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Home Medio Oriente Siria

SIRIA – Situazione sui fronti al 16 maggio 2019

17 Maggio 2019
in Siria, ULTIMI POST
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SIRIA – Situazione sui fronti al 16 maggio 2019
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Aggiornamento dai fronti siriani del 16-5-2019

Sacca di Idlib

In questi giorni cosa è successo.

Innanzitutto si è manifestata finalmente la reazione bellica delle formazioni jihadiste. Riunite contro il nemico comune, gli attacchi contro le forze armate siriane si sono moltiplicati. Gli attacchi sulle località conquistate sono stati potenti e ripetuti, ma nella maggior parte dei casi non hanno portato a nessun recupero di territorio.

Solamente Kirkat venne ripresa e la controffensiva nei giorni 10 ed 11 si fermò presso Bab al Taqa, non andò mai oltre.
Peggio ancora quanto accaduto sul fronte di Kafr Nabudah dove le perdite jihadiste sono state davvero alte.

infografica: Stefano Orsi

Un fatto che ha avuto eco in quasi tutto il mondo civile, il che se non ne avete sentito parlare nei media nazionali esclude la nostra Europa, è stata la morte di 5 ragazzine della città cristiana di Mahrdeh o Al Sqaylabyeh, grande commozione ha colpito tutta la Siria e il mondo. Le ragazzine sono state uccise da una salva di missili lanciata dai combattenti jihadisti, che intendevano proprio colpire i civili, non vi sono installazioni militari nel centro cittadino, vicino, ma non sulla linea del fronte.
Si trovavano a lezione di catechismo durante l’improvviso attacco e non hanno avuto il tempo di mettersi al riparo.

Il giorno 12 maggio la 42° Brigata della 4° Divisione corazzata siriana ha iniziato una offensiva contro il bastione di HTS lungo il fronte del nord di Latakia, in territorio montuoso, purtroppo l’attacco ha avuto un epilogo pessimo.
Nonostante l’azione preparatoria fosse durata alcuni giorni, le difese jihadiste sono apparse da subito estremamente attive e risolute nel difendere le loro postazioni.
Su questo fronte i siriani si trovano a combattere contro formazioni miste di turcomanni TIP e di Al Qaeda, che si sono combattuti per due anni ma che di fronte al nemico comune tornano immediatamente alleati.

Essendo il terreno montuoso, le truppe non possono giovarsi delle normali procedure di combattimento tipiche della pianura come l’essere costantemente affiancate da carri armati.
Un po’ come quanto accaduto alle FSA con l’Esercito turco quando hanno attaccato ed invaso il cantone di Afrin e inflitto pesanti perdite ai Curdi ma nelle fasi iniziali hanno pagato un prezzo altro in termini di soldati e miliziani caduti e di mezzi corazzati persi, almeno 4 Leopard 2 e svariati M60.
Comunque l’esercito si è poi riposizionato sul fronte iniziale in attesa di nuovi attacchi.
La resistenza opposta ha dato di certo importanti informazioni ai comandi di Damasco sull’organizzazione delle difese, sacrificio dunque necessario e di cui faranno tesoro per il futuro.

Ribadiamo sempre il concetto, questa battaglia sarà dura e costosa in termini di vite su ambo i fronti. Già il giorno dopo infatti, con appoggio aereo russo, sono ripresi i potenti bombardamenti sulle postazioni difensive nemiche, i siriani hanno rimesso in campo i Golan 1000 i lanciamissili di produzione autoctona.
Proseguiranno presumo per altri giorni tentando di colpire i depositi ed i comandi per ammorbidire la tenuta ed il morale delle difese.

Dal 14 di maggio ad oggi invece abbiamo ritrovato l’iniziativa siriana su tutti i fronti del sud Idlib, l’offensiva è iniziata alle prime ore del giorno 14 dal settore di Bab al Taqa, che è stata subito conquistata e poi è proseguita oltre liberando Jub Suleiman, al Hamra.

Il giorno 15 vede la prosecuzione delle offensive a nord ovest di Hama e finalmente il cedimento di parte delle difese jihadiste che sono costrette a cedere diversi villaggi. In particolar modo nel pomeriggio, la conquista di Al Huwaiz segna una vittoria importante per le Unità Tigre, che guidano le operazioni in tutto questo settore. La resistenza opposta li aveva tenuti fermi per 24 ore, ma alla fine sono riusciti ad avere la meglio e segnare un nuovo progresso che li pone in buona posizione per risalire verso Kirkat e altri villaggi sulle alture strategiche.

 

Aver preso queste località pone ora l’esercito in buona posizione, le alture della montagna di Zawyah dalla quale potranno dominare un ampio territorio e ripartire verso nord, le alture su questo fianco sono infatti strategiche per la marcia lungo la piana di Al Gaab, che è la porta verso Jisr al Shougur e ultimare la liberazione di tutta la provincia di Latakia ed allontanare definitivamente ogni pericolo di attacco contro le batterie degli S300 e contro la base russa di Hemeimin.

Apriamo ora una parentesi.

Siamo molto preoccupati per gli sviluppi della crisi con il vicino Iran, i ritiri in tutta fretta del contingente tedesco e olandese dall’IRAQ, l’ordine di rientro impartito dalla Spagna alla loro nave cacciasommergibili F104 Mendez Nunez dal gruppo di battaglia della Abramo Lincoln CVN72 americana ci dice quanto sia alto il pericolo di una escalation bellica.

I tedeschi erano basati presso Erbil nel nord dell’Iraq, noi Italiani abbiamo ancora truppe in quel settore, presso la diga di Mosul , a Bagdad e a Kirkuk, sono circa 700 soldati dell’esercito e 100 Carabinieri al comando del gen. Terzano. Anche gli Usa evacuano parte del personale diplomatico nel Paese. Temono ritorsioni, in caso di attacco contro l’Iran. In Kuwait le forze armate sono state poste in stato di massima allerta. Insomma le acque del golfo persico sono tutto fuorché calme.
Prevedo di iniziare a breve a redigere bollettini da questi settori.

Stefano Orsi

*neretto=vietatoparlare.it

Tags: IdlibSiriaSitrep_Siria
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Autore

Patrizio Ricci associato Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Coofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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