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Sierra Nevada ha presentato Shooting Star

by Patrizio Ricci
2 Dicembre 2019
in Post vari
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Sierra Nevada ha presentato Shooting Star

Una possibile configurazione dei carichi su Dream Chaser e Shooting Star Credit: Sierra Nevada Corp.

Il primo volo della navetta Dream Chaser è attualmente previsto per l’autunno del 2021, ma Sierra Nevada Corp. ha deciso di presentare al pubblico già in questi giorni al Kennedy Space Center (KSC) il simulacro di quello che sarà il modulo cargo utilizzato per le missioni. Ne ha approfittato per rivelare pubblicamente anche il nome: Shooting Star.

Il modulo è lungo circa 4,6 metri e verrà lanciato agganciato al retro della navetta a cui fornisce circa 4.500 kg di carico supplementare, tra vano pressurizzato e non.

Il nome, che tradotto significa “stella cadente”, non è ovviamente stato scelto a caso poiché sta a indicare il destino ultimo di questo modulo: diversamente da Dream Chaser infatti non sopravvivrà al rientro in atmosfera ma verrà utilizzato per eliminare la spazzatura e altro materiale non più necessario al lavoro in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), diventando quindi una vera e propria “stella cadente”.

[su_photo_panel shadow=”0px 1px 2px #eeeeee” photo=”https://www.vietatoparlare.it/wp-content/uploads/2019/11/SteveLindsey-300×400.jpg”]Steve Lindsey davanti al modulo Shooting Star.
Credit: Amy Thompson/Space.com[/su_photo_panel]

Il simulacro del modulo è stato presentato dal vice presidente ai Sistemi di Esplorazione Spaziale di Sierra Nevada, l’ex-astronauta Steven Lindsey che ha parlato di Shooting Star come:
”una caratteristica molto interessante del progetto, ma una sorta di eroe sconosciuto”

poiché solitamente le attenzioni del pubblico sono tutte per le altre peculiarità che caratterizzano il sistema progettato dall’azienda del Nevada, in particolare il rientro planato tipico dei corpi portanti che inevitabilmente riporta alla mente le navette del programma Space Transportation System (STS), lo Space Shuttle.

Nella sua presentazione Lindsey ha anche scherzato sulla sua forma spiegando che è dettata dalla doppia esigenza di trasportare carichi non stivati internamente e di restare all’interno della protezione aerodinamica (fairing) durante il lancio. A tal proposito ha puntato l’attenzione su una serie di scatole grigie appese esteriormente al modulo che su questo simulacro servivano a esemplificare appunto i carichi non pressurizzati trasportabili verso la ISS e che verrebbero poi gestiti dal braccio robotico Canadarm2.

La configurazione di questi carichi è ovviamente flessibile: si va da un massimo di 3 distinti carichi da 500 kg ciascuno fino a un carico unico da 1500 kg, tutti con possibilità di connessione dati ed elettrica. Queste particolarità permettono di dare spazio a qualunque tipo di carico o per dirla con le parole dell’ex-astronauta:
”Voi pensate a un carico qualunque, noi possiamo trasportarlo”.

[su_photo_panel shadow=”0px 1px 2px #eeeeee” photo=”https://www.vietatoparlare.it/wp-content/uploads/2019/11/ShootingStar-300×225.jpg”]Shooting Star[/su_photo_panel]

Oltre alla presentazione dello Shooting Star, l’evento è stata l’occasione per Sierra Nevada per annunciare l’ufficialità da parte di NASA della prima missione cargo verso la ISS per il 2021 e confermare quanto già annunciato in precedenza: la possibilità di utilizzare lo stesso mezzo per il rifornimento del Lunar Gateway, il previsto avamposto per l’esplorazione lunare.

L’azienda del Nevada infatti è stata selezionata come uno dei possibili fornitori per i contratti del Commercial Lunar Payload Services, il programma commerciale analogo a quello di rifornimento della ISS, ma per soddisfare i criteri NASA il Dream Chaser dovrebbe utilizzare un bus di derivazione satellitare, necessario ad avere la capacità di manovra necessaria a raggiungere l’orbita lunare.

Come sempre avviene negli eventi di queste grosse aziende, Lindsey non ha perso l’occasione per fare un po’ di pubblicità alla navetta snocciolandone le caratteristiche peculiari e tutti i possibili scenari di missione: dalla versione laboratorio orbitante con l’aggiunta di un modulo abitativo gonfiabile, alle possibili missioni di servizio a satelliti mediante un apposito braccio robotico, evidenziando a questo proposito la capacità di raggiungere orbite più alte dell’usuale.

Questo veicolo è perfettamente equipaggiato per una gran varietà di missioni. Il Dream Chaser può attraccare autonomamente o effettuare un berthing, è solo una scelta di NASA. Questo significa che può essere usata sia nello spazio cislunare che nell’orbita bassa terrestre, ma anche nelle orbite più alte.

Come è noto la navetta era stata inizialmente sviluppata nell’ambito del programma per fornire trasporto di astronauti alla ISS ma nella decisione finale è risultata esclusa con anche qualche polemica legale. Lo sviluppo è potuto continuare quando Sierra Nevada ha deciso di partecipare al secondo contratto di fornitura per mezzi cargo sempre verso la ISS e questa volta NASA ha premiato il progetto con un contratto per 6 lanci da effettuare entro il 2024.

[su_photo_panel shadow=”0px 1px 2px #eeeeee” photo=”https://www.astronautinews.it/wp-content/uploads/2019/11/ShootingStar3-1024×576.jpg”]Una possibile configurazione dei carichi su Dream Chaser e Shooting Star Credit: Sierra Nevada Corp.[/su_photo_panel]

Secondo l’attuale profilo di missione, il Dream Chaser decollerà dal Kennedy Space Center incapsulato in cima a un razzo Vulcan della United Launch Alliance. Questo vettore è ancora in corso di sviluppo e l’azienda ha fatto sapere che, se non dovesse essere pronto in tempo per il debutto della navetta, è già stata valutata l’opzione di lancio mediante un più classico e rodato Atlas V. Anche il rientro avverrà al KSC sulla storica pista usata dal programma STS di NASA, ma le caratteristiche del mezzo consentono un atterraggio in una normalissima pista aeronautica: secondo l’azienda costruttrice si possono usare le stesse piste di un Boeing 737 di linea.

Rimarcando il fatto che, grazie alle caratteristiche del Dream Chaser, il viaggio di ritorno dalla ISS per un esperimento scientifico potrebbe durare addirittura meno di 2 ore, la portavoce dell’azienda ha chiuso l’evento con un efficace slogan:

Come ci piace dire, le ali sono tornate!

Fonte: Space.com

  Copyright Associazione ISAA 2006-2019 – Vedi qui i dettagli della licenza.

Sviluppi e aggiornamenti su questa notizia sono disponibili su ForumAstronautico.it

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Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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