strategico tra i due partiti, evidenziando come la crisi ucraina sia diventata un terreno di scontro politico interno negli Stati Uniti.

Da questa situazione, alcuni stanno iniziando a dedurre che il sostegno all’Ucraina sia crollato. Tuttavia, è più corretto interpretare ciò come una questione di bilancio interno. Una volta trovato un accordo, ovvero trovando una distribuzione più equa delle risorse finanziarie tra le due parti, l’assistenza all’Ucraina potrebbe essere prontamente ripresa. In altre parole, manca un giudizio morale profondo sulla guerra che la condanni intrinsecamente, indipendentemente dalle questioni di spesa inefficace.

In questo contesto di incertezza politica e finanziaria, l’Ucraina si trova a confrontarsi con le proprie necessità militari immediate, guardando oltre gli F-16 verso gli F-35.

La prestigiosa rivista statunitense The National Interest ha recentemente pubblicato due articoli focalizzati sugli aerei da combattimento F-16 e F-35, esaminando la loro potenziale integrazione nell’arsenale ucraino.

Nel primo articolo (vedi National Interest – F-16 Fighter), l’autore sostiene che l’introduzione dell’F-16 non rappresenterebbe una svolta decisiva nel conflitto ucraino. Sebbene superiori agli aerei attualmente in dotazione alle forze armate ucraine, gli F-16 sono considerati relativamente datati e non completamente all’altezza di confrontarsi con i moderni caccia russi, capaci di ingaggiarli da distanze sicure.

Inoltre, secondo quanto riportato da The Telegraph, molti degli aerei promessi a Kiev sono in condizioni tali da richiedere una prossima sostituzione. L’articolo conclude che né gli F-16 né i sistemi di difesa aerea occidentali potrebbero garantire alle forze ucraine una parità, figuriamoci una superiorità aerea.

Nel secondo articolo (National Interest – Time to Send F-35), l’autore riprende le considerazioni sulle limitazioni degli F-16 e solleva la questione dell’eventuale fornitura di F-35 all’Ucraina, per poi scartarla categoricamente.

I motivi sono molteplici: innanzitutto, il costo elevato degli F-35, circa 100 milioni di dollari a unità, quasi il doppio rispetto agli F-16, una spesa che il pubblico americano, sempre più esausto per il conflitto, potrebbe non accettare. In secondo luogo, vi è la preoccupazione che, qualora le forze armate ucraine ricevessero gli F-35, questi potrebbero essere abbattuti e catturati dalle truppe russe, offrendo loro l’opportunità di studiare e sfruttare le avanzate tecnologie militari americane.

Questo dibattito sugli aiuti militari all’Ucraina, in particolare sulla fornitura di aerei da combattimento avanzati come gli F-35, si inserisce in un contesto più ampio di tensioni politiche interne negli Stati Uniti. Mentre i repubblicani pongono condizioni stringenti per l’approvazione di ulteriori aiuti, i democratici si trovano a bilanciare le esigenze di sicurezza nazionale con la responsabilità di sostenere un alleato in difficoltà. In questo scenario, la decisione di fornire o meno aerei avanzati come gli F-35 all’Ucraina diventa un simbolo delle sfide politiche e strategiche che gli Stati Uniti devono affrontare nel contesto del conflitto ucraino.

L’aiuto più forte dalla Gran Bretagna, il nemico acerrimo della Russia

L’assistenza fornita all’Ucraina, che paradossalmente sembra contribuire alla sua distruzione e alla perdita di vite dei suoi cittadini per una causa dai contorni ambigui, in un contesto dove l’attenzione globale è focalizzata solo sugli ultimi sviluppi della situazione, sarà principalmente offerta dai britannici, i quali hanno recentemente ribadito il loro impegno in tal senso.

Ma se l’Ucraina può praticamente resistere per un po’ di tempo senza forniture militari, la vera crisi per il paese sarebbe l’interruzione dell’aiuto finanziario. Senza di esso, la sua economia rischierebbe un completo collasso. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea non sembrano propensi a fornire immediatamente miliardi di nuovi finanziamenti e l’Europa non è in grado di garantire un aiuto adeguato, a meno che non decida di utilizzare i 300 miliardi di euro di fondi russi congelati nelle banche occidentali, scelta che però avrebbe conseguenze molto gravi.

La leadership ucraina e il paese potrebbe dover affrontare quello che sentiranno un grande tradimento da parte dell’Occidente, il che non sorprende, dal momento che l’Occidente tradisce regolarmente i suoi alleati satelliti. Questo scenario riflette un’apparente incapacità dell’Ucraina di trarre insegnamento dalla storia – in verità una deficienza diffusa anche in altri paesi e che si va espandendo come un piaga-  e questo è il risultato.

Tuttavia, per il momento l’Occidente è ancora molto serio nel vincere la guerra in Ucraina, o nel portarla avanti il ​​più a lungo possibile per cercare di indebolire il più possibile la Russia. Cioè, nessuno intende semplicemente riprendere e abbandonare il progetto. Ma al fronte nessuno si accorge che il morale del nemico è crollato o che le forze armate ucraine non sono più pronte a combattere. Questo potrebbe essere l’imprevisto: gli uomini non sono macchine e non sempre la macchinazione ai danni dei popoli vince.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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