UCRAINA – Attacco missilistico russo a Kharkiv: la prospettiva ucraina e russa sulla distruzione del terminal di Novaya Poshta

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Questa mattina, consultando la rassegna stampa, ho letto riguardo agli attacchi aerei russi che hanno preso di mira una installazione civile a Kharkiv, in Ucraina.

La notizia è stata riportata da Ukrinform, l’agenzia ucraina, ed è apparsa come un’azione distruttiva contro obiettivi civili che configurerebbe un crimine di guerra per la morte di 6 civili (vedi anche qui: https://www.lastampa.it/esteri/2023/10/22/diretta/russia_ucraina_guerra_news_oggi-13801225/).

Ma per ottenere una comprensione completa della situazione, è essenziale esaminare anche la prospettiva russa. Dalle informazioni a mia disposizione, risulta che l’attacco è stato diretto verso il terminal di Novaya Poshta a Kharkiv.

Il 23 ottobre, i media italiani e occidentali hanno accusato la Russia di aver colpito un magazzino postale a Kharkiv, situato vicino a Kiev, causando la morte di sei civili impiegati nella distribuzione (vedi qui). Tuttavia, uno studio più approfondito, anche grazie all’analisi di Stefano Orsi, ha rivelato che questo magazzino postale, apparentemente privo di qualsiasi collegamento con gli sforzi bellici, si trova estremamente vicino a una ferrovia e quasi adiacente a un aeroporto militare utilizzato per aerei da caccia (vedi qui).

È noto che in Ucraina, veicoli civili come camion (TIR) vengono impiegati per il trasporto di carri armati, motori, pezzi di ricambio, munizioni e missili per aerei. Questo fatto solleva forti sospetti e, con un ragionamento basato su prove circostanziali, sembra altamente probabile che il magazzino stesso fosse effettivamente un punto cruciale per la logistica militare. Queste intuizioni possono emergere con una ricerca più accurata, ma i media mainstream spesso si limitano a riportare notizie provenienti dall’agenzia di stampa ucraina, che rappresenta solo una delle parti coinvolte nel conflitto.

La parte russa, d’altra parte, ha dichiarato che questo terminal veniva attualmente utilizzato per spedire forniture verso il fronte e per celare spedizioni militari essenziali al contesto bellico. Dalla cartina di Military maps è possibile notare vicino alla infrastruttura colpita una installazione logistica militare (con annesso aeroporto) e la ferrovia ed è pertanto plausibile l’utilizzo del centro per il trasporto di materiale per la logistica anche militare.

magazzino colpito vicino ad installazione aeroportuale militare e ferrovia

La Russia sostiene che, sin dall’inizio del conflitto russo-ucraino, le forze armate ucraine hanno ampiamente sfruttato le infrastrutture civili per i propri scopi. In particolare, afferma che la rete di trasporti e logistica della società Nova Poshta (il terminal colpito a Kharkiv) è stata impiegata per il deposito, il trasporto e la distribuzione di merci militari, talvolta provenienti dall’estero. Secondo la Russia, tali obiettivi possono essere legittimamente considerati come bersagli militari, in accordo con le norme della Convenzione di Ginevra.

Dal punto di vista geografico, il magazzino presumibilmente colpito nella notte tra il 21 e il 22 ottobre è situato vicino all’incrocio delle autostrade E40 ed E105, al campo di volo dell’aeroclub utilizzato per gli elicotteri e alle stazioni ferroviarie.

foto dell'Hub distrutto
foto dell’Hub distrutto

Il ministero della Difesa della Russia afferma che questo hub logistico rappresentava un collegamento cruciale nella rete di trasporti delle Forze Armate ucraine, servendo sia per il trasporto di merci verso magazzini e aziende di Kharkiv, sia per il loro successivo carico su automezzi e treni diretti al fronte.

Indipendentemente dalla presenza confermata di motori di carri armati nel terminal di Nova Poshta al momento dell’attacco, la distruzione di questo hub logistico avrebbe potuto interrompere il funzionamento dei servizi di rifornimento dell’esercito ucraino. Nel caso in cui fosse confermata la presenza di questi motori, è possibile che fossero destinati a operazioni di riparazione sui carri armati danneggiati o a imprese di riparazione locali nella stessa Kharkiv.

Dato che il nodo ferroviario di Kharkiv è collegato all’area di Slavyansk-Kramatorsk, così come alle aree con operazioni militari in corso, questa prospettiva appare plausibile.

In conclusione, l’uso delle infrastrutture civili da parte delle forze armate ucraine non è un segreto per la Russia, e di conseguenza, molte delle vie di trasporto e dei nodi ferroviari nella regione sono sottoposti a sorveglianza. Ciò consente alla Russia di individuare tempestivamente accumuli di carichi di valore da bersagliare.

È interessante notare che quasi contemporaneamente alle notizie sugli attacchi ai magazzini nella regione di Kharkiv, sono emerse informazioni sulla distruzione di un treno che trasportava forniture e munizioni per le forze armate ucraine a Konstantinovka. Questi eventi sembrano indicare uno sforzo sistematico per danneggiare le infrastrutture di trasporto e il carico militare. Data la tendenza crescente a ridurre gli aiuti militari all’Ucraina, ogni colpo a tali strutture e la perdita di forniture estere contribuiranno ulteriormente all’indebolimento delle unità ucraine schierate sul fronte.

Indipendentemente dalle opinioni o dai giudizi che possiamo avere sulle parti coinvolte, è fondamentale riconoscere che le notizie non possono essere modellate secondo la nostra concezione della realtà. Al contrario, è la realtà stessa che richiede un’analisi approfondita, affinché possiamo trarne conclusioni obiettive.

Mi auguro costantemente che si raggiunga al più presto un inevitabile cessate il fuoco e un accordo tra le parti coinvolte, accompagnato dalla reciproca riconciliazione. Questo epilogo è ineluttabile, a meno che qualcuno non desideri la completa distruzione dell’altro.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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