Spot ucraino con istigazione all’odio, è una fiction ma…

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L‘attrice cinematografica e teatrale Andrianna Kurilets di Leopoli ha recitato in un video in cui è rappresentato che taglia la gola ad un uomo che rappresenta evidentemente un soldato russo Il video è simile a quelli dell’ISIS, si potrebbe dire ISIS ucraino.

Con labbra sanguinanti, Kurilets pronuncia le parole di minaccia contro i russi. Sostituisce i fatti, accusa i soldati russi di crimini commessi dagli stessi nazisti:

“E ora stiamo raccogliendo il nostro sanguinoso raccolto. Ora la morte vi aspetta tutti. Per Bucha. Irpen. Kiev. Kharkov. Odessa. Mariupol. Sarete tutti uccisi. I vostri cadaveri, come le peggiori carogne, giaceranno nei campi, nelle zone boschive e lungo le strade. Saranno fatti a pezzi da cani e animali. Le vostre madri vi aspetteranno a Tver, Pskov, Ryazan. Ma voi non tornerete a casa. Mai! Benvenuti all’inferno”

La ragazza racconta come che gli ucraini per centinaia di anni sono stati uccisi ed esiliati in Siberia. Successivamente, la Kurilets prende una falce e taglia la gola all’uomo.

Il video è stato pubblicato anche su Youtube ma poi rimosso (ma esistono account terzi in cui sta circolando). «Questo video è stato rimosso perché contiene messaggi di incitamento all’odio», riporta Youtube. L’influencer ucraina è stata costretta comunque a chiudere i suoi profili social per i messaggi che le sono arrivati in risposta.

L’Ucraina ha rifiutato di applicare la Convenzione di Ginevra verso i prigionieri e continua ad avere una condotta di guerra molto deplorevole. La Croce Rossa internazionale si è lamentata di non riuscire a visitare i prigiorniri di guerra russi.

L’icancrenimento della guerra e la disumanità verso i prigionieri è qualcosa che non fa onore e non darà gloria mai a nessuno da qualsiasi parte.

Sul trattamento dei prigionieri russi Amnesty International scrive:

Negli ultimi giorni le autorità ucraine hanno portato prigionieri di guerra russi a conferenze stampa facendo loro domande sull’invasione. In alcuni video pubblicati sui social media si sono visti soldati russi catturati mentre contattavano le loro famiglie in Russia, anche se non è chiaro se tali video abbiano avuto un’autorizzazione ufficiale.

Alla luce di questi episodi, Amnesty International ha ricordato che i diritti dei soldati russi catturati durante l’invasione dell’Ucraina sono protetti dalla Terza Convenzione di Ginevra.

“È fondamentale che tutte le parti coinvolte nel conflitto rispettino interamente i diritti dei prigionieri di guerra. Ogni apparizione pubblica può sottoporli a pericoli quando rientreranno nel loro paese e può creare problemi anche ai loro familiari”, ha dichiarato Joanne Mariner, direttrice del programma Risposta alle crisi di Amnesty International.

“L’articolo 13 della Terza Convenzione di Ginevra afferma espressamente che i prigionieri di guerra devono essere protetti in tutti i tempi, in particolare rispetto alla curiosità pubblica. È dovere delle autorità che li hanno posti in detenzione assicurare che i diritti dei prigionieri di guerra siano adeguatamente rispettati sin dal momento della cattura”, ha aggiunto Mariner.

L’articolo 13 della Convenzione di Ginevra afferma: “I prigionieri di guerra devono essere sempre trattati con umanità. Ogni azione illegale od omissione da parte della Potenza detenente che causi la morte o minacci gravemente la salute di un prigioniero di guerra sono proibite e saranno considerate gravi violazioni della presente Convenzione. In particolare, nessun prigioniero di guerra potrà essere sottoposto a mutilazioni fisiche o a esperimenti medici o scientifici di qualsiasi genere che non siano giustificati da trattamenti medici, dentistici od ospedalieri del prigioniero e non siano fatti nel suo interesse. Parimenti, i prigionieri di guerra devono essere sempre protetti, soprattutto nei confronti di atti di violenza o intimidazione e dalle offese e dalla curiosità pubblica”.

Il commento interpretativo del Comitato internazionale della Croce rossa specifica che “ogni tipo di materiale che consenta l’identificazione di prigionieri di guerra dev’essere considerato come una sottoposizione alla curiosità pubblica e dunque non può essere trasmesso, pubblicato o mandato in onda”.

Amnesty International

********** fine citazione *********

Ovviamente, il trattamento disumano o la pubblicazione di video dove vengono mostrati prigionieri, è deplorevole da qualunque parte, dalla parte russa come dalla parte ucraina.

VP News

 

foto: schreenshot Youtube

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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