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Siria – La scarsità di acqua nell’Eufrate non riesce più ad azionare le più grandi centrali elettriche del paese

by Patrizio Ricci
9 Maggio 2021
in Post vari
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Siria – La scarsità di acqua nell’Eufrate non riesce più ad azionare le più grandi centrali elettriche del paese

Oltre i problemi artificiali di penuria di qualsiasi cosa, causati dalle sanzioni e del  paese occupato da USA e Turchia, le due più grandi centrali elettriche del paese, sono state ferme perchè la portata del fiume Eufrate si è ridotta al di sotto dei limiti di funzionamento delle turbine elettriche.

«La centrale idroelettrica nella provincia siriana di Hasake per più di una settimana  non è stata in grado di generare elettricità a causa del fatto che la Turchia sta prelevando troppa acqua dal fiume Eufrate. Lo riporta l’agenzia di stampa statale siriana SANA . Il direttore generale della compagnia elettrica, Anwar al-Okla, ha affermato che “a causa della mancanza di approvvigionamento idrico, la linea elettrica che collega le centrali di Al-Tabqa e Al-Bouwab era fuori servizio”.

Secondo gli esperti siriani, dall’inizio di quest’anno, il volume dell’acqua che scorre attraverso l’Eufrate fino alla Siria è sceso da 500 a circa 200 metri cubi al secondo, e un volume così piccolo non è sufficiente per il funzionamento delle centrali elettriche siriane. Tra questi ci sono le due più grandi centrali idroelettriche del paese: “Et-Tabka” con una capacità di 800 MW e “Tishrin” con una capacità di 630 MW.

La scarsa profondità dell’Eufrate è aggravata dalle scarse piogge quest’anno, motivo per cui non c’è abbastanza acqua non solo per generare elettricità, ma anche per l’irrigazione. L’amministrazione autonoma curda, che controlla parte del territorio siriano nella regione dell’Eufrate, ha affermato che il livello dell’acqua nel più grande serbatoio siriano, al-Assad, è sceso di tre metri.

Nello stesso tempo, una fonte del ministero degli Esteri turco ha affermato che le accuse contro la Turchia di aver bloccato o ridotto il volume di acqua trasferita alla Siria nell’Eufrate sono infondate e che la parte turca non l’ha mai fatto. Ankara ha già notato che la Turchia soffre di siccità a causa del cambiamento climatico, che ha portato a una diminuzione del volume di acqua nei fiumi». (Rossiyskaya Gazeta)

L’uso delle risorse idriche del fiume Eufrate è stato regolato nel tempo da numerosi accordi tra Ankara e Damasco. La Turchia, la Siria e l’Iraq hanno iniziato a sviluppare progetti negli anni ’50 per sfruttare le acque del bacino dell’Eufrate-Tigri, uno dei bacini più importanti del Medio Oriente. La Turchia e la Siria hanno iniziato a costruire le dighe Keban e Tabka sul fiume Eufrate a metà degli anni ’60. Nel 1973 furono aperte le dighe e, durante il processo di riempimento dei bacini, la quantità di acqua che fluiva in Siria e in Iraq dal fiume Eufrate diminuì. Ciò segnò l’inizio delle tensioni tra i tre paesi. L’Iraq ha minacciato la Siria di far saltare in aria la diga di Tabqa.

Dopo la costruzione della diga di Keban, la Turchia ha deciso di costruire le dighe Karakaya e Ataturk. La Turchia ha condizioni geografiche ottimali in cui immagazzinare le acque del Tigri e dell’Eufrate, consentendo ai paesi a valle di questi fiumi di soddisfare la loro domanda di acqua durante i periodi di siccità. La Turchia si è rivolta a organizzazioni internazionali per ottenere finanziamenti, ma Iraq e Siria hanno fatto pressioni per la decisione negativa di queste organizzazioni.

Un certo numero di altri paesi arabi ha sostenuto la posizione della Siria e dell’Iraq. Tuttavia, la Turchia ha ancora trovato i soldi per la costruzione della diga di Karakaya, ma allo stesso tempo si è impegnata a rilasciare 500 metri cubi al secondo di acqua dell’Eufrate al confine turco-siriano. Con la diga di Ataturk, c’è stata la stessa storia: gli stati arabi hanno esercitato pressioni sulle organizzazioni internazionali contro una decisione negativa sui prestiti alle costruzioni.

Nel tempo ci sono stati vari accordi tra Turchia e Siria gli ultimi nel 1987 e nel 2009. Questi accordi prevedevano che la Siria avrebbe comunque ricevuto 500 m cubi d’acqua al secondo. La condizione è che la Siria non deve appoggiare i curdi.

Probabilmente il problema è duplice da una parte è vero che la Turchia utilizza a monte più acqua di quanto erano gli accordi con la Siria (questo comportamento è noto ed avviene da tempo), dall’altra se le piogge sono state scarse , per forza di cose la portata del fiume diminuisce. E’ anche vero che a monte del fiume ci sono grandi dighe e con queste si può limitare volutamente la portata del fiume.

E’ altamente probabile che in futuro il problema si acuirà ulteriormente, dato che la Turchia prevede di costruire 22 dighe e 19 centrali elettriche sull’Eufrate e sul Tigri. Se questo avverrà gli impianti ridurranno di quasi la metà il flusso d’acqua verso la Siria e l’Iraq. Questa è una vecchia idea, avanzata da Kemal Ataturk , e sembra che la Turchia le attuerà.
D’altra parte la Turchia in Siria ha solo l’argine della Russia a cui non vuol dispiacere eccessivamente, a motivo degli accordi commerciali vantaggiosi.

@vietatoparlare

 

Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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