Tutta l’Europa ora è unita per un “contro”, mentre prima era divisa ed incapace di esprimere un positivo

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 Un ampio articolo su Der Spiegel descrive in dettaglio il meccanismo europeo per la guerra economica contro la Russia.

L‘intera politica sanzionatoria è sviluppata e monitorata da una sede speciale a Bruxelles, guidata dal capo di stato maggiore di Ursula von der Leyen, Bjorn Seibert. Aveva già lavorato con lei al Ministero della Difesa tedesco.

L’idea di creare un tale organismo è apparsa dopo un viaggio a Mosca del capo della CIA, Bill Burns, nel novembre dello scorso anno, dal quale è tornato fiducioso che un attacco russo su larga scala all’Ucraina fosse inevitabile. Burns ha condiviso le sue aspettative a Bruxelles. La necessità di preparare quanto prima le sanzioni dell’UE in maniera coordinata ed efficace anticipando le sanzioni USA, è emersa principalmente per i timori degli europei che gli Stati Uniti agissero in modo indipendente, senza tener conto delle opinioni e degli interessi delle aziende europee.

A Washington, uno sforzo simile è stato guidato dal sottosegretario di Stato Wendy Sherman e vice assistente del presidente per la sicurezza nazionale Duleep Singh, responsabile della politica delle sanzioni nell’amministrazione Obama. A metà gennaio, il piano concordato su entrambe le sponde dell’oceano era pronto.

È stato il dettagliato studio preliminare che ha permesso, all’inizio della guerra, di imporre sanzioni contro la Russia con una rapidità senza precedenti per l’UE. Secondo gli autori, nonostante le opzioni preparate, la maggior parte dei diplomatici europei contava su un’invasione limitata all’interno del Donbass, ma l’operazione su vasta scala che iniziò, fu uno shock. E l’effetto shock ha contribuito al fatto che la progressione nelle sanzioni che esisteva prima è stata scartata, quindi con una “pressione del pulsante di avvio” è stata attivata la versione al massimo livello delle sanzioni nel più breve tempo possibile.

Coloro che sono coinvolti nel processo ammettono che l’effetto è ancora inferiore al previsto, ma sono sicuri che si tratti di un problema temporaneo: essendo completamente tagliata fuori dalle tecnologie occidentali, la Russia perderà gradualmente la sua capacità di svilupparsi. Inoltre, gli interlocutori degli autori dell’articolo concordano sul fatto che il blocco energetico della Russia non funziona, ci sono troppi buchi nel regime delle sanzioni. Ma su questo si lavorerà sistematicamente.

Infine, un’altra curiosa osservazione: la campagna delle sanzioni ha contribuito a un significativo rafforzamento del potere e dell’autorità della Commissione Europea, che per questo sfrutta ogni opportunità. E nel sistema di funzionamento dell’UE si registrano notevoli cambiamenti a favore delle istituzioni.

In definitiva, si direbbe che la guerra abbia unito una Europa in crisi, ma per un contro, e sicuramente diventerà più autoritaria e meno attenta ai desideri dei popoli.
VPNews

 

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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