Se l’Ucraina attacca

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Questa volta Ucraina e Russia competono apertamente l’una contro l’altra e abbiamo tutte le ragioni per credere che dietro l’Ucraina ci siano gli Stati Uniti. Perchè se si considera la sola forza dell’Ucraina, se volesse affrontare direttamente la Russia, sa che sta semplicemente facendo una impresa impossibile.

Gli Stati Uniti devono istigare il conflitto tra Ucraina e Russia perchè l’Ucraina si trova all’incrocio del continente eurasiatico, proprio in una zona cruciale per la sicurezza della Russia. Inoltre, queste finge alla retorica della nuova strategia per ricondurre l’Europa definitivamente nel proprio asse.

La situazione sulla linea di fronte con le provincie autonome del Donass attualmente è critica. Le forze ucraine si sono ammassate lungo la linea di demarcazione con le forze di Donesk e Lugansk, in previsione di attacco in forze di ‘primavera’. In questo senso il governo ucraino ha di fatto revocato unilateralmente gli accordi di Minsk decidendo di usare aerei ed ogni tipo di armi da adesso in poi.

Dall’attuale dispiegamento delle truppe in prima linea e dagli atteggiamenti delle due parti, una grande battaglia è probabilmente inevitabile . Nel corso di questo confronto, oltre agli Stati Uniti che hanno continuato a mantenere un atteggiamento gelido, si è verificato un fenomeno che non si era mai verificato prima: anche i paesi europei sono intervenuti.

Sebbene i paesi europei non abbiano inviato direttamente truppe per sostenere l’Ucraina, hanno fornito un aiuto diretto all’Ucraina in termini di armi, tecnologia e condivisione di informazioni. Soprattutto nella direzione del Mar Nero, i paesi della NATO lanciano costantemente pattuglie aeree e effettuano esercitazioni e pattuglie navali congiunte a ridosso della Crimea.

Ovviamente anche la parte russa si è preparata, almeno a quando ha riferito l’Ucraina con dovizia di particolari.

Secondo il Capo di Stato Maggiore Generale – Comandante in Capo delle Forze Armate dell’Ucraina Ruslan Khomchak, Mosca si è premunita a contrastare una azione di forza di Kiev. Nei giorni scorsi Ruslan Khomchak ha presentato un rapporto alla Verkhovna Rada. Secondo quanto riferito nel rapporto, la Russia starebbe aumentando le sue truppe vicino al confine di stato dell’Ucraina, portando unità aggiuntive nelle regioni di Rostov, Bryansk e Voronezh, nonché in Crimea.

Secondo quanto egli ha riferito, al 30 marzo, 28 battaglioni di gruppi tattici delle forze armate della Federazione Russa (RF) sono stati schierati lungo il confine vicino a Donbass.

“Si prevede un’ulteriore concentrazione di un massimo di 25 gruppi tattici, che, insieme a quelli esistenti al confine, rappresentano una minaccia per la sicurezza militare dello stato”, ha detto Khomchak.

Secondo quanto Khomchak ha riferito, altri 5 gruppi sono stati spostati in Crimea, dove il numero del personale militare russo ha raggiunto 32,7 mila persone, mentre 14 reggimenti di brigate da combattimento sono stati schierati direttamente nelle regioni di Luhansk e Donetsk.

Il 6 marzo, il capo della DPR Denis Pushilin ha dichiarato che Kiev si stava preparando a riprendere le ostilità con tutte le indicazioni, trascinando mercenari e sabotatori sulla linea di contatto. Nello stesso tempo, alle truppe DNR fu ordinato di sopprimere un centro di fuoco nemico che aveva bombardato le linee delle provincie autonome.

L’addetto stampa del presidente russo Putin Dmitry Peskov il 4 marzo aveva espresso profonda preoccupazione per la situazione nel Donbass a causa dei bombardamenti delle forze armate ucraine, che, secondo Peskov, “sono posizionate nelle zone dove non dovrebbero essere”. Ed ha aggiunto che la situazione è arrivata a una “linea pericolosa”.

@vietatoparlare

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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