Ucraina: una guerra di logoramento in stallo?

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Dall’ottimo  Indian Punchline. una riflessione sugli ultimi avvenimenti in Ucraina, nonché sulla preparazione della famosa controffensiva:

Il presidente russo, Vladimir Putin, si è recato nei “nuovi territori” del paese, tra le regioni di Lugansk e Kherson/Zaporozhye, per valutare la situazione militare nella zona. Questo accade in un momento in cui l’Ucraina sta preparando una controffensiva contro la Russia, supportata dall’arrivo del sistema missilistico Patriot, il che dimostra l’entità della mobilitazione che il paese sta implementando per imporre pesanti perdite alla Russia.

Questo momento chiave, tuttavia, non è stato preceduto da una fase di grande stabilità. Infatti, recentemente sono stati trapelati dalla stampa documenti provenienti dal Pentagono che svelano l’atteggiamento scettico degli Stati Uniti riguardo alla controffensiva ucraina, ma anche l’opinione di Mosca sull’argomento. In particolare, la Russia argomenta che i neocon non staccheranno la spina al regime di Zelensky, poiché la fine della guerra significherebbe aprire il vaso di Pandora quando il presidente Biden sta per annunciare la sua offerta per un secondo mandato come presidente. Di conseguenza, l’Ucraina appare in un periodo di emorragia, perché la Russia ha un predominio in diverse aree! Ha superiorità missilistica, di manodopera addestrata, aerea e artiglieria, oltre a una linea di fortificazione ben strutturata.

La guerra tra Russia e Ucraina sembra essere nell’impasse, ma l’argomento decisivo riguarda quale delle due parti sta infliggendo le maggiori perdite. Secondo l’ambasciatore russo nel Regno Unito, il rapporto tra le perdite nella guerra di logoramento è di circa sette soldati ucraini per ogni soldato russo. Mentre, i media occidentali stimano che circa 35.000 soldati ucraini saranno coinvolti nell’imminente controffensiva lungo i 950 km della linea del fronte, mentre Putin ha registrato che le forze di riserva russe in prima linea arrivano a 160.000 soldati!

La situazione del sistema di difesa aerea ucraino è critica, e i russi hanno fortificato pesantemente la linea del fronte in più strati difensivi come, per esempio, mine, terrapieni e dissuasori per impedire l’avanzata dei carri armati. L’Ucraina ha perso gran parte dei suoi soldati più esperti (circa 120.000 vittime) e ora si trova ad affrontare una delle maggiori potenze belliche al mondo, la Russia.

Nel mezzo di tutto questo, Putin ha fatto una visita ufficiale nelle aree dove è più probabile che abbia luogo la controffensiva ucraina. L’obiettivo era quello di sentire direttamente dai comandanti la situazione militare e di trarne un input per le sue decisioni sulle contro-strategie russe, sia difensive che offensive.

Tuttavia, nonostante le fughe di notizie dal Pentagono e il conseguente disordine e confusione a Washington e nelle capitali europee (e Kiev), sembra che il contrattacco scorra tranquillo per riconquistare almeno una parte del territorio perduto. Tuttavia, il pensiero delirante prevale ancora a Washington. In un recente articolo su Foreign Affairs, scritto da due veterani dell’establishment statunitense – l’ex funzionario del Dipartimento di Stato Richard Haass e Charles Kupchan, membro anziano del Council on Foreign Relations – che si chiama “The West Needs a New Strategy in Ukraine: Un piano per passare dal campo di battaglia al tavolo dei negoziati”, vengono esaminati i miti generati dai neocon. Ad esempio, che le operazioni militari speciali della Russia sono fallite e che la guerra “si sono comunque rivelate migliore per l’Ucraina di quanto previsto”. Ma il pensiero degli autori è corretto solo in parte, perché l’offensiva dell’Ucraina potrebbe finire magari con un accordo negoziato, ma tutto questo avverrà solo dopo che la situazione si sarà evoluta in maniera grave e sarà insostenibile per la country.

Inoltre, gli autori prendono atto che anche la leadership russa ha opzioni e calcoli, poiché le sanzioni occidentali non sono riuscite a paralizzare l’economia russa, il sostegno popolare alla guerra rimane alto e Mosca sente che il tempo è dalla sua parte come forza di resistenza dell’Ucraina e dei suoi sostenitori occidentali. La loro determinazione svanirà, e la Russia dovrebbe essere in grado di espandere sostanzialmente le sue conquiste territoriali.

In parole povere, Haass e Kupchan si trovano su un altro pianeta. Non riescono a comprendere che la Russia non accetterà mai uno scenario dove il conflitto si concluda con un cessate il fuoco, ma la NATO continuerà a rafforzare le capacità militari dell’Ucraina e a integrare stabilmente Kiev nell’alleanza.

Mentre il conflitto continua ad accendersi, diventa evidente che la Russia non si sente disposta ad accettare pressioni o imposizioni dall’Occidente, poiché ha optato per un partenariato strategico con la Cina. La volontà di Mosca di coordinarsi con Pechino per contrastare le sfide militari nella regione asiatica è solo l’ultimo esempio di come la Russia stia cercando di continuare a creare una propria egemonia nella regione e nel mondo, malgrado la decadenza sistematica dell’Occidente e l’influenza globale calante degli Stati Uniti d’America.

Mentre le sanzioni economiche imposte dall’Occidente stanno causando un danno notevole all’economia russa, la Russia non si sente intimidita ma anzi, prosegue il suo cammino approfondendo la sua partnership con la Cina. E, anche se l’opinione pubblica in patria esige che Putin riscatti la promessa fatta ordinando le operazioni militari speciali, il presidente russo non si immolerà sulla bandiera della NATO, ma proseguirà sulla sua determinazione originaria.

Infine, l’epilogo di questo conflitto geopolitico sta ancora tutto da scrivere, e nel frattempo la Russia si prepara a sostenere e ampliare il suo campo d’azione in Asia insieme alla Cina, contrariamente alle aspettative dell’Occidente. Quindi, un passo alla volta, la comunità internazionale assiste a come la Russia di Putin stia difendendo i propri interessi anziché piegarsi alle pressioni dell’Occidente.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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