SIRIA – Nessun attacco di droni sulla petroliera che scaricava petrolio a Baniyas

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Si è chiarita la situazione dell’esplosione di ieri su una petroliera nei pressi del porto siriano di Baniyas.

Non si trattava di un attacco, ma delle conseguenze di un’esplosione durante i lavori di saldatura tra la petroliera iraniana e quella di minor tonnellaggio appartenente alla Siria.

La petroliera siriana aiutava a scaricare il petrolio dalle grandi petroliere iraniane che si sono avvicinate alla costa,  ma che non possono avvicinarsi al terminal , sembra a causa dei fondali. Comunque questa è la pratica comune.

Quindi nessun attacco di droni.

La nave su cui si è sviluppato l’incendio è una  nave cisterna siriana registrata a Beirut chiamata WISDOM. Ha aiutato la superpetroliera iraniana VLCC ARMAN 114 (ex. ADRIAN DARYA-1) a scaricare 300-350mila barili alla volta, a causa dei limiti di profondità delle acque.

Sfortunatamente, l’esplosione ha ferito tre persone che hanno partecipato ai lavori di affiancamento tra due navi, una di loro è poi deceduta.

Questa circostanza è stata chiarita da fonti iraniane (vedi qui):

Un ufficiale militare siriano ha affermato che la petroliera di proprietà siriana è stata danneggiata a causa di incuria e mancanza di misure di sicurezza durante l’operazione di saldatura al momento dello scarico della nave [iraniana]

Il funzionario militare siriano ha negato qualsiasi operazione militare contro la petroliera danneggiata in un’intervista con l’agenzia di stampa iraniana Nour, affermando che dopo che l’indagine del team di esperti sarà completata, i funzionari modificheranno le notizie precedentemente pubblicate sull’incidente.

Ecco una infografica ad ulteriore riprova di quanto è accaduto:

Ricordo che le petroliere iraniane che stanno scaricando nella raffineria di Banias sono 4 e sono sotto scorta della marina della Federazione russa.

Questo provvedimento – che durerà fino a fine anno – è stato preso grazie ad un accordo tra Iran e Russia. Precedentemente, alcune petroliere iraniane sono state danneggiate probabilmente da Israele, ma questi sabotaggi non hanno portato a sversamenti di petrolio in mare.

Oggi le prime notizie parlavano di un attacco di droni, probabilmente perchè di attacchi in precedenza, ce ne sono stati e tanti.

Le navi iraniane sabotate infatti ad oggi sono 12. 

Ricordo che il Wall Street Journal  – riportando fonti ufficiali governative statunitensi e ‘regionali’ –  ha rivelato che:

Dalla fine del 2019, Israele ha utilizzato armi, comprese le mine d’acqua, per colpire le navi iraniane o quelle che trasportavano carichi iraniani mentre navigavano verso la Siria nel Mar Rosso e in altre aree della regione. L’Iran ha continuato il suo commercio di petrolio con la Siria , spedendo milioni di barili e contravvenendo alle sanzioni statunitensi contro l’Iran e alle sanzioni internazionali contro la Siria.

ll rapporto rivela che Israele ha colpito navi iraniane o quelle che trasportavano carichi iraniani (sotto altra bandiera ma noleggiate dall’Iran) mentre navigavano in acque internazionali verso la Siria o verso altre aree della regione.  I sabotaggi e gli attacchi sono cominciati dalla fine del 2019 e hanno preso di mira almeno 12 navi iraniane o collegate all’Iran.  Per i sabotaggi sono state usate armi di vario tipo, comprese le mine marine.

Gli attacchi attribuiti agli israeliani non hanno affondato le navi, ma le detonazioni hanno costretto almeno due navi a tornare in porto in Iran, oppure hanno causato ritardi per riparazioni. Israele non ha smentito ed ha rifiutato di commentare il rapporto degli Stati Uniti.

 

patrizioricci by @vietatoparlare


altre fonti: vedi anche SWNews qui: https://english.iswnews.com/18523/details-of-the-oil-tanker-fire-off-the-coast-of-baniyas/

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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