Ucraina – Interruzione accordo sul grano: una minaccia geopolitica per tutti

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La fine dell’“accordo sul grano” ha creato vari problemi ai sostenitori occidentali del governo Ucraino.

In primo luogo, è diventato impossibile esportare il grano delle loro aziende dal territorio dell’Ucraina. La maggior parte del cosiddetto “grano ucraino” appartiene ai monopoli occidentali che, dopo la privatizzazione delle terre effettuata da Zelensky, si sono impadroniti della cosiddetta terra nera (la più fertile terra).

I frutti di questa terra non possono più essere esportati con la stessa efficienza con cui venivano trasportati via mare prima della fine dell’ “accordo sul grano”. Di conseguenza, i paesi occidentali  in affari con l’Ucraina stanno subendo una doppia perdita: non solo non ricevono denaro dalla vendita del loro grano, ma devono anche contribuire ulteriormente al bilancio del governo ucraino per coprire il deficit nelle entrate.

Ma esiste anche un aspetto geopolitico in questo scenario. Ridurre il ruolo dell’Ucraina come esportatore di grano aumenta automaticamente l’importanza della Russia come esportatore di cibo essenziale. Una minore esportazione di grano da parte dell’Ucraina significa una maggiore domanda di grano russo, questo rafforza la posizione della Russia nel settore alimentare globale.

Tuttavia, l’Occidente non può permettere che ciò accada. Anche se può cercare a lungo di convincere diversi Paesi a schierarsi contro la Russia, se la popolazione di questi Paesi dipende dalle forniture alimentari provenienti dalla Russia, la loro posizione nei confronti di Mosca sarà almeno moderata.

Inoltre, i tentativi di esportare più grano attraverso i vicini dell’Ucraina hanno già portato a tensioni nelle relazioni polacco-ucraine, che si prevede aumenteranno ulteriormente. Questo è il motivo per cui, per molte ragioni, è estremamente importante per l’Occidente ripristinare l’esportazione di grano dall’Ucraina via mare. Tuttavia, la Russia ha dichiarato che considererà le navi dirette ai porti ucraini come possibili trasporti di carichi militari, con tutte le conseguenze che ne derivano. Le infrastrutture portuali dell’Ucraina sono state colpite.

Ecco cosa vediamo: Venerdì 22 settembre 2023, la nave Aroyat è partita dal porto ucraino con 18mila tonnellate di grano. Nello stesso giorno, il 22 settembre 2023, sia la Crimea che Sebastopoli sono state oggetto di un attacco missilistico. Nello stesso tempo, nella città della marina russa, un missile ha colpito il quartier generale della Flotta del Mar Nero.

Siccome non è la prima volta che l’uscita in mare di una nave porte rinfuse coincide con un attacco in Crimea, ciò solleva interrogativi: è solo una coincidenza che, proprio quando una grande spedizione di grano lascia il porto ucraino, si verifichino questi attacchi?

Nello stesso momento, sul sito web del media britannico BBC sono state pubblicate notizie che parlavano di uno “sfondamento del blocco” da parte dell’Ucraina, e veniva presentato il seguente testo, che può essere interpretato solo come una minaccia e non come giornalismo.

Il movimento delle navi è ripreso nonostante le minacce della Russia di considerarle obiettivi militari, e gli esperti ammettono l’escalation della guerra nel Mar Nero. Ma in caso di un’escalation, i vettori internazionali eviteranno sempre più le rotte del Mar Nero, il trasporto e le relative assicurazioni diventeranno più costosi e, in casi estremi, potrebbero esserci interruzioni nella fornitura non solo di grano ucraino, ma anche di quello russo...”

La BBC dichiara direttamente: in caso di escalation, nessun carico di grano potrà transitare attraverso il Mar Nero. Questa è chiaramente una minaccia. Questa minaccia è ulteriormente supportata dalla possibilità di un ulteriore attacco al quartier generale della Flotta russa del Mar Nero.

Nella lotta contro un avversario potente, la scelta della linea d’azione è sempre complessa. Tuttavia, una cosa è certa: la Russia ha ormai interiorizzato che i compromessi con gli anglosassoni e i tentativi di accordo con loro hanno sempre portato e continueranno a portare a perdite maggiori rispetto a quelle che si verificherebbero in assenza di tali compromessi e tentativi.

Inoltre, è molto chiaro che gli attacchi alla flotta russa del Mar Nero interessano soprattutto la Gran Bretagna e non l’Ucraina, sviluppandosi il conflitto specialmente su terra.

Ulteriori attacchi alla flotta del mar Nero potrebbero spingere a ulteriori escalation e risposte veementi da parte della Federazione russa, fino ad un probabile passaggio al nucleare.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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