SIRIA – Gli USA sono in Siria per impedire la riunificazione del territorio

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Gli USA ammettono ufficialmente che l’obiettivo dell’occupazione americana e turca – nonché lo scopo dei continui attacchi aerei israeliani – è impedire la riunificazione della Siria. L’intervista all’ ex-inviato speciale USA Jeffrey che fa queste rivelazioni con il crisma dell’ufficialità, è stata pubblicata dalla pubblicazione israeliana  Time of Israel , ne riporto i passaggi più cruciali:

[su_quote cite=”TIME OF ISRAEL” url=”https://www.timesofisrael.com/ex-syria-envoy-felt-trump-was-unqualified-now-hes-sad-to-see-administration-go/”](…) “quello che abbiamo fatto è fermare militarmente la riconquista di tutto il territorio da parte di Assad”, ha detto. “C’è una situazione di stallo militare di base.”
Jeffrey ha indicato che le forze statunitensi e della coalizione nel paese non solo combattono lo Stato islamico, ma negano anche il terreno ad Assad. Le forze turche stanno facendo lo stesso nel nord della Siria mentre “l’aviazione israeliana domina i cieli”.
Israele negli ultimi anni ha effettuato centinaia di attacchi aerei in Siria contro quelli che afferma essere obiettivi iraniani.(..)[/su_quote]

Quindi l’attività americana, turca e israeliana è definitivamente chiarita con l’ammissione che ha lo scopo comune di impedire la normalizzazione del paese e la sua riunificazione:  “…quello che abbiamo fatto è fermare militarmente il movimento in avanti di Assad”, ha detto. “C’è una situazione di stallo militare di base.” Inoltre le sanzioni sono da leggere per creare sofferenza e malumore nella popolazione, affinché cresca il dissenso, la corruzione e la divisione. Infine, Jeffrey ha detto che Trump ha semplicemente proseguito la politica di  Obama.

Dopo ‘il mi piace il petrolio’ di Trump, ecco il vero scopo della presenza militare statunitense in Siria. Vediamo che acrobazie faranno ora i nostri media per mentire ancora (ma non illudiamoci, in tempo di coronavirus sono molto allenati…). Risulta evidente ora che l’escalation è evitata solo perchè la Siria non può reagire contro la soverchiante potenza USA. Washington vorrebbe solo una  buona scusa per scagliare contro la nazione siriana, tutta la propria potenza offensiva. Ma possiamo scommettere che – come abbiamo visto spesso –  in assenza di scuse si sopperirà con la consueta ‘creatività’.

Ma ecco l’articolo dell’agenzia siriana SANA:

07-12-2020

La nuova dichiarazione degli Stati Uniti chiarisce il vero scopo dell’amministrazione americana, che non corrisponde al falso pretesto della lotta contro l’organizzazione terroristica Daesh, le forze di occupazione statunitensi sono invece in alcune parti della Siria Siria per impedire allo Stato siriano di ottenere il pieno controllo del suo territorio.

L’inviato speciale uscente degli Stati Uniti in Siria, James Jeffrey, in un’intervista pubblicata dai giornali israeliani, ha sottolineato che l’obiettivo dell’occupazione statunitense del territorio siriano è impedire allo Stato siriano di estendere il proprio controllo su tutto il proprio territorio. Gli Stati Uniti, attraverso la presenza delle loro forze di occupazione nelle località siriane di Al-Jazeera e At-Tanf, hanno creato un “vicolo cieco sul campo” [per impedire che la riunificazione si realizzi], ha sottolineato.

Negli ultimi anni, l’amministrazione statunitense ha sostenuto che la propria presenza in Siria fosse associata alla lotta contro l’organizzazione terroristica Daesh nel contesto della cosiddetta “coalizione internazionale” creata illegalmente al di fuori del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

Washington ha più volte affermato di aver eliminato l’ISIS in Siria, ma la maggior parte degli attacchi del gruppo terroristico alle postazioni dell’esercito arabo siriano nel deserto siriano (Al-Badiya) sono effettuati dalle aree di presenza delle forze di occupazione statunitensi.

La confessione di Jeffrey completa le parole del presidente Donald Trump, che ha ripetutamente affermato che le forze di occupazione statunitensi sono in Siria per proteggere i giacimenti petroliferi che sono stati rubati e saccheggiati dagli Stati Uniti in collusione con le fazioni Kasad (SDF).

L’anno scorso, Trump ha ripetutamente annunciato il ritiro del contingente americano di stanza in Siria, ma in seguito si è ritirato dalla sua dichiarazione e ha affermato che i soldati americani sarebbero rimasti nelle aree in cui si trovano i pozzi petroliferi.

Il furto di petrolio e impedire all’esercito siriano di stabilire il pieno controllo sul territorio siriano sono due obiettivi della presenza delle forze di occupazione statunitensi, oltre al terzo, legato ai provvedimenti sollecitati dai Jeffry che portato a prezzi più alti tanto da nuocere gravemente ai bisogni primari dei cittadini ed al deprezzamento della Lira siriana.

Le frequenti confessioni degli Stati Uniti sui reali scopi della loro partecipazione a sostegno del terrorismo in Siria e l’occupazione di alcune regioni, rivelano le intenzioni aggressive dell’amministrazione americana nei confronti dello Stato e del popolo siriano, il che conferma che i paesi che non si allineano sono aggrediti dietro lo scudo di artificiose accuse infondate.

Decine di rapporti dei media e dell’intelligence, compreso un precedente rapporto del Center for the Study of Organized Crime and Corruption e Balkan Network of Investigative Journalism, hanno esposto in cifre i finanziamenti forniti alle organizzazioni terroristiche dalle successive amministrazioni americane, in particolare l’ISIS, e hanno confermato il coinvolgimento di Washington nel fomentare la guerra nella regione sostenendo il terrorismo e la diffusione del caos.

In un’intervista, Jeffrey ha anche rivelato il vero ruolo del regime turco nella guerra contro la Siria e il suo popolo, confermando che le forze di occupazione turche nel nord della Siria stanno facendo ciò che gli stessi USA fanno e sono insieme parte di una coalizione aggressiva, che include l’entità di occupazione israeliana, la quale sta conducendo attacchi aerei a sostegno dei terroristi. …

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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